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Celentano è un (bel) mistero

Joan Lui - Ma un giorno nel paese arrivo io di lunedì

di Andrea Scanzi

Bentornati a Celentanonews, la rubrica che ogni tanto si impossessa di questa pagina. Ieri, nei miei 20 chilometri di corsa del venerdì, mi sono imbattuto in un’altra canzone “minore” di Adriano. Ha un tiro mostruoso, mette una gran carica (la consiglio a chi corre quando si prova il test di Cooper) ed è semplicemente as-sur-da. Negli arrangiamenti, nei cori gregoriani, nelle aperture orchestrali. Nella chitarra che cesella e taglia con raro pregio. E nel testo consuetamente evangelico. La canzone si intitola “Mistero” ed è tratta dalla colonna sonora di “Joan Lui”: uno dei più grandi flop della storia del cinema italiano. Anno 1985. Non so se ne conoscete la storia. Adriano aveva questa fissa di interpretare un predicatore che in realtà è il nuovo Messia. Mario Cecchi Gori era giustamente terrorizzato e infatti ogni volta prendeva tempo. Alla fine accettò, a patto però che Adriano facesse prima “Lui è peggio di me” e poi “Il burbero”. Così accadde. Il film costò 20 miliardi e ne incassò a fatica 7. A Cecchi Gori si aggiunsero per strada Berlusconi e alcuni capitali inglesi. Celentano scelse una squadra di ballerine e ballerini americani che arrivò prima delle riprese, fu usata poco e se ne stette per settimane in hotel a Roma: solo per pagare il loro soggiorno, buona parte del budget previsto fu bruciata. Il film uscì nelle sale (sul serio) il 25 dicembre 1985 e fu distribuito nei cinema (sul serio) con elicotteri ad hoc. Dopo le riprese, durate troppo tempo, la produzione tolse le pellicole dalle mani di Adriano per non fargli perdere tempo. Il montaggio, ma pure lo sviluppo delle pellicole, furono fatti clamorosamente a cazzo. Lo si capisce dai colori che ogni tanto cambiano, dai tagli con l’accetta e da altri errori marchiani. La prima versione durava 163 minuti: un’enormità. Il pubblico non gradì e la critica lo massacrò. La produzione, di nascosto, corse ai ripari e tagliò il film di una trentina di minuti. Non funzionò lo stesso. Adriano, all’oscuro di tutto, lo venne a sapere da un’ammiratrice (che aveva visto al cinema entrambe le versioni) e fece causa. Disse anche di non voler fare “Il burbero”, ma poi lo fece. E perse la causa. Alla fine acquisì i diritti del film e lo rimontò a modo suo. L’opera fu trasmessa su Canale 5 nel 1988. Esiste in Dvd. E’ un film così megalomane, assurdo e improbabile che ho una gran voglia di rivalutarlo.

Qua sotto trovate la parte che riguarda la canzone “Mistero” (ah: ovviamente la colonna sonora è ottima e la canta tutta Adriano, a parte Claudia Mori in un caso e Rita Rusic in un altro). E’ un video semplicemente oltre ogni leggenda. Siamo oltre. Un concentrato di assurdo, delirio e genio. Nello specifico:
– Accanto ad Adriano ci sono Gian Fabio Bosco e Mirko Setaro, che voi conoscete come “Gian di Ric e Gian” e “uno dei Trettrè”. Sono i primi a chiedersi che diavolo stiano facendo lì.
– Adriano è l’unico al mondo che, di fronte a Jarak/Satana (il nemico del film), decide di sfidarlo con un gorgheggio canoro (dal minuto 1.35 al minuto 2 circa), durante il quale Celentano mostra un’altra volta tutta quella vagonata di carisma che gli permetterebbe d’essere efficace anche se lessasse le pulezze in prima serata.
– Al minuto 2.05, dopo un fermo immagine surreale con Gian che fa una faccia da leggenda, arriva il corpo di ballo e la canzone vira meravigliosamente sul sinfonico: così, dal nulla. Qui l’intento è chiaro: andare a caso. E ci si riesce alla grande.
– Parla poi Jarak, cioè il Maligno, che ha la stessa voce di Adriano e che viene preso in giro dai tre che ripetono cantilenando tutto quel che lui dice. Celentano, che è pazzo, per il ruolo di Satana sceglie qui Haruhiko Yamanouchi, attore giapponese naturalizzato italiano. Famoso come danzatore e coreografo, negli Ottanta diventerà attore. Lo si vedrà anche in “7 chili in 7 giorni”, “Nirvana” e di recente pure in “Wolverine”.
– Nella parte finale, Adriano e il Maligno si sfidano con gli sguardi, ed è evidente come entrambi facciano i salti mortali per non ridere.
– Alla fine, arriva una telefonata e la cornetta si mette a volare senza alcun senso. Me-ra-vi-glio-so.

Concludendo: Adriano Celentano è geniale anche quando non vuole. (E questa canzone ha proprio un gran tiro).

11/05/2019 – La pagina ufficiale di Andrea Scanzi su Facebook

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