Adriano Celentano compie 80 anni. Un compleanno che in questa strada all’ombra della stazione Centrale non può passare inosservato
di MARIANNA VAZZANA
Milano, 6 gennaio 2018 – «Io gli auguro di restare così per altri 80 anni, con il cuore di un bambino». «Io vorrei dirgli che ho 21 anni e che a scuola mi chiamavano “Il ragazzo della via Gluck” perché vivo qui…». «Ogni tanto le persone mi chiedono di entrare in cortile per vedere il palazzo in cui è nato Il Molleggiato». Sono alcuni dei commenti raccolti in via Gluck per gli 80 anni di Adriano Celentano. Un compleanno che in questa strada all’ombra della stazione Centrale non può passare inosservato. Auguri oggi dagli abitanti, dai commercianti, da chi passa anche solo per leggere «via Gluck» sulla targa. La via resa celebre proprio dal Molleggiato grazie alla ballata “Il ragazzo della via Gluck” presentata al Festival di Sanremo nel 1966. Esclusa dopo la prima serata, conquistò un successo strepitoso subito dopo. Un successo mai sopito, ingrossato anzi nel tempo dall’affetto verso il suo autore e di conseguenza verso la strada, considerata ancora oggi, in certi suoi scorci, come un baluardo della vecchia Milano.
Il palazzo al civico 14, la mitica casa di ringhiera che ispirò Adriano, è meta di pellegrinaggi tuttora. E due anni fa, in occasione dei 50 anni della canzone, è stata teatro di un flashmob che ha richiamato centinaia di persone. Certo, c’è da dire che «di italiano ne è rimasto solo uno: il mio compagno – rivela Anastasia Yadyhina, 24 anni, bielorussa -. Ogni tanto c’è chi mi citofona chiedendo se davvero questo è il “palazzo di Celentano”». Facce perplesse, invece, tra egiziani, indiani e peruviani che vivono nel palazzo e che spalancando la porta, al sentire il nome del Molleggiato, sgranano gli occhi e restano muti. «Ma chi ha conosciuto Adriano non può dimenticarlo. Io di anni ne ho 89, lo ricordo quando giocava al bar e cantava. Da adolescente era già una celebrità», sottolinea Marisa Poli, in via Gluck da 60 anni.
E poi c’è chi si sta dando da fare per lasciare un segno perenne in sua memoria: «Apporremo una targa celebrativa, approvata dal Consiglio di Zona 2 nel 2013. Manca solo l’ultima parola di Celentano», spiega Pippo Amato di “Amici della Martesana-Greco”. Ancora, il Bar Gluck che ha ridato vita a uno spiazzo che prima era un tappeto di sosta selvaggia, sogna «il completamento della riqualificazione – ribadisce il titolare Sebastiano Lo Monaco – con una porzione verde, per ricordare Il ragazzo della via Gluck». Come dimenticare, poi, il Museo del Manifesto cinematografico (ora in via Zuretti) che lo omaggia ogni giorno, con locandine di suoi film e un murale? Se di solito è al festeggiato che si offre un regalo, in via Gluck sono i cittadini a chiederne uno al Molleggiato: «Adriano, torna a trovarci». Giuseppe Papandrea del ristorante Terra e mare lo lo invita nel suo locale, mentre il cliente Giorgio Baesso gli sussurra che prima di tutto l’invito deve essere «per la signora Claudia Mori. Se è lei ad accettare per prima, saremo a cavallo».
06/01/2018 – Il Giorno