Economia. Ansia. Crisi. Stress. Paura. Risposta? Mutui e prestiti. Qualche giorno fa vi abbiamo parlato di una canzone di Adriano Celentano, lo smolleggiato, che già negli anni 70 lanciava un SoS all’economia italiana. Ebbene, da qualche giorno svetta nelle hit musicali un nuovo testo di Celentano. Tema? Il Mutuo? Un mutuo in senso lato, un termine usato per parlare del presente ma anche e sopratutto del futuro.
“Se non vuoi che fra di noi/Succeda una spaccatura/di dimensioni internazionali/NEXTIGORL IUON THE DRAISEN” Spiegato da Celentano in modo molto chiaro ed eloquente: “… smettila/di incaponirti/nel volere acquistar/senza soldi/ciò che non puoi”
Eppure siamo tutti convinti che per acquistare una casa basti il prestito, ma nessuno fa conto che con la crisi anche le agenzie hanno poca liquidità! Celentano, in questa canzone si trasforma in un ottimo consulente, quasi un padre di tutti e spiega qualcosa che forse troppi non pensano, quando si stipulano delle rate bisogna sempre stare attenti, ma di questo ne scriviamo tutti i giorni, e voi cari lettori, tutti i giorni apprezzate i consigli che i nostri esperti vi danno. Vediamo un pò cosa ci consiglia lo Smolleggiato.
“I debiti uccidono/…/Diffida di chi ti vuole vendere/specie quando dicono:
non importa se ora non paghi/basta mettere una firma/sul mutuo
e diventerai un bel padrone/”
Quando si firma un mutuo, specie quelli ipotecari la casa acquistata con il mutuo non è propria ma è della banca o dell’istituto di credito sino a che non si termina di saldare il debito.
La musica tipica del Celentano ultimi anni, ci accompagna in una vera lezione di vita. E così analizza i problemi della società attuale, lo stress dei tanti pagamenti e delle cedole arretrate che spesso avvilisce l’italiano medio.
Ma anche la crisi economica nel Paese non si arresta, e, anche tra le righe della canzone Il mutuo, l’attento osservatore del Paese reale, coglie aspetti tipici della società italiana e forse anche europea.
“ci dobbiamo fermar…/soltanto così/l’Italia si salverà/serve solo un po’ di coraggio/per davvero ricominciare/…/e ridare un volto alle città”
Qualche consiglio che forse farebbero bene ad ascoltare anche gli amministratori, per ridare vita a quartieri, borghi e città, perchè dopo una sorta di italianissima rinascita per Celentano “Risorgeranno i calzolai/per ricostruire l’incanto violato/…/E i carpentieri che con animo artistico riscoprono la bellezza,/il seme di ogni forma di vita/lontani da quei loculi quadrati di cemento/”
Narra lo Smolleggiato di una società triste e sola, impegolata come non mai in una sorta di corruzione che, a suo vedere contamina un pò tutti i gradini della politica, è però necessario cambiare ed infatti suggerisce Celentano: “a per cambiare un po’ ci costa/Fino a quando noi non ci saremo liberati
ma per cambiare un po’ ci costa/”
Bisogna cambiare ed uscire dalla globalizzazione, che secondo Celentano “ama giocare coi nostri guai”
E poi ecco che all’orizzonte nel testo dello Smolleggiato appare la paura che da mesi terrorizza tutti, non poteva non essere citato lo spread! Suggerendo anche una modalità per frenare il terrore che questo strano vocabolo semina tra la gente “l’unica via contro lo Spread/IUES/per una sana e angelica economia:/è la decrescita” Il testo tutto da sentire si conclude con un vero ennesimo ed innovativo suggerimento al Governo. Frenare la recessione per Celentano si può attraverso la decrescita perchè essa può aiutare l’Italia “Senza abbassare lo stipendio/di chi non ci arriva alla fine del mese rinunciando a qualcosa/”
Il testo sembra parlare di un mutuo non economico ma sociale, una sorta di investimento collettivo per la ripresa di un Paese in crisi. Tra le righe della canzone, specie verso la fine si intravvede una lucidissima analisi politica che ha sicuramente visto un attento studio economico. Ed allora stipuliamo o no questo mutuo con il futuro?
Per il cantante diventato per un giorno suggeritore della classe politica:
“è inutile poi andar in Cina/GESCO UAN MI/in cerca di un nuovo profitto/…/E’ solo questione di tempo/…/verrà il giorno che pure la Cina si inceppa
…/Siamo vittime di un crollo economico mondiale.”
Ricorda lo smolleggiato che dopo la Seconda Guerra Mondiale, la crisi, la recessione e poi il boom, il grande Boom economico, quello di cui lui stesso spesse ha cantato negli anni in cui la bella Milano emergeva e sparivano i verdi prati mentre nasceva via Gluck.
Oggi Celentano vede nella bellezza italiana una possibile soluzione alla crisi, e la vede in una Italia che, forse costretta deve pianificare la decrescita anzichè la crescita.
“Anche se i partiti e i governi arraffoni di tutto il mondo/dopo il famoso Boom economico…/l’hanno mezza massacrata…/Ma noi possiamo ricominciare,/e fare le cose da capo,/perché lei è lì/è lì che ci aspetta
fin dalla notte dei tempi”
22/12/2011 – Mediterranews.org