Il ‘molleggiato’ fa il botto in tv
IL RITORNO DI CELENTANO
Puntata unica de ‘La situazione di mia sorella non è buona’ tra ospiti, sermoni e canzoni. Dalla Chiatti alla Gabanelli, passando per Fazio. Su Prodi: “Fa promesse che si possono mantenere”. Infine, un appello agli ultrà.
Roma, 27 novembre 2007 – Grande successo di pubblico e d’ascolti per il ritorno in televisione su Raiuno del molleggiato: il nuovo programma di Adriano Celentano “La situazione di mia sorella non è buona” ha vinto il prime time di ieri, lunedì 26 novembre, con 9 milioni 209 mila spettatori e uno share del 32.29%, ma nel corso della trasmissione ha superato spesso gli 11 milioni raggiungendo un picco d’ascolto di 11 milioni 462 mila e uno share del 39.01%.
Lo show si è aperto con uno strip tease di Laura Chiatti, che sui titoli di testa si è spogliata mentre sullo sfondo scorrevano le immagini di guerra e fame. Subito dopo le telecamere hanno inquadrato Celentano in maglia a righe e immancabile occhiali azzurrati.
Il ‘molleggiato’ ha dato il via a un siparietto scherzoso con Mogol e Gianni Bella su “Dormi amore”, il brano che i due hanno scritto per il suo nuovo album. Un incipit, insomma, tutto incentrato sulla musica dove non è mancato però lo spazio per critiche graffianti. Mogol, ad un certo punto, ha zittito Celentano con un “mi dispiace per i bambini che ci guardano ma hai detto una grande stronzata” e Celentano di rimando: “ma i bambini sono contenti. Ormai le parolacce si dicono dalle 9 alle 11. Poi, dopo le 11, solo preghiere…”.
Qui Celentano ha accennato al sermone: “non c’è più nessuno che riflette. Se no non succederebbe tutto quello che sta succedendo…”, ha detto il molleggiato prima di intonare il brano “La situazione non è buona”, scritto da Francesco Tricarico e che ha ispirato il titolo dello show di Raiuno e parte del titolo del nuovo album, “Dormi amore, la situazione non è buona”. In una scenografia costruita come uno studio di registrazione e molto lontana dai mega allestimenti degli altri show televisivi di Celentano, l’artista è affiancato anche da Fabio Fazio e dagli altri colleghi che hanno collaborato al nuovo disco, come Carmen Consoli.
LA FRETTA DEI POLITICI
I politici hanno fretta, e quindi devono dimostrare in fretta, “altrimenti si perdono i voti…”. Così Adriano Celentano in avvio dello show. L’artista, nel corso di un faccia a faccia con Fabio Fazio, ha aggiunto “e nasce il sospetto che forse Prodi sia sulla strada giusta: lui fa solo promesse che si possono realizzare. Ma il Paese non gradisce, preferisce vivere meno..”.
L’AMBIENTE
Adriano Celentano ha scelto subito il tema dell’ambiente per aprire il suo show di questa sera su Raiuno, e la sua attenzione è stata per il nucleare, chiamando in causa i politici. L’artista ha sottolineato come da parte di questi vi sia un sussulto di interesse per questa forma di energia.
“Casini è uno dei più belli fra i politici, però ha ricominciato a parlare del nucleare, e da qualche parte ho letto che anche D’Alema non sarebbe contrario. Per non dire di Berlusconi e di tutta la destra che insistono pesantemente su un ritorno al nucleare. Dicono che le centrali nucleari oggi sarebbero più sicure, io non ho dubbi che si siano fatti dei passi avanti in quel senso ma il pericolo non è la funzionalità delle centrali nucleari, il pericolo sono le scorie, che non si sa dove metterle: per smaltire la loro radioattività ci vogliono 25mila anni. Chi mi assicura che la sicurezza delle centrali nucleari non vada ad intaccare le falde acquifere. Ma loro, i politici, dicono che lo fanno perchè dicono che vogliono migliorare la qualità della vita.
Sono certo che la migliorano, ma per quanto tempo?. Ecco loro è su questo che giocano, sul tempo. In campagna elettorale si affannano ad annunciare le cose buone da fare per il Paese, ed ecco al lista dei dolci avvelenati. Quindi le città sarebbero più illuminate, il debito pubblico diminuirebbe perchè si farebbe a meno di comprare l’energia dalla Francia e dalla Germania e quindi il cittadino verrebbe ingannato da un’illuminazione al di fuori dalla propria vita mentre nel suo didentro aumenterebbe il buio del cancro”.
