Chaplin e Celentano: il gibberish come capolavoro
Grazie alla segnalazione del nostro utente Antonio, abbiamo scovato questa chicca riguardante Prisencolinensinainciusol datata qualche anno fa…
Tratto dal blog di Silvia Pareschi, traduttrice letteraria fra l’Italia e San Francisco.
Il quinto capitolo del libro di David Bellos Is That a Fish in Your Ear, intitolato “Fictions of the Foreign: The Paradox of ‘Foreign-Soundingness‘”, cita, fra l’altro, due splendidi esempi di gibberish (insieme di parole senza senso) creato per suonare “straniero”. Nel primo caso, per suonare francese (o meglio, come dice Bellos, “Generic Immigrant Romance”) a orecchie inglesi, e nel secondo caso per suonare inglese a orecchie italiane. I risultati sono due capolavori.
Il primo esempio vede come protagonista Charlie Chaplin in Tempi moderni. La canzone è Je cherche après Titine, ma le parole sono inventate. Bellos ne trascrive il testo, a orecchio (e per lettori di lingua inglese), a pag. 47-48 del suo libro.
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Il secondo esempio, quello del gibberish che suona inglese a orecchie italiane, è naturalmente Prisencolinensinainciusol di Adriano Celentano, qui proposto in una versione con sottotitoli, aggiunti da una persona di madrelingua inglese che cerca di “tradurre” la lingua inventata di Celentano. I risultati sono esilaranti, dal poco politiamente corretto “let a hooray maybe if the colored boss died”, a “My eyes like sizziling and you’re so gold with diesel. Eyes!”, al ritornello: “You call me silver freezing cold and ants and I tools old. All right?” (con la variante “You done gone and made us jaywalk freezing cold and lacing our shoes off. All right?”).
E il balletto è fantastico e Raffaella Carrà un mito.
22/03/2012 – Nine hours of separation (ninehoursofseparation.blogspot.it)