Bonolis risponde a Celentano: «Italiani sensibili a Gaza» Mori: lui rinunci a Sanremo
IL DIBATTITO LA LETTERA AL «CORRIERE» SUL VARIETA’ TV MENTRE IN PALESTINA SI MUORE
Carlucci: grazie Adriano, conta distrarsi un po’
Il conduttore del Festival annuncia che probabilmente ci saranno anche «finestre» per parlare di attualità
MILANO – La televisione e la tragedia. Il divertimento e la guerra a Gaza. Fa discutere l’ intervento di ieri di Adriano Celentano sul Corriere in cui si rivolge a Milly Carlucci dicendo che il suo «Ballando con le stelle» (Raiuno) offre «brevi attimi di respiro per un’ Italia nel bunker, decisa a non voler pensare (finché si balla) a chissà quali tragedie leggeremo l’ indomani sulla striscia di Gaza». Interviene la destinataria della lettera: «Voglio ringraziare Celentano di questa bellissima cosa. Se si riesce a portare un sorriso in un momento di tristezza, un po’ di serenità, è una ricchezza enorme», dice Milly. E aggiunge: «Quando ho letto le biografie di grandi attori italiani come Sordi e Totò, ho scoperto che durante la guerra i teatri di Roma erano pieni di gente proprio quando la città era occupata». Una replica a Celentano arriva anche da Paolo Bonolis: «Non credo che gli italiani smettano di pensare alle stragi di Gaza anche se guardano un programma televisivo. Anche quando è andato in onda lui una parte dell’ Italia è rimasta chiusa in casa per vederlo, eppure nel mondo succedevano certamente cose più importanti». Sul rapporto fra intrattenimento e informazione in tempo di guerra il conduttore tira la volata al Festival di Sanremo che condurrà fra poche settimane: «Molto probabilmente lì ci saranno delle “finestre” per guardare alla realtà del mondo, al di là dello spettacolo». Gli risponde Claudia Mori, moglie e manager di Celentano: «Se Bonolis è così sensibile come dice invece delle “finestre” forse dovrebbe addirittura non fare Sanremo». Quella di Celentano sembra una strigliata alla tv – tutta o solo al servizio pubblico? – che non offre abbastanza spazi di riflessione quando c’ è una guerra in cui «i palestinesi hanno ragione ma anche gli ebrei non hanno torto, però ci sono più di ottocento morti di cui la metà sono civili, donne e bambini». Aggiunge la Mori: «Credo che Adriano abbia voluto evidenziare l’ iperbole di questo mondo: mentre noi guardiamo “Ballando”, programma nel suo genere ben fatto, c’ è la guerra. Dal mio punto di vista in tv non c’ è un vero equilibrio nel prime time fra le trasmissioni di disimpegno e i programmi di informazione, soprattutto nel prime time. Ci vorrebbe un accento più forte sulle tragedie come la guerra a Gaza». Sull’ equilibrio fra riflessione ed evasione dice la sua la Carlucci: «Il pubblico di Raiuno ogni giorno ha un’ offerta immensa, con tg che punteggiano la giornata. La realtà, l’ informazione è ben presente nel palinsesto. La sera ci si può dedicare a una, speriamo, garbata evasione, un momento di respiro, di sogno». Parla anche Giovanni Minoli che accetta la provocazione di Celentano: «Noi per cinque giorni di fila abbiamo messo in onda tutta la storia dei rapporti fra arabi, palestinesi, e israeliani, 30 anni di scontri e trattative raccontati con materiali esclusivi da “La storia siamo noi”. Certo lo abbiamo fatto alle 8 del mattino e penso che si dovrebbe osare di più. La tv dovrebbe essere più attiva, più incisiva. Il palinsesto è come il menabò di un giornale: lo si può far evolvere in relazione ai fatti oppure, come avviene, lasciarlo pietrificato». Andrea Laffranchi
Laffranchi Andrea
14/01/2009 – Corriere della Sera