Celentano “reo confesso”: “Sì ho strattonato Pepè, ma ho agito da solo”, in tribunale a Sanremo
‘Si’, l’ho strattonato, ma ero solo’. Adriano Celentano, stamani, durante l’udienza dal giudice civile di Sanremo, citato per le lesioni al fotografo Giuseppe Staltari (in arte, Pepe’), ha ammesso i propri addebiti. Ha riconosciuto di aver cercato di strappare la sua fotocamera, nell’agosto del 2006, al Grand Hotel del Mare, di Bordighera, dove il ‘molleggiato’ ha un alloggio nell’omonimo residence. Nel corso dell’udienza, alla presenza dei rispettivi avvocati della difesa (Andrea Ricca Barberis, per Pepe’ e Luciano Leone per Celentano), il giudice ha interrogato entrambe le parti.
Celentano ha detto di essersi avvicinato e di aver strattonato il fotografo, ma anche specificato di aver agito da solo, senza quindi la complicita’ della guardia del corpo, Fabrizio Torre, accusata di aver trattenuto il fotografo. Il giudice ha, poi, aggiornato il processo al 27 ottobre prossimo, ammettendo due testi, uno per parte: la compagna di Pepe’, Vilma Budigna e la guardia del corpo, Fabrizio Torre. All’uscita del Palazzo di Giustizia, Celentano ha ribadito che non intende fare pace col fotografo e che andra’ avanti per la sua strada.
Presente al Palazzo di Giustizia, scortata dalle guardie del corpo anche la moglie di Celentano, Claudia Mori
L’INTERVISTA AL FOTOGRAFO PEPE’ CHE RACCONTA L’UDIENZA CON CELENTANO
‘Gli ho detto di chiuderla li’ con un servizio posato di lui e il nipotino, ma non ha accettato. Poi, gli ho offerto una vecchia foto della mamma, donna Giuditta. Subito ha fatto il duro e non l’ha accettata, ma alla fine l’ha presa’. Pepe’, il fotografo che ha citato dal giudice civile lo showman Adriano Celentano, davanti ai microfoni e alle telecamere, racconta i tratta salienti dell’udienza per il risarcimento danni conseguente all’aggressione avvenuta nell’agosto del 2006, quando Celentano lo strattono’ per levargli la fotocamera, al Grand Hotel del Mare.
‘Alla fine – racconta – gli ho dato una fotografia della madre. Umilmente gli ho detto: ‘Adriano, portatela a casa’. Fosse stata una persona sensibile l’avrebbe presa subito: era ritratto con i figli e con la moglie. Queste sono foto posate e non rubate. Quando l’ho visto cosi’, un po’ duro, gli ho detto, visto che nella foto c’ero pure io: ‘Taglia Pepe’ e rimani tu e donna Giuditta. Una donna davvero stupenda, che rassomigliava a mia mamma. Una di quelle donne all’antica. Era una foto scattata al Casino’ di Sanremo’.
Pepe’ prosegue nel suo racconto e afferma: ‘Volevo chiuderla in bellezza e per sdrammatizzare gli ho detto: ‘Adriano, tu sei un uomo di chiesa, io no. A proposito, l’hai vista la sindone? Strano che non ti ho visto’. Sembrava che dovevano condannarlo a trent’anni o assolverlo. Poi gli ho allungato la foto della madre e gli ho detto, davanti al giudice: ‘Che mi dai la stretta di mano, non mi frega nulla. Pero’, chiudiamola cosi’: fammi fare un servizio col tuo nipotino e…’. Non ho chiesto un servizio con la Monica Bellucci, in qualche albergo periferico, ma solo una fotografia di lui col bambino in braccio. La risposta e’ stata ‘assolutamente, no’.
Nel raccontare l’udienza Pepe’ afferma: ‘Ho parlato prima io col giudice, mi ha interrogato ed io ho risposto. Poi, ha parlato lui, ma un po’ in malafede, perche’ ha sostenuto che, un anno prima dell’aggressione, mi aveva detto di non fotografarlo piu’. Io, pero’, gli ho ricordato: ‘Guarda che ti sbagli, perche’ e’ cinque anni che non ti vedo e che non ho la casa piu’ qui. Io, infatti, abitavo dove c’era Celentano ed e’ per quello che lo vedevo sempre. Lui ha detto che io lo importunavo e gli stavo dietro ventiquattro ore su ventiquattro. Per forza, sono li’. Io ho fotografato Adriano sempre, quando lo diceva lui. Non sono mai stato scorretto’.
26/05/2010 – riviera24.it