La recensione della settima puntata di Adrian La serie: la storia svolta nel dramma carcerario, mentre nello show Adrian Live Celentano ospita Biagio Antonacci.
di MAURIZIO ERMISINO
Stanotte la recensione della settima puntata di Adrian la serie non sarà solo il racconto della graphic novel animata tanto discussa, ma anche dello show che racchiude la serie. Adrian Live, in fondo, è stata la pietra dello scandalo che aveva fatto sospendere lo show dopo quattro puntate lo scorso inverno: era lo spettacolo di Adriano Celentano in cui il Molleggiato non appariva. Una provocazione in puro stile Celentano (no, stavolta non citeremo quel famoso show degli anni Ottanta, tanto lo sapete…). Lo show, dopo le proteste del pubblico e il calo di ascolti, è stato sospeso e ripensato come uno show più tradizionale.
Adriano Celentano ora canta, parla, duetta con ospiti ad effetto. Tutto sommato, Adrian Live, che è un varietà classico, ha il suo perché. Stasera, dopo la partenza ad effetto con Storia d’amore, inizia con un racconto, piuttosto divertente, sul suo rapporto con Dio. Quello che va in scena è un Celentano rilassato, in forma, divertito. Canta Soli e, una volta finita, il pubblico continua a cantarla. E ti viene in mente che ha un repertorio che, per rimanere alla musica italiana, è ampio come quello di Elvis Presley. E non facciamo questo nome a caso.
BIAGIO ANTONACCI: SCRIVO LE CANZONI PER CELENTANO MA POI LE CANTO IO
Ogni show, ormai lo sappiamo, ha un grande ospite che duetta con l’Adriano nazionale. Stasera è stato il turno di Biagio Antonacci, che canta con Celentano sulle note di Mio fratello, brano di Antonacci. “Lui fa le canzoni per me, poi non vuole disturbarmi e le canta lui” racconta Celentano divertito. Ma accanto a lui, sembra che anche Antonacci si celentanizzi, e cominci a parlare come lui. Antonacci è una sorpresa: molto più piacevole quando parla che quando canta. E pare che di tanto in tanto scriva canzoni per Celentano ma poi non gliele porti.
PIERLUIGI BATTISTA, GIANNI RIOTTA E ANDREA SCANZI. E QUELLA VOLTA CHE ELVIS PRESLEY…
Lo show che precede Adrian è anche un momento di talk con tre giornalisti: Pierluigi Battista, Gianni Riotta e Andrea Scanzi, che entrano sulle note di Another Brick in The Wall dei Pink Floyd. “Tu questo coraggio e questa grinta l’hai avuta anche a inizio carriera?” chiede Scanzi “La tua band eri tu alla voce, alla chitarra Giorgio Gaber, alle tastiere Enzo Jannacci e al sax Luigi Tenco”. E la domanda è il via a un aneddoto spassoso. “Mi avevano fatto un contratto, non ci credevo, e io avevo il compito di tenere l’orchestra unita” svela Celentano. “Una volta mi hanno fatto un contratto particolare, e mi hanno detto: dovete sostituire Elvis Presley. Alla band ho detto: ci pagano il doppio. Perché? Non lo so neanch’io”. “Siamo andati in Germania, a Stoccarda” continua. “Ci abbiamo creduto, perché Elvis faceva il militare in Germania. Arrivati lì, il posto era una rosticceria. Ho chiesto: ma Elvis Presley viene qua dentro? Mi hanno risposto: non lo abbiamo mai visto”. Battista chiede se con Giorgio Gaber, che rispose con Com’è bella la città a Il ragazzo della via Gluck e Un albero di trenta piani, avesse mai fatto polemica. “No, la canzone mi piaceva, era ironica” risponde.
ADRIANO CELENTANO: BISOGNEREBBE FARE IL PARTITO DEGLI INESISTENTI
Riotta, sentendolo parlare di morte, chiede se sia una morte anche negare a qualcuno la libertà. “Non solo dove ci sono le rivolte come a Hong Kong, ma anche tra la gente comune” risponde il Molleggiato. “Bisognerebbe fare un partito: il partito degli inesistenti” risponde Adriano. “Il primo punto del programma sarebbe combattere le discussioni. Se uno si arrabbia, bisognerebbe non controbattere con la rabbia”. È una boutade, ovviamente, quella di Celentano: ma dietro c’è qualcosa di reale, e una lettura piuttosto lucida dei tempi che stiamo vivendo.
