Intervista a Claudia Mori per La Stampa – Celentano: quel che mi ha colpito di più? Sono io
Claudia Mori: piaciuta la sua fragilità
di Marinella Venegoni
Ciao ragazzi. La cosa che mi ha colpito di più dei due concerti che ho fatto all’Arena, sono io». Modestia a parte, Adriano Celentano aveva già messo ieri nel suo blog la sigla sull’esultazione generale, quando ancora all’Hotel Due Torri si preparavano le valigie per il ritorno a Galbiate. Nei dati Auditel – sorpresa – il secondo concerto quasi tutto di canzoni sempreverdi ha battuto come audience il primo con l’economista Fitoussi, con aumenti di share in tutti e tre i segmenti di ascolto: nella prima parte, più spettatori, 9 milioni 338 mila con il 30,74 % dello share; nella seconda, 9 milioni 124 mila, e 8 milioni 353 mila con il 38,54 % nell’ultima volata. Travolta dal successo, anche Canale 5 diceva la sua: «Il concerto-evento interpreta perfettamente lo spirito della tv Mediaset… con totale affidabilità tecnico-professionale e senza vincoli legati a compatibilità di alcun genere, siano esse condizionate da equilibri politici o manageriali…». Con tanti saluti alla Rai che aveva rifiutato la proposta. Claudia Mori, la signora Celentano, sorride.
Suo marito, signora Mori, è ancora il più amato dagli italiani. Come nello slogan della famosa cucina…
«Una delle cose straordinarie di questa esperienza è proprio la crescita del pubblico. In genere, anche nei Festival, la seconda sera c’è sempre un calo fisiologico. I dati qui dimostrano invece che al di là dei pruriti di chi si ostina nelle proprie critiche, addirittura è cresciuta l’anteprima di Canale 5, anche quando lui non c’era ancora: dal 16 a 26 %. Sono dati da Nazionale di calcio, e di alcuni Festival. Ma anche la città stessa, dentro e fuori l’Arena, era una festa di gente, con bandiere di mezzo mondo, dalla Russia all’Argentina, dalla Germania alla Francia».
C’era una quantità imprevedibile di russi, Celentano potrebbe riempire la piazza Rossa, ci dicevano..
«C’erano tutte le nazionalità, non solo russi».
Il cimento ha fatto bene ad Adriano?
«S’è trovato bene. E’ stato faticoso, dopo 18 anni lontano dal pubblico vivo. La seconda serata non era stata provata per nulla, ha vinto la professionalità di tutti a partire da Adriano. Anche per noi è stata una sorpresa che facesse il monologo, in scaletta non lo aveva messo in un posto preciso, ha fatto la scelta di un momento spettacolarmente opportuno. Penso che non si possa almeno stavolta non riconoscere quel che ha fatto: io sono sempre molto critica con lui ma è un grande. Ha cantanto anche benissimo. Una stonata ci può stare, personalità e carisma sono anche altro. Tra l’altro, il picco di ascolto è stato quando non faceva né diceva nulla…».
La seconda sera Adriano sembrava rivitalizzato. Più rilassato, leggero…
«Aveva visto i dati di ascolto e metabolizzato l’impatto iniziale. I 12 mila dell’Arena erano lì perché gli volevano bene, per godere di lui, della sua musica e anche delle mancanze che lui non nasconde. Si può essere grandi anche con qualche errore».
E’ stato un momento di condivisione, nell’Italia piena di guai…
«Ma c’è chi critica per partito preso. Anche se facesse la cosa migliore, chi vuol criticare scompostamente lo fa…».
Il vostro pensiero è andato al rifiuto della Rai nei mesi scorsi?
«Sì, ma nulla di impegnativo. I twitter di Leone non ci sembravano in linea con quel che è successo, trovava i cali dove non c’erano».
Adriano è piaciuto anche come eleganza. Il cappelletto, la giacca grigia, lo spolverino. Chi sceglie i suoi abiti?
«Il basco era mio, lo aveva messo alla prove perché faceva freddo, gli stava bene e se l’è tenuto. La giacca ce l’ha da un annetto. Lo spolverino se l’è disegnato lui. Ha un grande gusto, e il fisico lo aiuta».
Uscirà il dvd per Natale?
«Abbiamo 12 giorni, vediamo. Sono 5 ore di musica da selezionare, caso mai a gennaio».
Suo marito ha accennato a un incontro ravvicinato nei prossimi mesi…
«Non so cos’abbia in mente, non mi ha detto».
Canale 5 ha tenuto un profilo basso, con ottima resa.
«Questi due concerti mostrano anche che se sei credibile e fai uno spettacolo di qualità, tv commerciale o no, lo puoi fare ugualmente».
La gente ha preferito la serata tutta canzoni, magari Adriano avrebbe voluto ascoltare di più Fitoussi.
«No, con Fitoussi anzi ha cercato il modo per finire, senza essere scortese, perché aveva parlato così tanto che non c’è stato spazio per gli altri due ospiti».
11/10/2012 – La Stampa