60 anni con Adriano Celentano – Adriano e l’orologeria
Per il quarto appuntamento della rubrica 60 anni con Adriano Celentano, abbiamo scelto un articolo di Disma Sutti, datato 25 Ottobre 2003 e pubblicato sul quotidiano La Stampa, che racconta la grande passione di Adriano per l’orologeria.
Adriano Celentano l’aggiusta orologi
E’ stata una sorpresa trovare Adriano Celentano seduto davanti al banchetto del maestro Ribolini. Il grande cantante ha sfoderato il suo sorriso e con la solita spumeggiante verve ha spiegato che la sua passione più profonda sono gli orologi. Sorprendente che voglia specializzarsi nel restauro perché gli piace «aggiustare quello che si è rotto»
A chi avesse chiesto a Tranquillo Galvani, orologiaio milanese con negozio in via Tommaso Grossi, chi fosse «l’Adriano», lui certamente avrebbe risposto: il Celentano. E anche se questa è notizia nota ad un vasto pubblico di fans del grande cantante, perché i biografi hanno già scritto che da ragazzo Celentano lavorava come orologiaio, sicuramente non molti sanno che oggi Adriano Celentano, pur al culmine della fama, tornando al vecchio amore per la meccanica e in particolare per gli orologi, è riuscito a ritagliarsi un po’ di spazio e soprattutto di tempo, da dedicare alla sua grande passione, l’orologeria intesa come restauro.
Ha attrezzato nella sua villa una stanza segreta in cui può riparare e restaurare non solo i suoi orologi ma soprattutto quelli degli amici, un laboratorio orologiero completo di strumenti vari e di torni, uno per l’orologeria fine e uno più grosso che gli ha venduto il suo amico Gianfranco Torri, revisionatore di macchine di precisione e dove – anche da lui – è facile incontrare «l’aggiustatore Adriano».
In tempi passati il fascino dell’orologeria ha visto illustri personaggi dedicarsi all’orologio in maniera pratica. Non parliamo di collezionisti o di studiosi, ma di VIP che si divertivano ad essere orologiai, ci sono stati alcuni re e persino lo Zar di Russia. A fianco di questi storici esempi ai nostri giorni abbiamo incontrato un personaggio caro a tutti gli italiani, un mito nella musica leggera e nello show televisivo che, come un uomo qualsiasi, ha deciso di fare una cosa che gli piace; certo è un hobby, ma secondo il suo carattere lo fa seriamente e, possiamo dire, che è tornato a prendere lezioni non solo per rinverdire ciò che già sapeva, ma anche per rendersi conto delle nuove tecniche e dei nuovi materiali e l’insegnante è Gabriele Ribolini che Adriano considera il suo maestro.
«Volevo imparare tutto della tecnica – ricorda Celentano – e agli inizi ho lavorato da un orologiaio che non corrispondeva al mio desiderio: mi faceva vendere cinturini. Così sono andato nel laboratorio di Galvani e gli ho detto: voglio imparare, non importa la paga, mi basta un panino». Ovviamente il «panino» è stato un giusto salario e durante quattro anni Adriano Celentano ha lavorato sui movimenti degli orologi da restaurare.
I ricordi si susseguono, uno dei più curiosi riguarda un orologio antico che venne riparato con alcuni mesi di lavoro e alla fine scappò di mano al Galvani, si ruppe nuovamente e furono necessari altri mesi di fatica, ma al termine la soddisfazione è stata grande per tutti: proprietario e orologiai.
«Mi affascina aggiustare le cose – riprende Celentano – ma non basta avere la giusta manualità, per sapere cosa si deve fare bisogna anche conoscere l’oggetto. Fino ad ora nel laboratorio che ho attrezzato ho lavorato su un tornio grosso, ma adesso sono passato anche a quello piccolo dove le difficoltà sono maggiori per le dimensioni dei componenti. Una volta, nel bar dove andavo (in via Gluck ce n’erano tre e due avevano il biliardo) si era rotto l’orologio del biliardo e il proprietario mi ha detto: «Tu che te ne intendi di orologi, me lo ripari?». Con la sicurezza propria dei giovani ho risposto che non c’erano problemi; ho smontato l’orologio e l’ho portato a casa. E qui è incominciato il bello; nel movimento ci saranno stati un centinaio di pezzi e si era piegata una leva, il difficile stava nello smontare tutto e rimontarlo perfettamente; per ricordare bene le posizioni ho iniziato a smontare un pezzo e subito a rimontarlo per non fare errori e poi ho proseguito così fino in fondo; una fatica, ma ce l’ho fatta in tre-quattro giorni e l’ho anche pulito per bene visto la tanta polvere che copriva i diversi componenti. Sono diventato una leggenda per i ragazzi della via Gluck. Certo molti si domandano perché pagare cifre rilevanti per un orologio quando ci sono i modelli al quarzo che funzionano benissimo e costano poco. Ma un movimento meccanico dà emozione, è un pezzetto di storia; non è vero che uno ha bisogno solo di soddisfare una necessità come quella di conoscere l’ora, l’uomo ha bisogno anche della favola».
Gli abbiamo chiesto perché avesse scelto il mestiere di orologiaio e la risposta è stata immediata: «Avevo dei cugini che erano capaci di riparare gli orologi. Venivano a trovarci e la mia mamma tirava fuori qualche sveglia che non funzionava bene, loro la smontavano sul tavolo di cucina e io ero affascinato dai meccanismi».
All’ultima domanda su cosa ne pensasse Claudia, sua moglie, ha risposto con un sorriso «Ah, lei si diverte a vedermi lavorare, però è preoccupata che per gli orologi finisca per lasciare il resto». Semplice e alla mano nonostante gli anni di successo, Celentano lo ha dimostrato anche quando gli ho passato il cellulare chiedendogli di parlare con mia figlia che non era affatto convinta che fossi sull’automobile del cantante. Le prime parole di Adriano sono state «Buongiorno, sono un orologiaio che a tempo perso fa il cantante».
Lo staff di ACfans.it