ACfans

Adrian, tuoni per il ritorno di Celentano. Ma è solo un’apparizione lampo

Adriano Celentano e Natalino Balasso

Prima del cartoon «Adrian» un cameo di un paio di minuti del Molleggiato in diretta tv

di Renato Franco

VERONA Il mare, una barca che assomiglia a un’arca, la dogana dove c’è chi decide chi passa e chi no. Un porto aperto ma con i filtri, che non fa molta differenza con un porto chiuso se l’accesso non è libero ma c’è chi decide chi ha il lasciapassare giusto. La serata di Adrian si apre con un rock che rimanda agli anni Sessanta; a un tavolino da bar ci sono quattro persone che giocano a carte (una donna è nera); Nino Frassica appare in versione frate (è con il suo assistente, altrettanto frate, Francesco Scali) e con il suo fare surreale (è la sua cifra comica) sceglie chi può salire sull’arca: è una sorta di porta per il Paradiso, l’obiettivo è creare un mondo in cui vince la bellezza.

Il primo «migrante»? Respinto. «Perché non mi piace la faccia». Il secondo? «È disoccupato, e almeno è coerente perché anche prima non faceva niente». È una fila lunga di gente che aspetta. C’è una ragazza che vuole entrare nel mondo dello spettacolo, ma non sa cantare e nemmeno recitare: «Sei perfetta per la tv». L’uomo con la valigetta piena di euro viene fatto passare senza domande. Finché non entra il «matto» (Natalino Balasso) che si complimenta con il pubblico per aver pagato per non vedere Celentano e riflette: «In Italia il 70% degli omicidi avviene in famiglia. Avete la mania della sicurezza, ma non dovete blindarvi dentro casa, ma lasciare le porte aperte: è più sicuro». Riflette anche sui media: «In tv quello che succede non è normale; è così, con ore e ore di tv che hanno formato il bovino plaudente che batte le mani e fischia a comando».

E Celentano? Praticamente un cameo di due minuti. Arriva annunciato dal tuono, dà indicazioni come se fossero delle prove e non lo spettacolo in diretta, beve (è la sua cifra idrica) e se ne va con un altro tuono (diciamo che l’ego non gli manca). Appuntamento (forse) a stasera. Fine dello show al teatro Camploy e inizia su Canale 5 «Adrian», il cartoon dove Celentano interpreta se stesso e realizza i suoi ideali, la graphic novel dove l’81enne ragazzo della via Gluck è riuscito a cristallizzare il tempo nel momento della sua maturità, un supereroe – ma in realtà un uomo semplice, un orologiaio – che mette in atto una rivoluzione culturale ed etica in una società distopica, dove dominano l’omologazione (modello insuperato Orwell) e il capitale (modello insuperato Marx) perché l’infelicità nacque quando da «io sono» si passò a «io ho». Un mondo sotto dittatura dove l’ambiente è maltrattato (il tema è sempre stato uno degli alberi portanti delle sue preoccupazioni), dove l’egoismo e l’avidità dominano, dove la violenza sulle donne è la regola. Insomma il suo monumento animato (e da vivo), la summa del suo pensiero, il risultato di una carriera.

La protagonista femminile è Claudia Mori, in versione molto sensuale, nello stile di Milo Manara come si intravede già nella prima puntata e come mostra il booklet del doppio cd Adrian dove Claudia Mori inscena uno spogliarello ad Adriano prima distratto dal giornale, infine attratto da lei in un intreccio di gambe. Intanto come i dieci piccoli indiani spariscono alcuni protagonisti dello spettacolo live. Il primo ad abbandonare era stato Teo Teocoli, seguito da Michelle Hunziker. Ora pare che anche Ambra Angiolini non sarà più della partita: troppa vaghezza, poco Celentano, meglio defilarsi.

22/01/2019 – Corriere della Sera

Exit mobile version