Celentano, parlandone con Fabio Fazio, uno degli ospiti della trasmissione, ha continuato rilevando che “i politici, quelli veri che dovrebbero fare della politica una missione, dovrebbero evitarli i pericoli, e poi questo è un modo per migliorare la vita e non solo che le città siano più illuminate”.
I GRATTACIELI
I Comuni sono “mandanti di architetti kamikaze”, quelli che realizzano i grattacieli, “perchè qualche deficiente identifica il progresso con l’altezza dei grattacieli”. E questi architetti “distruggono ogni cosa”. Lo ha detto Adriano Celentano nel corso del suo show.
GABANELLI
“Noi andiamo avanti, non ci lasciamo intimorire. Vedremo…, chi la dura la vince”. Così Milena Gabanelli nel corso di un intervento al telefono durante lo show di Adriano Celentano. La conduttrice di ‘Report’ ha sottolineato che sono tante le cause legali intentate contro di lei e i suoi collaboratori per i temi trattati in diverse delle puntate, “ma l’importante è non lasciarsi intimidre da cause anche pretestuose. Certo, un giornalista può anche avere paura, anche solo pensando ai tempi terribili della giustizia: non sai quanti anni stai a ‘bagnomaria’…”.
LA BOCCONI
La nuova sede dell’università Bocconi di Milano “è un mostro. Gli studenti appena entrano si suicidano…”. Lo ha detto Adriano Celentano. Il tema dell’urbanistica è stato uno dei più trattati dall’artista, che ha messo nel mirino gli architetti: sia quelli che realizzano i grattacieli, tanto da definirli architetti-kamikaze i cui mandanti sono i Comuni, e sia quelli come le due professioniste irlandesi che hanno progettato appunto la nuova sede dell’ateneo milanese. Celentano ha quindi detto “consiglio di visitarla, perchè si veda fino a che punto le cose sono brutte…”.
APPELLO AGLI ULTRA’
“Seppellite le vostre spranghe che utilizzate per colpire la polizia negli stadi, seppellite quegli oggetti di violenza che caratterizzano la vostra identità. Dovreste andare negli stadi a viso scoperto, e con sulla maglietta scritto il vostro simbolo: la parola ultra, ma senza l’accento, così che si sappia quale impulso date”. È l’appello di Adriano Celentano al mondo del tifo violento.
L’ex Molleggiato è partito dalla politica, dicendo che il rischio è che i politici “voltino pagina per ricadere negli errori delle pagine precedenti. Ma l’unico modo per voltare pagina è mettere in atto una vera rivoluzione, a partire dalla gente, perchè solo la gente può cambiare un politico che sbaglia. Ma prima deve cambiare la gente e poi i politici che si approfittano della gente”. Celentano ha continuato dicendo “le votazioni non servono, cioè il voto è importante, ma non servono se la gente non risorge da dentro”.
Una rivoluzione – ha detto ancora – “che non sia più quella di andare negli stadi con spranghe per colpire al polizia, ma che nasca proprio dagli ultrà”, i quali dovrebbero appunto seppellire le loro spranghe e gli altri oggetti di violenza “che caratterizzano al vostra identità” e dovrebbero avere il coraggio di andare in giro a volto scoperto e togliere quell’accento dalla parola. Così che da “ultrà” (con l’accento) si arrivi ad essere “ultra” (senza accento), così che “come dal fango nasce il fior di loto, il fiore più bello, altrettanto si può dire di questi giovani”. Se lo farete – ha continuato Celentano -, “costringerete il potere a piegarsi ai vostri ideali, cioè l’amore per il bello, l’uguaglianza. E obblighereste i Comuni a non scrivere con il cemento le brutture dei loro animi.
Obblighereste il ministro Mastella a dire ‘ho sbagliato a togliere a quel magistrato l’inchiesta su di me, lo rimetto al suo postò”.
BERLUSCONI
È stato per Silvio Berlusconi l’appello-sermone con cui Adriano Celentano ha chiuso il suo show su Raiuno: “Se qualcuno crea un nuovo partito, io l’applaudo, è bellissimo. Però Silvio, se vuoi veramente voltare pagina devi fare una rivoluzione dentro di te. Dare un segnale concreto che non sei più quello di ieri”. Diversamente – ha aggiunto l’artista – “se non lo farai, il tuo partito invecchierà, e quando meno te lo aspetti…”. Da Celentano un invito quindi a Berlusconi a diventare un “ultra” (senza l’accento), ovvero qualcosa di radicalmente diverso rispetto ad oggi, così come quelli che sono oggi gli “ultrà” (con l’accento) che vanno negli stadi con le spranghe dovrebbero anche loro divenire “ultra” (senza accento) e dare un segnale di riscatto.
27/11/2007 – Quotidiano.net