Ordine Medici Roma contro Domenica In: non sono corretti
Roma, 31 mar. (Apcom) – Era da qualche giorno che l’Ordine dei medici si trovava nel mirino della tv-varietà per aver messo in discussione l’iscrizione alle sue liste di Lina Cancuro, concorrente del Grande Fratello, che rischia un procedimento disciplinare per il suo comportamento poco dignitoso e lascivo con il cummenda Roberto Mercandalli. Ieri il culmine a ‘Domenica in’, dove erano presenti l’esponente dell’Ordine dei medici di Roma Donato Antonellis e Silvia Ardemagni, una delle donne che sarebbero state stuprate sotto anestesia dal medico Demetrio Altobelli, sul quale pesa una condanna ma che è ancora iscritto all’Ordine dei medici. A dar fuoco alle polveri una telefonata del ‘molleggiato’ Adriano Celentano che ha espresso la sua solidarietà a Silvia e sparato a zero sulla categoria.
L’ordine dei medici di Roma non ci sta e “in riferimento alle informazioni diffuse dai vari mezzi di comunicazione ed in particolare dalla tv pubblica in merito alla posizione ordinistica del dottor Demetrio Altobelli, condannato per gravi reati commessi in danno di alcune pazienti” precisa con un comunicato: “Le procedure relative ai procedimenti disciplinari ordinistici sono fissati da leggi e da regolamenti”, le quali, insieme al codice di procedura penale “prevedono che il procedimento disciplinare, avente ad oggetto le medesime imputazioni del procedimento penale, (anche per il principio costituzionale della presunzione di innocenza) possa essere esperito allorquando la sentenza della magistratura sia diventata definitiva”.
Vari – ricorda il comunicato – sono stati i tentativi dell’Ordine di modificare a livello legislativo le disposizioni relative ai procedimenti disciplinari delle categorie sanitarie; ma “d’altro canto, gli organi politici, seppur più volte sensibilizzati, non hanno mai modificato le norme che risalgono agli anni Cinquanta”. Inoltre l’ordine sottolinea che “riportare in pubblico attraverso i mass- media i giudizi personali sulle condotte di un proprio iscritto da parte di componenti degli organi istituzionali ordinistici (presidente, vice-presidente, consiglieri) prima che il procedimento venga celebrato può essere un elemento/motivo di nullità della successiva deliberazione sanzionatoria del competente organo disciplinare”.
Per quanto riguarda poi lo specifico caso di Demetrio Altobelli, “come risulta dagli atti, l’Ordine ha pienamente rispettato sempre le norme di legge”. Ovvero – si legge ancora “pur in assenza di dirette informazioni dalla magistratura, avendo appreso dalla stampa del rigetto del ricorso in Cassazione” avvenuto il 6 marzo 2008, ha convocato Altobelli, presso l’Ordine con lettera del presidente del 7 marzo 2008 per il 18 dello stesso mese, “onde avviare la fase conclusiva del procedimento disciplinare”. Il giorno della convocazione, il legale del medico, che si presentato al suo posto, “comunicava che il medesimo era in stato detentivo, e pertanto l’Ordine con procedura d’urgenza, come è prassi in questi casi, ne ha disposto la sospensione da qualunque attività professionale con decorrenza dal 19 marzo 2008”.
“L’opinione pubblica sia pur certa – assicura l’ordine dei medici di Roma – che il procedimento disciplinare verrà celebrato non appena il sanitario, non più in regime di detenzione e comunque rimanendo sospeso, potrà presentarsi davanti all’Organo giudicante nel pieno rispetto delle norme di legge vigenti”. Nel comunicato si precisa anche che il presidente dell’Ordine Mario Falconi, “direttamente ed impropriamente citato” nella trasmissione ‘Domenica in’ del 30 marzo, ha provato invano ad intervenire telefonicamente, “ma ahimè, il più grande Ordine d’Europa, è stato sacrificato ‘giustamente’ sull’altare della notorietà di Adriano Celentano”.
31/03/2008 – APcom