La strategia Mediaset e l’evento Morandi
La settimana appena trascorsa dimostra che l’evento è, sempre più, lo specifico della televisione generalista. La novità più importante consiste nel fatto che i ormai anche Mediaset minacciata dalla frammentazione dei consumi e dalla crescita delle piccole tv native digitali è in grado di fare concorrenza alla Rai sul terreno dell’istituzionalità ed è credibilmente capace di organizzare grandi eventi nazional-popolari. Lo ha fatto con Adriano Celentano e il suo «Rock Economy» (oltre nove milioni di spettatori medi giusto un anno fa) e si è ripetuta ora col «Gianni Morandi Live in Arena», che ha conquistato 5.932.000 spettatori per le due puntate, con una media di share del 23,7%.
Pur nella differenza di grandezze (Celentano ha un terzo di spettatori in più di Morandi), la fisionomia del pubblico dei grandi show musicali è piuttosto simile. Trasversalità è ovviamente la parola chiave, perché un evento deve superare le specificità dei gusti e riunire spettatori diversi. Uomini e donne in primo luogo: e qui Celentano è decisamente più trasversale, mentre Morandi resta il beniamino del pubblico femminile (oltre il 27% di share, contro il 19% sul target maschile). Personaggi così popolari riescono inoltre a superare le differenze generazionali, ed è questo il segreto del loro successo: Celentano raccoglie ad esempio uno dei migliori risultati sui 25-34enni, mentre per Morandi l’età si alza un po’, con share sopra il 25% fra 45 e 64 anni.
Infine, i livelli d’istruzione dei due show si assomigliano molto: il grosso del pubblico è fatto da spettatori con istruzione elementare o medio inferiore, ma diplomati e laureati seppur in numero minore dimostrano di apprezzare questi eventi. Sarà anche questo un inedito terreno di scontro fra Rai e Mediaset.
In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia su dati Auditel
Aldo Grasso
13/10/2013 – Corriere della Sera