Adriano Celentano, la nostra storia in una voce e in sei canzoni
Nella seconda puntata del suo show televisivo molte meno parole e molte più canzoni. Dovrebbe essere sempre così…
Dopo cena ho acceso la televisione, cosa che faccio di rado, e ho premuto il pulsante del 5, cosa che faccio ancora meno. Mi era venuta la curiosità di guardare “Striscia la notizia”, per capire se sta continuando una serie di servizi sui concorsi musicali (magari ne riparleremo quando sarà finita). E un servizio c’era, in effetti (ma, appunto, magari ne riparleremo). Finito quello ho parlato un po’ con mio figlio, che sta lontano e ci salutiamo ogni sera con FaceTime, e avevo abbassato il volume del televisore, anziché spegnerla. Dopo aver salutato mio figlio ho guardato lo schermo, e ho visto che stava per cominciare il programma di e con Adriano Celentano.
Sulla prima puntata della trasmissione avevo letto cose piuttosto critiche (una in particolare scritta in maniera molto divertente, ma non voglio fare propaganda a un’altra testata e non dirò dove l’ho letta, dirò solo che l’ha scritta Paolo Madeddu), e per un momento mi sono chiesto se lasciare la TV accesa o spegnerla e andare a letto a leggere. Più per pigrizia che per volontà sono rimasto seduto sul divano: e ho fatto bene, anzi benissimo.
Perché in poco meno di un’ora ho ascoltato Adriano Celentano (prima da solo, poi con Gianni Morandi) cantare sei canzoni. E quando canta Celentano, amici, bisogna starlo ad ascoltare.
L’avevo già scritto sette anni fa, qui e qui, dopo aver assistito ai suoi due spettacoli all’Arena di Verona, e lo riscrivo qui e ora:
…sentir cantare Adriano Celentano è una gioia (sentirlo parlare un po’ meno) e se mettesse in piedi una scaletta di greatest hits, con quel repertorio pazzesco di cui dispone, potrebbe iniziare un neverending tour: lui, Fio Zanotti, la band e le sue canzoni. Non servirebbe altro. Ma, temo, non succederà. Ed è un peccato, davvero.
Comunque: “Una carezza in un pugno”, “Rip it up”, “Il ragazzo della via Gluck”, “Ti penso e cambia il mondo”, “Pregherò” e “Azzurro” sono le sei canzoni che Celentano (con Morandi per le seconde tre, e con Maria De Filippi a tenere a bada i due vecchi ragazzi) ha cantato nel tempo in cui sono stato seduto davanti alla televisione. E siccome sono un vecchio ragazzo anch’io, mi sono emozionato, e intenerito, e commosso. Celentano ha nella sua voce un pezzo di storia del nostro Paese, e un pezzo della storia mia. E gli sono riconoscente di aver cantato per me.
(…poi è arrivato uno con la barba a parlare di una storia che non capivo granché, e ho spento la TV e mi sono messo qui a scrivere queste parole).
Franco Zanetti
14/11/2019 – Rockol.it