Yuppi Du [recensione]
Venezia, in un’epoca indefinita.
Felice Della Pietà (Adriano Celentano) convola a nozze con Adelaide (Claudia Mori) dopo sei anni di convivenza.
Purtroppo per Adelaide, Felice non ha mai smesso di pensare alla sua prima moglie, Silvia (Charlotte Rampling), madre della piccola Monica (Rosita Celentano).
Quando Felice scoprirà che “Silvia non è morta, è ritornata dal canal“, sarà talmente travolto dai sentimenti da dimenticare la dedizione e l’amore incondizionato di Adelaide, e farà di tutto per riconquistare Silvia.
Silvia aveva inscenato il suicidio per poter lasciare Felice e cercare una vita migliore. Ha ottenuto quello che voleva: ha sposato un uomo ricco che la fa vivere nel lusso a Milano. Ma stando accanto a Felice riscopre l’amore ed è tentata a lasciare il riccone per tornare con lui. Felice le suggerisce di presentarsi a Milano con Monica per poter spiegare più facilmente la situazione al riccone e troncare ogni rapporto.
Silvia parte con Monica ma non ritorna.
Dopo alcuni mesi, Felice riesce a rintracciarle. Vuole riportare Monica a Venezia, ma il riccone gli sconsiglia di intentare causa contro di loro, non vincerebbe mai, è ovvio che con i loro soldi solo loro possono offrire il meglio alla bambina.
Felice, infastidito, lancia un provocazione: non lascerà la bambina, la vende.
Chiede 45 milioni in contanti e gli vengono dati.
L’esperienza lo lascia turbato, cuore di pietra, ormai in ogni donna rivede il peggio di Silvia. Un’arrivista interessata solo ai soldi.
Film prodotto, diretto e interpretato da Adriano Celentano.
“Yuppi Du” è un grido di gioia e di dolore. Nell’intreccio amoroso, oltre all’avidità umana, Celentano sottolinea e condanna le violenze sulle donne, le morti sul lavoro e gli orrori dell’inquinamento.
La regia più sperimentale che si sia mai vista. Surreale, comico, drammatico, musical. Non sapendo come etichettarlo molti l’hanno definito un film “naif”.
Dopo l’uscita nella sale nel 1975, divenne quasi impossibile da recuperare. Celentano non volle che fosse distribuito in videocassetta.
Nel 2008, la pellicola è stata restaurata e modificata con un taglio di 20 minuti. Presentata alla 65° Mostra del Cinema di Venezia fuori concorso, Celentano parlava così del restauro: “Personalmente ho messo le mani solo su una scena, quella dei fiammiferi. Su quella scena non ero soddisfatto allora. Volevo accentuare la sensazione del fantasma… e ho approfittato per mettere una musica nuova“.
Ad essere sincera proprio la scena dei fiammiferi mi sembra stonare con il resto. Segue lo stile dei suoi recenti video e dei montaggi inseriti nei suoi ultimi programmi tv…non uno stile anni ’70!
Sempre durante la conferenza stampa alla Mostra di Venezia Celentano aggiunse: “Vorrei dedicare questo film al lavoratore Graziano Alonso, perché anche noi abbiamo avuto delle morti sul lavoro. Stavamo girando su una zattera, sul Ticino e fra gli altri c’era anche Graziano. Improvvisamente, per uno sbilanciamento di peso della zattera, questa si capovolse e finimmo tutti in acqua, ma per Graziano non ci fu nulla da fare. A Graziano!“.
by Anna Nihil
09/07/2012 – Anna Nihil Show (http://annanihil.blogspot.it)