Celentano, 80 anni da ragazzo
di Giuseppe Frangi
Come può un ragazzo compiere 80 anni? È la domanda che noi, come milioni di italiani, ci facciamo davanti al compleanno più inverosimile che si possa immaginare: quello di Adriano Celentano, nato il 6 gennaio del 1938. Cioè ottant’anni fa. Celentano e l’anzianità sono due categorie inconciliabili. Ed è forse per questo che da un po’ di tempo tende a non farsi vedere, a parlare solo per testi scritti, inviati dalla sua reggia perfetta, la grande casa di Galbiate, dove vive con colei che sta al suo fianco da 54 anni, Claudia Mori.
Pensieri come schegge. In un paese di vecchi come il nostro, Celentano rappresenta un baluardo di giovinezza. Come un ragazzo è perennemente acerbo, non ha mai tenuto di passare per un dilettante, di dare voce a passioni venate di travolgente ingenuità. Il fisico lo ha sempre aiutato in questo, con quelle giunture molleggiate che gli hanno permesso di essere rock sino all’altroieri. Celentano è sempre rimasto giovane anche nei ragionamenti. Non ha mai avuto timore di essere fuori moda, di mettersi di traverso anche rispetto a chi lo credeva schierato dalla propria parte. Come un ragazzo non ha mai avuto il problema di avere un pensiero compiuto, una posizione “adulta” e coerente. I suoi ragionamenti sono come schegge suggestive, che è vano inseguire, ma che ogni volta hanno lasciato il segno su chi li ha ascoltati.
Idealismo e vita da sognatore. Dei giovani ha conservato anche quell’idealismo che lo spinge a difendere un’idea ad oltranza, senza preoccuparsi di dover affrontare una dialettica. È un predicatore, è stato detto. Ma a differenza di chi pontifica cercando di conquistare consensi, lui provoca, quasi si divertisse a perderli i consensi. Da eterno ragazzo non è bravo a fare i calcoli e a impostare strategie. Va sempre dove il cuore e il sentimento lo portano. Dai tempi del Ragazzo della via Gluck è stato un irriducibile sognatore, come solo gli adolescenti sanno esserlo. Gli hanno detto che non ha mai superato un dilettantismo intellettuale, ma lui non ha mai pensato di essere altro: un dilettante con diritto di parola.
Fuori dalla gabbia. Per lui la popolarità non è mai stato un trono su cui sedersi e passare alla rendita. Al contrario ha usato la popolarità come un pungolo, anche a costo di farsi detestare da chi lo aveva sempre adorato. Come un ragazzo, gli è sempre piaciuto giocare a non farsi prendere. A scappare fuori dalla gabbia di ogni etichetta. Certamente scappa fuori dalla casella anagrafica degli ottuagenari nella quale, stando ai numeri, dovrebbe entrare.
Altro che numeri. Ma per Celentano anche i numeri seguono un’altra logica, da quel giorno che cantò e fece cantare a tutt’Italia (era l’anno 1961) 24mila baci. Un invito a non fare troppe contabilità nell’amore come nella vita. Celentano è bello festeggiarlo così, senza fare di conti, neanche con l’età.
05/01/2018 – Bergamo Post