L’UNICA CHANCE (Adriano è genio puro)
Ieri ero lì che facevo jogging. Arrivo ai miei 15 chilometri e, prima di chiudere, metto Prisencolinensinainciusol di Adriano. L’ho sempre amata particolarmente. La canzone finisce, Spotify me ne propone altre e a un certo punto spunta un basso che spinge su un groove oltremodo funky. Penso: “Figo. Ma chi cazzo è?”. Era Adriano. Lo conosco benino, anzi direi bene, anche perché mio padre mi ha cresciuto anche con lui, ma questa follia me l’ero persa. E’ una canzone semplicemente insensata e per taluni versi inaudita, se si pensa che è uscita nel ’73 italico. Si intitola “L’unica chance”. Esiste anche un video strepitoso con Lola Falana. Ci sono i coretti dell’epoca, c’è il Molleggiato ambientalista che condanna le schifezze che mangiamo. C’è qualche meravigliosa iperbole ironica delle sue (la vipera che, se ti morde, “muore lei. Na na na na na na”). E c’è una musica che – ecco – non esiste. E’ del tutto illogica per quell’epoca (italica). Il basso che spinge, la chitarra che svisa. Un jazz-funk irresistibile che cozza con la tradizione canzonettistica italiana (esemplificata dai coretti un po’ da “Jesahel” e un po’ dai Battisti-Mogol di “Gente per bene e per male”). E’ come se, per quel brano, Adriano avesse deciso di far convergere sullo stesso piano una cinquantina di mondi distantissimi tra loro. Ne nasce uno stralunato “crash” sonoro, surreale e delirante. Del resto il periodo è proprio quello di Prisencoli (recentemente usata anche dai Coen nella terza stagione di Fargo), quindi in quegli anni Adriano era così avanti che neanche riusciva a starsi dietro.
La canzone uscì solo in 45 giri (sotto vedete la copertina parimenti leggendaria). Adriano doveva portarla a Sanremo ’73, poi cambiò idea. Ebbe successo, ma neanche troppo. Era del tutto “illogica” da un punto di vista commerciale: solo tre anni prima, tanto per contestualizzare, Celentano aveva cantato l’iper-conservatrice “Chi non lavora non fa l’amore”. Ho sempre pensato che il genio di un artista si soppesi non tanto e non solo dai brani/film/libri noti, ma da quelli misconosciuti e apparentemente minori: è lì che si annida il talento distillato. “L’unica chance” non è certo la canzone migliore di Adriano, ed è intrisa di un’ingenuità naif adorabile, ma di sicuro sprizza genio e sregolatezza da ogni suo anfratto. Poteva concepirla solo un alieno aduso ad alternare capolavori totali a scivoloni sesquipedali. Potrei dirlo di tanti altri suoi Breno, tipo I want to know. Son decenni che i taoni lo criticano, ma Adriano Celentano è geniale anche quando non vuole o non se ne accorge. Vi dirò: è geniale anche quando fa una cazzata. E infatti lo amerò sempre. Viva!
P.S. Nel 2013, quel gran genio di Prince fece un tweet per segnalare una canzone che amava. Una canzone molto funky. Sapete qual era il brano? “L’unica chance”. Non scherzo: trovate tutto qui: https://ilmondodiadriano.it/2016/04/26/prince-nel-2013-posto-twitter-un-brano-celentano-si-trattava-lunica-chance-ora-lo-ricorda-un-fan/
Andrea Scanzi
29/04/2019 – La pagina ufficiale di Andrea Scanzi su Facebook