“Pasolini chiamò Celentano per un film sulla Via Gluck”
Lo svelano due amici del regista, lo conferma Claudia Mori
“Pierpaolo e Adriano si incontrarono ma il progetto non andò avanti”
di ANNA BANDETTINI e GIAN PAOLO SERINO
MILANO – Fosse accaduto oggi, sarebbe stato un incontro da brivido, da prima pagina, folla di telecamere, tg e via di seguito: Pier Paolo Pasolini e Adriano Celentano, lo scrittore dei “ragazzi di vita”, il poeta delle “Ceneri di Gramsci”, l’osservatore più profetico, tormentato e lucido della società italiana e il molleggiato, il cantante pop che più ha raccontato, predicato, interpretato e incarnato quella società.
Insieme Pasolini e Celentano si incontrarono davvero: l’idea era di fare insieme un film sul Ragazzo della via Gluck, non per niente la più pasoliniana delle canzoni di Adriano, coi suoi temi della (anti) modernità, dell’industrializzazione che snatura il tessuto antropologico, della metropoli che inghiotte i vecchi quartieri deturpando l’identità sociale. Purtroppo, come sappiamo oggi, di quel film non se ne fece niente.
Il progetto risaliva ai primi anni Sessanta, anzi, esattamente tra il 1959 e il 1960, nato in alcuni incontri a Milano, come ricorda Claudia Mori. “Pasolini e Adriano si videro un po’ di volte a Milano.
Parlarono di un progetto di film sui temi di quella che più tardi, nel 1966, sarebbe diventata Il ragazzo della via Gluck. Poi, non ricordo nemmeno perché, il progetto non andò avanti. E tutto morì lì”. Effettivamente tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta, Pier Paolo Pasolini aveva fatto alcune incursioni a Milano pensando alla sceneggiatura di un film che, sfiorando il mondo della mala, raccontasse i ragazzi che di notte affollavano trani e bar della città.
Di quell’idea oggi resta una bella sceneggiatura dal titolo romanticamente vero, La nebbiosa, che a sua volta ispirò (alla lontana e con molta meno poesia) un film, Milano nera, del ’64 girato da Gian Rocco e Pietro Serpi. Non solo: secondo la testimonianza di due ex-ventenni milanesi di allora, Paolo Uguccione e Giuseppe Pucci Fallica, vicini a Pasolini durante il soggiorno milanese, Celentano fu contattato dallo scrittore proprio per La nebbiosa. “Adriano abitava in via Cesare Battisti, non era ancora famoso. Pasolini lo voleva a tutti i costi come protagonista del futuro film. Ma Celentano allora era gestito dal fratello Alessandro che gli faceva da manager e lui rifiutò perché non si accordarono sul compenso”. Fin qui la versione dei due testimoni. “Ma no, non è esatto. Con quel film Adriano non c’entrava niente- è invece il ricordo di Claudia Mori-. Con Pasolini si parlarono solo per il progetto sul Ragazzo della via Gluck e basta”.
D’altra parte l’incontro tra le due straordinarie personalità vive oggi solo nei ricordi di chi c’era. Non una carta, non una documentazione, non una parola scritta resta di quel progetto di film sul Ragazzo della via Gluck. Lo dice con tono fermo Graziella Chiarcossi a cui sono andati gli scritti di Pasolini ora dislocati tra Biblioteca nazionale di Roma e fondo di Maria Corti a Pavia (con una donazione) e al Gabinetto Vieusseux di Firenze in comodato. “Conosco praticamente a memoria le carte di Pasolini. Se solo mi fosse capitata tra le mani qualcosa che riguardava quel film l’avrei segnalata- dice Graziella Chiarcossi- Ma non mi risulta. Quanto a conoscersi, vado sul ricordo, a me pare che Pasolini e Celentano si incontrarono anche dopo, negli anni Settanta, grazie a Ninetto Davoli, che avendo lavorato con Celentano (il film Storia d’amore e di coltello di Corbucci, del ’71, ndr) ne era rimasto folgorato, diventando un suo fan”.
13/01/2007 – La Repubblica