Celentano, così lo spread diventa una star
di Alessandra Comazzi
Basta con la politica, questa politica che ci atterra e ci delude, ci affanna e non ci consola mai. Lo spread è la nera star. Celentano, che la vede sempre lunga, l’ha capito e non a caso ha titolato il suo immaginifico concerto-requisitoria Rock Economy, portandovi a intervenire Jean Paul Fitoussi, l’economista francese, gran conoscitore dell’Italia, che ama ricordare come noi «continuiamo a vivere d’illusioni». Si è parlato di decrescita, della felicità che non si misura con la ricchezza, di uguaglianza, lavoro, salute e cultura. Dello sviluppo e dell’economia che sono il problema, non la soluzione. Un programma-pistolotto, talvolta, ma suggestivo: una buona televisione, di parole, immagini e canzoni, ce ne fossero. I momenti difficili, alla fine, ispirano. Correva l’anno 1933, la crisi del ’29 gettava le sue gelide folate su tutta l’Europa. E il napoletano Rodolfo De Angelis cantava Ma cos’è questa crisi?, canzonetta solo apparentemente disimpegnata. Sentite: «L’esercente poveretto non sa più che cosa far/ e contempla quel cassetto che riempiva di danar/. Si contenti a guadagnare quel che è giusto/ e non grattare, e vedrà che la crisi passerà». Quel bel buon senso che soltanto una valutazione superficiale potrebbe tacciare di qualunquismo.
Il cinema di questi mesi coglie al volo il tema: «All’ultima spiaggia», di Gianluca Ansanelli, racconta di un nuovo reality tv, dove vince il più disperato, il miglior protagonista di storie che raccontano le diverse forme di precariato: lavorativo, familiare, sociale, sentimentale. «The Brussels Business», di Friedrich Moser e Matthieu Lietaert, viene definito «doku-thriller»: è un documentario che studia l’influenza delle lobby in Europa. E non è una bella influenza. «Margin Call», di J. C. Chandor, regista esordiente, con Kevin Spacey e Jeremy Irons, narra di una banca che, appoggiandosi su azioni virtuali, sta praticamente fallendo. E, sempre a proposito di banche, ecco il teatro. Bebo Storti e Fabrizio Coniglio portano giovedì 11 in prima nazionale, al Carignano di Torino, per l’apertura della stagione di Tangram Teatro, «Banche – Un ladro in casa», sottotitolo: «Come alcuni Istituti bancari nazionali hanno bruciato risparmi di una vita di pensionati, vedove e operai Fiat». Una «commedia all’italiana» costruita su testimonianze dirette e atti processuali. Si racconta di tante persone comuni, che si fidavano del loro referente in banca, convinti a investire l’intera liquidazione in Bond argentini, o i risparmi di una vita in titoli Parmalat destinati a trasformarsi in cartaccia. La «Rock economy» di Celentano chiude il cerchio. Se non altro della consapevolezza.
09/10/2012 – La Stampa