A nome di tutto ACfans, tanti auguri ad Adriano e Claudia, che festeggiano oggi il loro cinquantatreesimo anniversario di matrimonio!
Per celebrarli, pubblichiamo qui di seguito l’intervista completa fatta da Maria Volpe a Rosalinda Celentano e pubblicata dal Corriere della Sera il 14 Luglio del 2004, in occasione del quarantennale di matrimonio di Adriano e Claudia.
Mamma e papà, che tango per restare insieme 40 anni
L’aspetto più dolce di questi 40 anni d’amore tra sua mamma, Claudia Mori, e suo papà, Adriano Celentano?
«I loro occhi, lo sguardo che ha ancora voglia di arrabbiarsi. Quando li rincontrerò nella prossima vita, gli chiederò l’autografo, perché sono due grandi».
E’ Rosalinda a parlare, la terzogenita. Poetica, immaginiamo come il padre. Volitiva, come la madre. Non è facile per lei raccontare il matrimonio della «coppia più bella del mondo» che domani festeggerà (nella scuola di musica di Mogol a Toscolano, in Umbria) con amici e parenti – invitati attraverso un curioso biglietto dove ci sono due scimmie che si vogliono «ancora bene» – 480 mesi d’amore, passione, liti, separazioni, abbracci.
Qual è la prima cosa che le viene in mente pensando a un’unione così lunga: fortuna o forza di volontà?
«Magia. Intendo la magia del loro primo incontro che non è mai finita. E’ difficile dare una spiegazione razionale, perché l’amore è la cosa più particolare del mondo, la più bella che possa accadere».
Questo quarantesimo anniversario dunque non ha proprio nulla di una ricorrenza formale?
«No per niente. Io da meno di un anno ho ripreso un vero rapporto con i miei genitori. Sono volata via presto, avevo bisogno di capire chi e cosa non ero. Ho girovagato per anni, ho toccato l’abisso. Ora sono cresciuta. E sono tornata. Per questo la ricorrenza di domani è una grande gioia. Festeggiare l’amore lo è sempre, se poi è un amore “coinquilino” è ancora più grande».
Ma che effetto ha un amore così totalizzante, famoso, cantato, sui figli? Può essere un peso…
«Dopodomani compio 36 anni e francamente mi fa un po’ incazzare l’idea di essere ancora innamorata di loro. Ma è così. Certo, da piccolina è stata dura: non è facile essere figlia di mostri sacri. Una madre bellissima, intelligentemente bella, un padre molto affascinante. Sono due potenze, nel bene e nel male».
Sono anni che sentiamo e sappiamo che Claudia Mori e Adriano Celentano si vogliono molto bene. Ma concretamente a casa, nel quotidiano, come percepiva lei questo sentimento?
«Da ogni loro atteggiamento devo dire, perfino quando urlano. Io dico sempre che mia madre ha venti figli: noi tre (Rosita, Rosalinda, Giacomo) e mio padre che fa per 17. Papà è proprio un bambino molto cresciuto, ma questo è meraviglioso. Discutono su tutto, sul mangiare, sul lavoro».
Sono uguali o complementari?
«Complementari. Non possono fare a meno uno dell’altro, anche nella nevrosi. Se uno urla, l’altro ride».
Chi chiede scusa per primo?
«Mia madre è tosta… direi mio padre. Però mamma è cambiata, oggi anche lei fa il primo passo».
Ci sono stati anni in cui i suoi genitori hanno vissuto una forte crisi, stavano per lasciarsi. Come ricorda quel momento?
«Erano separati in casa e io sono stata male. Ma se due persone si amano davvero, lottano per restare insieme. E non per i figli: trovo sia un alibi orrendo. Bisogna lottare solo per l’amore, solo se sei sicuro che non puoi vivere lontano dall’altra persona. Mamma e papà hanno combattuto per questo, per loro due. E questo me li fa stimare moltissimo».
E oggi si amano ancora di più…
«Si prendono ancora per mano dopo tutto quello che hanno passato, dopo le crisi, nonostante il mondo dello spettacolo sia un brutto mondo. Si sono detti: il nostro amore è talmente grande che noi supereremo tutto. Il nostro cordone non si spezzerà».
Vi hanno mai dato consigli sentimentali?
«Loro credono molto in Dio, e ci hanno detto che il loro amore aveva un senso più grande in Dio».
E di sesso si parlava in casa?
«Poco. Abbiamo avuto un’educazione severa e all’antica».
C’è tenerezza tra loro?
«Moltissima. Mia mamma gli toglie la pelle del pollo, e le spine del pesce; papà timidamente le dice “ciao amore” e la cerca. E io mi commuovo. E penso che non possono morire e che se proprio dovrà accadere, a 150 anni, spero che lo facciano insieme. Perché mio padre non ce la fa senza mia madre e viceversa, anche se lei fa la dura e cerca di convincermi del contrario. Ma lo fa solo per proteggermi».
Quanto ha contato l’attrazione, la passione fisica?
«Moltissimo. Oltretutto mia madre era davvero bella. E per gli uomini, all’inizio, il corpo conta eccome. Mi dicono che tra loro c’è ancora tanta passione, ma non sono sicura che sia vero. Ho la sensazione che mia madre me lo dica per preservare il mio mondo fiabesco».
Forse ha contato di più la voglia di ridere che condividono ancora?
«Sì, la risata è l’anticamera dell’amore e dell’amplesso. Prima ridi e poi fai l’amore. E loro sanno ancora ridere e trovare l’aspetto comico anche dove non c’è. Vorrei fotografare la loro risata, o bloccarla su una tela».
Li ha mai visti piangere?
«Quasi mai. Hanno molta dignità, lui è più mammone, lei è orgogliosa».
E’ vero che in questi anni sua mamma ha sempre protetto suo papà, quasi ha filtrato la realtà esterna per lui?
«E’ vero. Qualche volta magari è stato eccessivo, ma è sempre stata una forma d’amore».
E a gelosia come stanno?
«Un vero tango… Papà è geloso marcio, ma non lo fa vedere neanche morto; mamma è più sanguigna, e ha delle antenne pazzesche: lo becca subito…».
Si innamorerebbe di uno come suo padre?
«No, sono come lui. Non riuscirei a star dietro a un uomo così».Maria Volpe
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