Celentano: “Il mio Pa’ Francesco non ha bisogno di vestire Armani”
CARO direttore, qualcuno si domanderà cosa ci sia dietro la frase pronunciata dal Papa quando, con riferimento a San Pietro, ha detto che «l’apostolo sul quale Gesù edificò la sua Chiesa non aveva un conto in banca».
Un messaggio, quello di Pa’ Francesco, che non poteva essere più chiaro e che arriva come una sciabolata fra le mura di uno Ior alquanto “OPACIZZATO” dai misteri che lo circondano. Un fendente di nome “Pietro” che in tempi molto ravvicinati ha tutta l’aria di abbattersi sulla banca centrale del Vaticano e “OLTRE”. Un Papa, questo, che non finisce mai di sorprenderci. Difficile trovare chi non lo ami. Eppure, ce n’è più di uno, specialmente all’interno del Vaticano.
Sono tutti quelli che non vogliono cambiare e che, a differenza di Francesco, che vorrebbe una Chiesa povera, invece la vogliono ricca perché col denaro è più facile comprare il “BUIO” dove nascondere i “peccati”, tipo i gravi abusi sui minori e il silenzio di chi sa e tace e il più delle volte insabbia.
Ma lo scrittore e storico Vittorio Messori, del quale leggo sempre con interesse gli editoriali, in un dibattito a Porta a Porta ha detto che «il Vaticano, anche se piccolo, è pur sempre uno Stato con una realtà burocratizzata che distribuisce appalti, commesse, denaro e quindi non può farne a meno». Sarà, ma fra i due mali bisognerà pur scegliere quello minore.
Allora cos’è meglio? Avere una banca che attira gli scandali o il giusto indispensabile per il necessario nutrimento del Pontefice e i suoi vescovi con al massimo una diaria che gli consenta di poter predicare la “buona novella” nel mondo? È chiaro che fino a quando il Papa non sarà in grado di fare i miracoli, la via di mezzo forse è un compromesso. Un compromesso che si avvicinerà più ai colori della povertà che a quelli dello sperpero. E allora anche il ricatto a cui si sottopongono i funzionari e i prelati che hanno una doppia vita, come dice Messori, sarà meno sfuggente sotto i riflettori di un serio controllo.
«Non è intenzione di Francesco — dice poi Messori a un giornalista
—, ma i suoi discorsi vengono dipinti con demagogia». Consultando il vocabolario (ve lo dico perché penso che in Italia ce ne sono molti che, come me, non conoscono il significato di questa parola), Demagogia è un termine greco che indica un comportamento politico mirante ad ottenere il consenso popolare attraverso false promesse vicine ai desideri del popolo.
A quanto pare Messori attribuisce al Papa un comportamento demagogo che, a mio parere, invece, confonde con la passione SFRENATA che lo strepitoso Francesco ci mette nel servire coLui che ha creato tutte le cose con la PROMESSA di una vita GIOIOSA che mai finirà. Ma Messori non demorde e va giù duro: «La Chiesa povera è una cavolata, Gesù aveva una disponibilità economica, persino un tesoriere che poi l’ha tradito, Giuda Iscariota,
tant’è vero che le guardie ai piedi della croce si giocarono ai dadi la preziosa stoffa che Lui indossava». E conclude con una frase davvero imprevedibile: «Gesù vestiva Armani». Fantastico!
Non posso non ammettere la genialità di questa provocazione. Naturalmente solo per il gusto della battuta in sé e non per quello che la battuta esprime, che a mio parere è veramente una Cazzata.
La disponibilità economica nelle mani del “Giuda tesoriere” la si può paragonare a una delle tante famiglie dei giorni nostri che faticano a tirare la fine del mese. Tant’è vero che Giuda, nel corso di una cena, ipocritamente si risente e inveisce contro la peccatrice accusandola di sprecare il prezioso unguento che con tanto amore sparge sui piedi di Gesù: «Si sarebbe potuto vendere per dare il ricavato ai poveri». Ma il figlio di Dio prende subito le difese della donna: «Lasciatela fare. I poveri li avrete sempre con voi, ma non sempre avrete me».
Dunque, tutta questa disponibilità economica che Giuda avrebbe avuto non doveva essere così florida se se la prendeva tanto per lo spreco della peccatrice. E dai Vangeli non risulta che Gesù abbia qualche volta detto al traditore: «Dai questa somma al tal povero, tanto a noi i soldi non mancano». E noi sappiamo quanto Gesù tenesse ai poveri, a differenza dello Ior. E se il fatto di non portare i mocassini rossi come Ratzinger significa fare della demagogia, allora anche Ratzinger è un demagogo perché non porta gli scarponi.
La verità è che ognuno di noi non desidera altro che andare d’accordo col proprio modo di vestirsi. Sia che riguardi un Papa, un parrucchiere o un bagnino. Non mi meraviglierei se il padrone di una zona balneare sgridasse il suo bagnino perché durante un salvataggio si è tuffato senza giacca e cravatta: «Bisogna essere eleganti anche sott’acqua». E Gesù non aveva certo bisogno di quel panno per essere elegante. Qualcuno, magari un benestante, glielo avrà regalato e Lui di buon grado lo avrà accettato, pur sapendo che era egli stesso l’unica vera eleganza!
Adriano Celentano
15/06/2013 – La Repubblica