CELENTANO, PIER PAOLO PASOLINI E FEDERICO FELLINI
Nell’incontro con i tre giornalisti, Adriano Celentano svela anche di un mancato film con Pier Paolo Pasolini. Il cineasta avrebbe voluto fare un film su Il ragazzo della via Gluck. Ma Adriano era contrario a fare un film subito. Con Federico Fellini girò La dolce vita, e anche qui l’aneddoto è gustoso. “Avevo fatto uno spettacolo allo Smeraldo di Milano, e Il Tempo pubblicò una foto in cui ero scalmanato” racconta il Molleggiato. “Fellini la vide e mi mandò a chiamare. Mi ha colpito molto Anita Ekberg”. Battista fa notare a Celentano come sia stato il precursore dei movimenti ambientalisti di oggi. “Tu secondo me hai vinto” dice. “Quando facesti Mondo in mi settima parlavi di un mondo che stavamo rovinando. Ora quei temi sono quasi alla moda” E qui Celentano risponde, spiegando quello che è il tema centrale di Adrian La Serie. “Tutte le mie canzoni nascono come una vendetta, contro i palazzi, contro i grattacieli. È quello che dico anche in Adrian”. “Dalla via Gluck sono stato catapultato in pieno centro, in via Torino, o in via Cesare Correnti” continua. “Io non sono contro i grattacieli, sono contro il mischiare grattacieli, case antiche e chiese. I grattacieli sono belli, ma non bisogna mischiarli ad altro”. Riotta approfitta anche per chiedere il parere di Adriano sullo stadio di San Siro. “Perché vogliono rifare San Siro? Ha qualcosa che non va? È bucato?” scherza Adriano. “A me sembra una pazzia. Mancano i soldi per fare le cose, la sanità…” Prima di passare alla serie, si ricorda anche che Prince disse che la canzone L’unica chance era un capolavoro, che Prisencolinensinainciusol fu utilizzata in Fargo, e Piccola nella serie Master of None.
LA TRAMA DI ADRIAN: LA GRANDE FUGA
La Resistenza, dopo aver visto il pestaggio della Befana (che è sempre Adrian) in tv, si sta diffondendo in tutta Italia. I contestatori non vengono considerati democratici dal governo corrotto, perché agiscono nell’ombra. E quindi sono terroristi. Il governo non è ancora soddisfatto dei poteri che ha e pensa alla dittatura. Alcuni dei ribelli cercano di tirare dalla loro parte il sindaco di Milano. Gilda, intanto, mette a punto un piano per far fuggire Adrian di galera. Ma lui sembra essere in grado di fuggire da solo. Drangestein, intanto, dice ai suoi “Dobbiamo concentrarci sulla Liguria, grazie alla sinistra abbiamo avuto concessioni”.
LA CORRUZIONE A DESTRA E A SINISTRA
Se in questa puntata ci sarà un passaggio che farà discutere sarà proprio questo. Celentano lo fa dire chiaramente. “La corruzione non ha solo il colore della destra ma anche della sinistra. La corruzione non prende solo i politici ma anche la gente comune”. Una frase forte, che mette nello stesso calderone tutte le parti politiche. E che è stata un po’ la posizione che ha reso forte Beppe Grillo, uno dei primi artisti a schierarsi contro entrambi gli schieramenti, ritenuti uno uguale all’altro, e dando il via a una terza via, cioè il suo partito. Dall’altro, smonta proprio uno dei capisaldi del Movimento, quello che la corruzione si appannaggio della Casta, riportandola come abitudine anche della gente comune.
ADRIANO CELENTANO, LE DONNE E IL CARCERE
Con Adrian che per gran parte della puntata resta in cella, prende finalmente vita il personaggio di Gilda, alter ego in carta e china di Claudia Mori, che qui vediamo in tuta mimetica e berretto militare, sempre più bella, ma stavolta anche donna d’azione. Con un cambio di scenario rispetto alle puntate precedenti, Adrian svolta verso il dramma carcerario e diventa la storia di una fuga. Ma, attenzione, anche in prigione Adriano Celentano non ci risparmia i monologhi sulla bellezza, sulle case del centro e sui terribili grattacieli. Se la parte in carcere è suggestiva, da un lato, dall’altro è anche una battuta d’arresto nella storia, un momento di stallo. La seconda parte torna sul tema della violenza sulle donne, con un tentato stupro, ed entra in scena un personaggio che ricorda Mauro Corona. Mentre un incubo ci rende chiaro qual è la grande paura di Adriano, il suo grande nemico, come ammesso nello show dal vivo. Il potere, il finto benessere, la dittatura, certo. Ma sono soprattutto i grattacieli, una vera e propria specie che sta andando alla conquista del mondo.
CONCLUSIONI
Dalla recensione della settima puntata di Adrian la serie avrete capito che la serie tv di Adriano Celentano alterna una struttura narrativa farraginosa a spunti interessanti. Stavolta Adriano Celentano ci parla di mafia e di potere, di ambiente e corruzione. Che secondo lui accomuna destra e sinistra. Una frase che farà discutere.
22/11/2019 – Movieplayer.it