Celentano: “Chiambretti, ti querelo”
“Celentano è un dispositivo unico di armonie, accordi e disaccordi”, si legge nel sito messo su dall’ex Molleggiato per raccontare al suo pubblico storie, emozioni, canzoni, concezioni politiche e per denunciare Piero Chiambretti. Reo, secondo lo strenuo difensore della libertà di parola e di silenzio, d’averlo terribilmente offeso.
Insomma, fra i due è scoppiata la disarmonia, sensazione non prevista nel vocabolario di Adriano. Il cantante se la prende con il piccoletto per averlo messo alla berlina con una “stupida” imitazione della sua voce in Markette, un programma di satira, gossip, nani e ballerine. “Inganni la gente. Prendi uno che imita la mia voce, gli fai dire delle stronzate senza capo né coda, badando bene a non dichiarare (ed é qui la tua malafede), che si tratta di un imitatore e non di quello vero che peraltro parlerebbe in tutt’altro modo”, scrive Celentano nel suo blog: “Ora per la simpatia che, nonostante tutto, provo per te, mi trovo dispiaciuto nel doverti annunciare che ti debbo querelare”.
Il marito di Claudia Mori questa volta non è rock, è un fiume di parole (niente pause di silenzio) e non sa “parlar sol d’amore”, anzi. “Tu, Chiambretti, oltre ad essere stupido sei anche scorretto – commenta Celentano – inganni la gente. Prendi uno che imita la mia voce (Claudio Lauretta n.d.r), gli fai dire stronzate senza capo ne coda”.
Lo sketch incriminato è andato in onda il 29 novembre con una scritta sul video che in effetti comunicava al pubblico “Al telefono Adriano Celentano”. La gag è stata poi ribadita durante il periodo natalizio. “Quando è in televisione lo seguo volentieri. È simpatico, divertente e mi piace il suo modo spensierato di condurre uno spettacolo. Per cui se uno è simpatico e divertente non puoi non pensare che non sia anche intelligente. Purtroppo non sempre è così. Anzi: ultimamente si sta verificando quasi il contrario”.
Chiambretti tenta di evitare lo scontro con un battuta al vetriolo: “Nel 2006 Celentano è diventato il ragazzo della via Blog: premesso che lui è il cantante di riferimento della mia generazione e che ho tutti i suoi dischi e ho visto tutti i suoi film, quello di Markette oltre che un gioco era anche un omaggio. Sono rimasto comunque molto sorpreso dalle sue dichiarazioni, dal momento che si è sempre definito un difensore della libertà di parola e della satira. Non vorrei che questo episodio minasse il rapporto di stima che c’è tra noi”.
Paolo Orrù
19/01/2006 – Tiscali Spettacoli