“A Beppe dico un solo no: il referendum sull’euro”
Adriano Celentano, come si sta nei panni del vincitore? Dico così perché il suo sostegno a Beppe Grillo è stato totale e manifestato pubblicamente. Credo sia la sua prima vera vittoria politica. O sbaglio?
«Non credo di aver vinto qualcosa, se non il grande regalo che Grillo ha fatto a tutti gli italiani, compreso me».
Si attendeva che potesse ottenere un risultato così sorprendente nei numeri, tanto da risultare alla fine il primo partito alla Camera?
«Fin dai suoi primi interventi, e parlo di qualche anno fa, ho subito visto in lui il SEME del cambiamento. Quel seme che, sotto le fronde della sua innata comicità, si nascondeva, forse volutamente, ai tanti FARISEI concentrati solo a deriderlo. Lui ha incarnato la rabbia degli italiani, stanchi di essere spudoratamente MANIPOLATI per i loro sporchi interessi e giochi di potere in tutti i settori».
Sia sincero, il programma di Grillo, che ho letto, appare a tratti confuso e farraginoso. A tratti anche banale. Lei lo ha letto? Come lo giudica?
«Si, l’ho letto. Non ho trovato niente di banale. Può darsi che manchi qualche voce per essere perfetto, ma gran parte dei suoi punti sono condivisibili: L’ABOLIZIONE DEL FINANZIAMENTO ai PARTITI, l’ABOLIZIONE delle PROVINCE che nessuno ha voluto fare, l’ABOLIZIONE della DEVOLUTION fatta dalla Lega che, affidando il finanziamento alle regioni non fa altro che accentuare le differenze fra i territori dove, anche non volendo, è facile cadere in comportamenti razzisti, in cui più che altro prevalgono gli obiettivi economici rispetto alla SALUTE. E ancora, la battaglia agli inceneritori che uccidono (vedi l’Ilva di Taranto), il dimezzamento dei parlamentari e altri e, senza snocciolare tutto il programma, già questi darebbero al Paese segni di vero cambiamento».
Ma per governare un grande paese non basta scagliarsi contro il cemento e puntare a energie alternative.
«Il fatto è che, persino in nome delle energie alternative, si è trovato il modo di fregare la gente, Ha visto il Molise? E’ letteralmente bombardato dalle pale eoliche. Anche quello è un modo per distruggere la terra».
Lei crede davvero che Grillo e i suoi ragazzi siano in grado di occuparsi di occupazione, di pensioni, di sanità, di temi europei, degli impegni internazionali assunti dal governo Monti, impegni che siamo chiamati a onorare?
«Lei forse non ci crederà ma se guarda più attentamente le facce di quei ragazzi così pieni di entusiasmo si accorgerà che anche il suo respiro sarà meno affannoso. “Occuparsi di occupazione”, pensioni e sanità non è difficile quando si è onesti. E per non sbagliare basta essere TRASPARENTI prima di tutto con se stessi. È questo che ci sta dicendo Grillo».
Lei mi sta dicendo che il Movimento 5 stelle sarebbe in grado di occupare sin da subito posti di responsabilità istituzionale?
«Si. Le sto dicendo questo».
Si rende conto che, visti i risultati del voto, siamo in una situazione di quasi assoluta ingovernabilità?
«Io toglierei il quasi».
E allora? Come si gestisce questo nostro povero paese?
«Bersani, che ha vinto le elezioni ma non abbastanza, dovrà sedersi al tavolo con Grillo e vedere quali sono i possibili punti di incontro. Qualcuno, per esempio, dovrà rinunciare alla Tav. E per Grillo non credo che questo sia un problema. Poi ci sono le grandi opere, gli F35, lo smaltimento dei rifiuti e tante altre cose che, purtroppo, li accomunano appassionatamente in un profondo disaccordo».
Lei sta dimenticando il ruolo del Cavaliere, una sorta di araba fenice della politica italiana. Pensi che sia finito e lui risorge, un altro uomo di spettacolo.
«Eccolo. A questo punto entra in campo il secondo vincitore: Berlusconi. Con una “vittoria” diversa da quelle a cui era abituato. Questa si
può dire che è una vittoria LAMPO. Una vittoria che se non stai attento si può perdere anche il giorno dopo, se non addirittura mentre ti consegnano il “premio di maggioranza”. Qualche punto di incontro fra lui e Bersani c’è. Tutti e due parlano di edilizia, non importa quale ma bisogna riaprire i cantieri e costruire. Anche cose che non hanno senso, ma costruire. Pare che l’edilizia sia l’ultimo baluardo contro la crisi. Senza contare che è proprio nell’edilizia l’origine del fallimento della politica. Ma basterà questo per metterli d’accordo? E quantunque lo fossero, poi dovranno sempre fare i conti con Grillo».
Ha parlato di programma quasi perfetto. C’è un tema difeso dal comico genovese sul quale non è d’accordo?
«Si. Il referendum sull’euro. Penso che uscire dall’euro sarebbe un cataclisma. Nel giro di una settimana l’Italia si troverebbe in ginocchio. Gli investitori e i grandi finanzieri si spaventerebbero, con una inevitabile fuga di capitali all’estero e con un aumento dell’inflazione dovuto a un’impennata dei prezzi sui consumi di prima necessità. Un brusco innalzamento dei costi soprattutto per quanto riguarda le fonti energetiche da cui noi siamo fortemente dipendenti. Senza contare l’effetto panico, come ad esempio la richiesta di ritirare i propri risparmi da parte dei risparmiatori. Con uno spread al massimo, il quale indurrebbe lo Stato a pagare più alti tassi di interesse ai creditori. E poi, mi domando, che importanza avrebbe questo referendum se poi risultasse vincente l’idea di non uscire dall’euro?».
Quali sono stati gli errori compiuti da Bersani e dal Pd in campagna elettorale?
«Non ho visto errori da parte di Bersani, se non quello di non aver calcolato che il tempo è cambiato. E quindi non aver capito che il tempo era Grillo».
Il voto sarebbe andato diversamente con Matteo Renzi candidato premier della coalizione di centrosinistra?
«Per certi aspetti sì. Con Renzi il Pd sarebbe stato all’altezza dei tempi, ma non so fino a che punto. Berlusconi forse non si sarebbe rituffato. Tuttavia il Pd, anche con Renzi, non avrebbe minimamente intaccato l’ascesa di Grillo. Queste elezioni erano un uragano annunciato dal quale non si poteva sfuggire»
Adriano, quale scenario politico si prefigura adesso nella sua testa di artista-politico?
«Grillo non è un irresponsabile, appoggerà il governo qualunque forma abbia. Ma non potrà assolutamente retrocedere dai punti che riguardano il suo programma: proprio in virtù di quei PUNTI lui è esploso in quel CAMBIAMENTO che gli italiani
si aspettavano».
Quindi il messaggio è?
«O i partiti faranno quello che dice lui o, altrimenti, come egli stesso prevede, si ritornerà alle urne».
(Prima di mandare le risposte Adriano Celentano fa una telefonata di conferma. Dice: «Sto scrivendo, ma non riuscirò a rispondere a tutte le domande, ci impiegherei due giorni». Chiede di lasciare in maiuscolo le parole che, come sua abitudine, vuole rafforzare).
27/02/2013 – La Repubblica