Contro la crisi invoca la «decrescita». E accusa i governanti «insensati» Spread e tempesta … l’ unica via contro lo spread per una sana e angelica economia è la decrescita… «Il mutuo» … navighiamo senza più comando in preda alla tempesta… «Facciamo finta che sia vero»
MILANO – «Smettila di incaponirti nel volere acquistar senza soldi ciò che non puoi. I debiti uccidono. Eccome…» canta Celentano in un brano intitolato «Il mutuo», di cui ha scritto musica e testo. Ieri Claudia Mori (assente il marito) ha presentato «Facciamo finta che sia vero», il nuovo album del Molleggiato (9 canzoni, 40 minuti, nei negozi dal 29 novembre) che vanta la collaborazione di Franco Battiato, Jovanotti e Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Farà discutere soprattutto per le canzoni politiche. Ne «Il mutuo» ha una sua ricetta contro la crisi: «L’ unica via contro lo spread per una sana e angelica economia è la decrescita (…) risorgeranno i calzolai per ricostruire l’ incanto violato dai condoni edilizi e i carpentieri con animo artistico riscoprono la bellezza». Se Celentano ha creato in questo brano una variante del «Mondo in Mi Settima», a loro volta Battiato, Sgalambro, con musica di Nicola Piovani, hanno composto una sorta di nuova «Povera patria» in «Facciamo finta che sia vero», che dà il titolo all’ album. «Siamo nelle mani del peggior stile di vita, nelle mani di insensati governanti che si danno il turno mentre navighiamo senza più comando in preda alla tempesta». Altra canzone militante, stavolta sulla pace, è «Non so più che cosa fare», musica di Manu Chao, testo di Celentano, contro le guerre nel mondo con un lungo finale a quattro voci (Battiato, Jovanotti, Celentano e Sangiorgi), una sorta di salmo dialogato dove la radio trasmette urla di dolore che nessuno ascolta. Decisamente politica infine anche la trascinante, originale e assai diretta «La cumbia di chi cambia», testo e musica di Jovanotti, stile Gaber, che recita: «I funzionari dello Stato italiano si fanno prendere spesso la mano (…) capita spesso che li trovi a rubare». Insomma gridi di rabbia offerti in un contesto musicale davvero curato, popolato da tanti personaggi come Anna dalla vita noiosa o «preti che gestiscono segreti» in «Fuoco nel vento» firmata Jovanotti. Ci sono anche brani leggeri come la già nota «Non ti accorgevi di me» con Sangiorgi, modernissima nell’ impasto sonoro seguita da «Ti penso e cambia il mondo» firmata da Pacifico. La chicca, fra le canzoni pop, è la rilettura, con intro orientaleggiante, di un classico del passato, «La mezza luna», un cha-cha-cha che fu un successo antico dello stesso Celentano. Raphael Gualazzi arrangia i fiati e suona il pianoforte. Come sempre Celentano sa scegliere i collaboratori e il disco suona bene e quasi sempre cattura. Diviene un poco indigesto quando l’ afflato ecologista o umanitario assume i connotati pedanti della predica espressa senza alcuna mediazione poetica. Celentano apparirà in tv? «Dove e quando non è dato di saperlo» dice la Mori. Potrebbe andare da Santoro, o da Fazio o da Fiorello. Quanto alla possibilità di un concerto-evento Claudia Mori non esclude che possa aver luogo l’ anno prossimo. Al Tg1 delle 20 Celentano con una telefonata parla di «un grido di rabbia, un disco a sfondo sociale, con delle arrabbiature vere: credo di interpretare la rabbia di tutti in questo momento». E farà un concerto per Beppe Grillo a Genova, come si dice?, chiede Mollica. Adriano nega.
Luzzatto Fegiz Mario
25/11/2011 – Corriere della Sera