Grande suspense, alla fine il Molleggiato arriva e parte lo spettacolo con il cartoon di Manara. Il sindaco Sboarina: «Artista di esemplare disponibilità». Le gag di Scali e Frassica vestiti da frati che cercano volontari
di Enrico Presazzi
È apparso in scena quasi all’improvviso alle 22.05 Adriano Celentano, sul palco del teatro Camploy, in diretta tivù su canale 5 da Verona, a fianco di Natalino Balasso, attore di Rovigo, gran mattatore delle serata. «Avete pagato per non vedere Celentano, eh? Bravi», aveva appena ironizzato Balasso – ma ci sono delusioni peggiori di questa. La condanna è essere costretti a restare a casa a sentire gli spot di Celentano a tutto volume». E l’annuncio, accompagnato da tuoni e fulmini: «Sembra che non c’è, ma quando arriva rompe i c…oni». Ed eccolo il Molleggiato in carne e ossa, felpa e canottiera scura. accolto da un coro di «Adriano, Adriano» e dall’intero teatro in piedi ad applaudire. Un delirio. «Ti amo», urla una ragazza. Celentano esordisce dicendo «C’è qualcosa che bisogna cambiare…». Poi un siparietto con Balasso sulla «cosa» da cambiare. Adriano quindi si avvicina al maestro Celso Valli, prende un sorso d’acqua dalla bottiglia. «Bevi vin», grida un’anziana veronese. Balasso fraintende: «Bevimi? Qui c’è gente in calore». La gag scalda la platea. «Alla salute», dice Celentano ed esce. Parte «Adrian», il cartoon con i disegni del maestro veronese del fumetto Milo Manara. Prima dell’inizio, grande attesa tra il pubblico: Adriano ci sarà o no?
Il sindaco
Il sindaco Federico Sboarina, che aveva assistito anche a qualche spezzone delle prove nei giorni scorsi non si sbilanciava: «Ho avuto modo di incontrare Celentano in questi giorni, un artista di una disponibilità esemplare». E gongolava all’idea della ribalta nazionale conquistata da Verona. I rumors della vigilia sono tutti azzerati: il gossip sui presunti malumori (e addii) di Michelle Hunziker e Teo Teocoli restano fuori dal portone. Gianmarco Mazzi, il manager veronese responsabile dell’organizzazione generale dell’evento, è arrivato in sala verso le 21 e controllava la platea con un sorriso soddisfatto. Luci sul palco: ecco la Dogana, un tavolino al centro con un mappamondo. Sulla sinistra, un tavolo da osteria, le comparse con un «goto» di vino. A destra le altre comparse reclutate nei giorni scorsi, tutti veneti. Sullo sfondo, lo schermo proietta una grande Arca che galleggia sulle onde, al centro un portone a cui tutti chiedono: «Quando si aprirà?». Natalino Balasso gioca sul gossip della vigilia: «Fatti vedere Adriano, hanno detto che anche Bob Marley ha dato buca. Pentiti Adriano, pentiti, pentiti». Si parte con il rock, il pubblico acclama: «Adriano Adriano», ma sul palco compaiono Nino Frassica e Francesco Scali, vestiti da frate per selezionare i candidati per salire sull’Arca. Tra loro agita le braccia il veronese Leonardo Tarcisio Rebonato, «per farmi notare». «Sono una persona gentile anche con le persone che mi fanno arrabbiare» spiega. Ed è il primo a fare aprire il portone dell’arca.
22/01/2019 – Corriere del Veneto