Quella notte d’estate a Finale quando nacque “Azzurro”
“Era il ’68 e fui testimone dell’incontro tra Paolo Conte e il paroliere Pallavicini”
PIER PAOLO CERVONE
FINALE LIGURE
«Azzurro» è nata qui. A Finale Ligure, sulla spiaggia dei Bagni «Elios». Nell’estate del 1968. E con la voce di Adriano Celentano è diventata una delle canzoni italiane più famose nel mondo. Così l’estate dei ricordi si tinge di Azzurro.
Sulla terrazza dei «Bagni Elios», all’epoca gestita dai giovani gemelli Angelo e Franco Vinotti, dopo la mezzanotte, allontanati gli ultimi frequentatori, arrivavano due clienti speciali. Entrambi musicisti. Il paroliere Vito Pallavicini, ingegnere chimico, diventato famoso quale autori di testi per canzoni, scomparso il 16 agosto 2007, a 83 anni, nella sua Vigevano e Paolo Conte, avvocato, l’italiano più famoso in Francia, che in un paio d’ore arrivava a Finale dalla sua Asti.
Racconta Angelo Vinotti: «Io e mio fratello avevamo conosciuto Pallavicini pochi mesi prima, quando lavoravamo al night club “Boccaccio” di Sanremo, nei sotterranei del Casinò. Quel mitico locale era di proprietà di Tito Ferrante che ne aveva aperto altri, tutti con lo stesso nome, a Spotorno, Alassio e Limone Piemonte. Poi era diventato anche gestore del “Patio” e dello “Scotch club”, un dancing e una discoteca, a Finale Ligure. Poi noi abbiamo rilevato dal cavaliere Moroni, titolare dell’omonimo hotel, la gestione della terrazza-bar dei “Bagni Elios”, sul lungomare di Finale».
«Una sera – prosegue – vediamo arrivare Pallavicini. Ci ha detto che aveva prenotato due camere al Moroni, per lui e un suo amico. Poi s’era confidato con noi: “Ragazzi, vi chiedo un piacere. Vorrei venire con il mio amico a provare una canzone. Dopo la mezzanotte. Ma vogliamo stare tranquilli e non essere disturbati. Si può fare?”. Ma certo, gli abbiamo risposto io e mio fratello. E siamo riusciti a sistemarli in un angolo appartato della terrazza». Sono tornati la sera successiva con una chitarra. «Io non conoscevo Paolo Conte, è stato Vito a indicarmelo qualche tempo dopo».
L’Hotel Moroni, allora all’avanguardia, è proprio di fronte agli «Elios», al di là della passeggiata e di via San Pietro. Due passi due. Prima di chiudere il locale, prima di cominciare le pulizie, Angelo e Franco sapevano che dovevano far entrare due personaggi che chiedevano una sola cosa: un luogo tranquillo dove poter lavorare lontano da occhi e soprattutto da orecchie indiscrete. In un alloggio di via San Pietro, trascorreva le sue vacanze, con il proprio compagno, anche l’attrice Sylva Koscina. Morta troppo presto, all’età di 61 anni, nel 1994. «Il suo anniversario cadeva nel mese di agosto, esattamente il 22. Da noi ha festeggiato cinque compleanni. Sempre elegante, sempre affascinante. Aveva affittato un appartamento che era stato di Orfeo Pianelli, il grande presidente del Torino».
Con la terrazza poco affollata, e la luna che si specchiava nel mare, Pallavicini e Conte potevano lavorare in pace. Il testo si addice molto alla Riviera: il treno dei desideri, l’azzurro del cielo e del mare. E le notti di Finale hanno ispirato i due musicisti. «Pallavicini – aggiunge Angelo Vinotti – è tornato a Finale anche negli anni successivi. Aveva acquistato una grossa barca. Ma purtroppo nel nostro porticciolo, non ancora completato, non c’era lo spazio necessario per una imbarcazione così imponente. E così ci siamo persi di vista».
Quel motivetto nato sulla terrazza degli «Elios», affidato poi alla voce del «molleggiato», ovvero Adriano Celentano, oltre che a quella dello stesso Paolo Conte, ha avuto un successo mondiale. Finale forever.
19/02/2017 – La Stampa (www.lastampa.it)