«Adrian» immagina il ‘68 nel XXI secolo: pronta una rivoluzione culturale ed etica
Celentano in versione cartoon da lunedì su Canale 5 con i disegni di Milo Manara e le musiche di Piovani. Claudia Mori: «Tra i temi c’è la violenza contro le donne»
di Renato Franco
L’attesa è finita. Adrian, la graphic novel con protagonista Celentano in versione cartone animato arriva finalmente su Canale 5 lunedì. «Posso dire – spiega Claudia Mori – che uno dei temi che caratterizza la serie è quello della violenza sulle donne. Un tema che sta da sempre a cuore ad Adriano, al di là della maggiore sensibilizzazione che c’è stata negli ultimi anni sull’argomento. Un altro aspetto centrale è il rapporto d’amore tra uomo e donna che nel racconto di Adrian è visto sempre come un gioco e mai come una violenza. Il progetto di Adrian risale a molti anni fa e l’impianto della sceneggiatura è rimasto quello di allora. Lui è sempre stato così: ha colto in anticipo temi che poi sono diventati di attualità».
Nel cartoon Adrian è un orologiaio, una scelta non casuale, perché tra i vari lavori che Celentano fece prima di diventare Celentano, c’è stato anche quello di orologiaio (in un negozio di via Cesare Correnti a Milano). Una passione che coltiva ancora oggi: «Quando ha tempo Adriano ripara ancora orologi, crea anche pezzi rarissimi al tornio. L’ultimo regalo che mi ha fatto era in un sacchetto rosso: dentro c’era una vite introvabile per un mio orologio». Un ritorno alle origini, alla via Gluck, a un mondo che era migliore – si potrebbe pensare – anche se in realtà siamo proiettati in avanti: «La serie è ambientata nel 2068, in un futuro dove Adrian auspica ci possa essere un rivoluzione culturale ed etica». Il Sessantotto del XXI secolo perché la vena ribelle, la voglia di cambiamento, sono due colonne del suo pensiero artistico. Il trailer promette bene, la proprietà e il possesso vengono identificati come principio di iniquità e malessere sociale: «L’infelicità nacque quando da “io sono” si passò a “io ho”». «Quando l’avere diventa più importante dell’essere la società cambia in peggio – riflette la moglie di Celentano -, lo ha spiegato anche il Papa: dalla misericordia si passa all’egoismo, un atteggiamento che mina i rapporti tra le persone».
Una produzione Clan Celentano, scritto da Celentano stesso, supervisione ai testi di Vincenzo Cerami (che, morto nel 2013, purtroppo non ha potuto vedere il risultato finale), disegnato da Milo Manara, musiche di Nicola Piovani, Adrian andrà in onda su Canale 5 il 21 e 22 gennaio per poi proseguire ogni lunedì sera. La serie, in nove puntate, sarà anche proiettata al teatro Camploy di Verona con il pubblico in sala e dei contenuti live (per ora nessuna anticipazione su quello che si vedrà). La scelta del teatro e non di un asettico studio televisivo con un pubblico spesso invitato a partecipare è proprio concepita con l’intenzione di mantenere il più possibile la spontaneità con chi partecipa.
L’animazione ha già dei precedenti nella carriera di Celentano (in Che T’aggia di’ con Mina compariva in stile Paperino, in RockPolitik c’erano parti di cartoon), ma questa volta la soluzione è radicale: l’impianto è tutto a disegni. «È un cartoon per adulti, l’animazione è un mezzo espressivo molto moderno, consente di osare soluzioni che con attori veri non si potrebbero realizzare». È la fine di un’opera immane – la genesi degna di un’opera pubblica – che ha impegnato anche centinaia di artisti giovani: «È un orgoglio aver collaborato con così tanti giovani artisti, con un progetto coraggioso, anche dal punto di vista produttivo. E poi c’è la soddisfazione di andare finalmente in onda. Come per ogni artista, per Adriano il rapporto con il pubblico è molto importante».
La protagonista femminile è proprio lei in versione disegnata: «Nel racconto di Adrian le donne hanno un ruolo molto importante al punto che sono proprio le donne che potrebbero salvare questo malconcio pianeta e questa malconcia umanità», aggiunge Claudia Mori, sensibile da sempre al tema, tanto da aver realizzato – come produttrice – tre film sulla violenza sulle donne. Ma lei pensa che le donne siano meglio degli uomini? «Le donne sono molto più intelligenti degli uomini, e spesso più buone. Chiaramente non includo le eccezioni».
17/01/2019 – Corriere della Sera