Il fantasma di Celentano sul gran ritorno di Morandi
Celentano divideva il mondo in rock e lento, Morandi in «ce l’ho, mi manca». No, non si comincia così. Non si parte facendo il verso a un monologo ormai entrato nella storia delle televisione. L’ispirazione dichiarata è certamente quella del brano Qualcuno era comunista di Gaber, grande amico di Gianni, però l’effetto è fin troppo celentanesco. Del resto l’autore è lo stesso: Diego Cugia, che lo scorso anno è stato nello staff di Adriano e che è stato chiamato dal cantante bolognese proprio per rinnovare la sua immagine troppo da bravo ragazzo. Be’, Cugia voleva che il cantante nella prima puntata rimanesse steso sul palco fingendosi morto. Poi si è addivenuti a più miti consigli e si è ripiegato sul monologo già collaudato. Dunque cosa ha e cosa manca a Morandi? Rispettivamente: la patria e un sogno comune, Totò Riina in prigione e Falcone, L’isola dei famosi e una Tv che pensi a chi non è vip. E ancora: ministri e sottosegretari da una parte, Berlinguer dall’altra. E qui il cantante tiene molto a ricordare le sue origini comuniste «Anche mio padre mi manca molto, mi faceva leggere Il Capitale ad alta voce». Monica Bellucci? «Ce l’ho», «No, no mi manca. E pure Nicole Kidman». Intervento iniziale a parte, Non facciamoci prendere dal panico (pure il titolo è lungo come quelli di Celentano) si è mostrato uno show innovativo, fresco, piacevole e ironico. In diretta dal palazzetto dello sport di una caldissima Bolzano, la trasmissione itinerante (le prossime quattro puntate saranno a Forlì, Arezzo, Pesaro e Andria) ha fornito anche spunti di riflessione. Il tema che ha fatto da sottotraccia alla serata è stato quello del tempo. Attraverso le citazioni di grandi artisti come Gaber, Pasolini, Tenco, Battisti, De Andrè e anche Nanni Loy, il leit-motiv della trasmissione è stato «il passato come unica vera invenzione del futuro«. Non per niente il primo brano che il cantante ha voluto interpretare è stato C’è tempo di Ivano Fossati e l’ultimo della serata Il tempo migliore, titolo dell’album del cantante bolognese in uscita nei prossimi giorni. E il passato (in questo caso vero esempio da riprendere) è tornato soprattutto nei bellissimi duetti impossibili (cioè con artisti scomparsi) realizzati grazie all’accostamento di Morandi con quella di vecchi filmati dell’archivio Rai: il primo con Gaber (le immagini erano del Teatro 10 del ’72), il secondo con Battisti (sulle note di Pensieri e parole). La cantante Bebe è invece ancorata al presente e nel suo tormentone estivo Malo denuncia la violenza alle donne. Nello show c’è stato però anche spazio per il gioco e l’ironia con la brava attrice in veste di soubrette Esther Ortega, il comico Marco Della Noce (denominato Della Nocs) e un formidabile Paul Sorvino (suoi grandi film Quei bravi ragazzi e Il socio) che con grande energia ha intonato Torna a Surriento. Simpatico il siparietto con Pupo in cui Morandi ha cercato di dare un’immagine un pochino perfida di sé. Nella divertente Panic candid (in cui Morandi si è veramente messo in gioco) un ingenuo Pupo si è trovato insidiato da due ragazze slave e poi rapinato. Elegante l’intervento di Catherine Deneuve. Finale con un monologo dedicato a Pasolini, una lunga riflessione sull’ amicizia con lo scrittore e su quello che ha rappresentato per il nostro tempo. Chiusura sulle note di De Andrè.
29/06/2006 – Il Giornale