Venezia riscopre Yuppi Du con Adriano Celentano
Il Molleggiato arriva finalmente a Venezia per riproporre dopo trent’anni il suo film cult Yuppi Du tra musica, comicità e impegno politico.
Gli occhi strizzati sotto un paio di immancabili occhialetti da sole non nascondono il sorriso aperto e l’inconfondibile espressività di Adriano Celentano, sbarcato al Lido per presentare la versione restaurata e rimissata dell’originale film nel ’75 Yuppi Du.
Il presidente del festival di Venezia, Marco Müller, presenta Celentano assimilando il suo film alla Mostra stessa “per la molteplicità dei fenomeni espressivi” di cui è portatore, per un’idea di cinema visto da angolature e sguardi diversi. Anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è intervenuto indirettamente inviando un comunicato ufficiale per congratularsi con Celentano per l’importanza della sua storia, la prima che abbia avuto il coraggio di parlare delle morti sul lavoro.
Il film con il quale è celebrato il ritorno di Celentano al Lido ha un valore unico per la sua modernità estetica e contenutistica: elementi del musical s’intrecciano ad una tumultuosa storia d’amore e a problemi sociali di grande attualità come l’inquinamento, la violenza sulle donne e la disoccupazione. Interpretato da Claudia Mori, Charlotte Rampling e dallo stesso Celentano, Yuppi Du si ripresenta al pubblico dopo trent’anni come un film senza tempo.
Le prime parole del cantante, attore e regista milanese sono per Graziano Alonso, l’operatore che morì durante le riprese del film e a cui è dedicata la parte del lungometraggio che tocca il tema delle morti sul lavoro. “La morte di un amico rappresenta i tanti eventi tragici che accadono sul lavoro, quando non ci sono le giuste condizioni e le misure di sicurezza per fare il proprio mestiere“, testimonia Celentano. “Un altro problema può essere dall’altra parte la negligenza degli operai, che mette a repentaglio la vita di molti. Ma anche in quel caso la responsabilità è dei datori di lavoro che dovrebbero controllare anche la pigrizia dei lavoratori. La vita per qualche imprenditore non ha molto senso“. Davanti alle morti sul lavoro Celentano ammette di sentirsi “non solo sconvolto, ma anche scoraggiato, con un senso di tristezza veramente forte“.
Le idee espresse con il film colpiscono ancora oggi, infatti “Yuppi Du è un grido. Un grido di gioia verso la donna che si ama; un grido di dolore per la violenza contro le donne, per la povertà, per le ingiustizie“. Tutto però è affrontato con un tono naïf che permette al film di rimanere nella storia, parlando con immediatezza al pubblico come lo faceva decenni fa.
Il restauro del film è stato affidato a Sky Italia, rappresentata da Tom Mockridge: “È un onore per noi aver contribuito a restituire agli italiani questo bellissimo film. È sempre stato il nostro obiettivo promuovere l’eccellenza italiana“. Le parti che Celentano teneva a cambiare si concentrano soprattutto in una scena, quella in cui Silvia (Charlotte Rampling) riappare a due amici del protagonista. “Volevo che Silvia sembrasse quasi un fantasma, quindi a quella scena è stato aggiunto un suono ed un montaggio nuovo“.
In merito ai temi di interesse sociale nomina la questione del probabile parcheggio che verrà costruito a Roma smantellando il Colle del Pincio. “L’inventore geniale di questo progetto è Chicco Testa. Forse dopo quest’iniziativa è rimasto solo Chicco perché la testa deve averla persa“, scherza sarcastico.
Yuppi Du è in gran parte ambientato a Venezia, città verso cui Celentano prova un grande attaccamento: “Venezia è la più grande protesta contro l’avanzare del brutto. È la mia amante… anche perché la moglie ce l’ho già“. Riguardo a Milano invece, la sua città, che nel film appare claustrofobica e isterica, ammette con rassegnazione quanto sia peggiorata e non si dimostra affatto ottimista riguardo all’Expo: “Sarebbe un’opportunità se con l’Expo si vendesse la bellezza italiana ma non credo che le cose andranno così. Ci sarà un’ondata di cemento. Non vedo un bel futuro, non so perché“.
Celentano non si smentisce, intrattiene con un mix di comicità sottile e velenosa, sempre tra auto ironia e auto celebrazione. Quando gli viene chiesto se i grandi registi con cui ha lavorato lo hanno influenzato nel girare Yuppi Du, ha risposto: “Io sono uno che prima di essere originale, copia molto. Ho sempre guardato i film di Clark Gable per vedere la sua gestualità, il modo in cui muoveva le mani“. “C’è sempre qualcuno che arriva prima di te, l’importante è che tu lo superi!“.
a cura di Maria Vittoria Galeazzi
04/09/2008 – Movieplayer.it