Claudia Mori: “Caro Fini, il sedere voi maschietti toccatevelo da soli”
In riferimento ad un articolo di Massimo Fini sulla questione “molestie sessuali” di cui tanto si parla in questi giorni e che potete leggere cliccando QUI, Claudia Mori oggi tra le pagine de Il Fatto Quotidiano, ha così risposto:
Claudia Mori: “Caro Fini, il sedere voi maschietti toccatevelo da soli”
Egregio signor Fini, ho letto il suo articolo apparso ieri su il Fatto Quotidiano e l’ho trovato insopportabile per le volgarità di pensiero che esprime contro le donne.
La violenza mal celata verso l’essere umano femminile che ancora osa “sculettare” e provocare!
Ancora oggi, nonostante centinaia di uccisioni e violenze sulle donne, lei fa fatica a capire che la vostra violenza comincia proprio con la mano appoggiata volgarmente sulla gamba di una donna da parte di uno sconosciuto. Un atto intimo ingiustificato se non con la vostra prepotenza sessuofoba e irrefrenabile.
HA FATTO BENE a dimettersi il ministro della Difesa britannico autore del gesto “divertente”.
Perché una donna dovrebbe subire in silenzio una confidenza del genere da parte di uno sconosciuto?! Perché il signor Hoffman si permette di dire quella battuta schifosa e volgare in pubblico ad una giovane diciassettenne lavoratrice che gli porta (ahimè) la colazione: “Oggi vorrei un uovo sodo e un clitoride alla coque”?
Perché purtroppo la cultura che vi contraddistingue quando parlate delle donne tra voi maschioni da bar sport è sempre la solita. Lei si scandalizza solo se a Dustin Hoffman non verrà assegnato l’Oscar e non perché la volgarità e la violenza di quella battuta è già uno stupro, impunito.
Per lei, invece, diventiamo addirittura “soggetti pericolosissimi” se reagiamo finalmente alle vostre aggressioni, e suggerisce di partire al contrattacco: ma cosa farebbe di peggio? Ah… sì, vorrebbe accusare di calunnia la donna che denuncia o rende pubblica una molestia. Tanto esiste la prescrizione e il colpevole se la caverebbe ancora una volta. Perché a lei non frega niente che le leggi sono già dalla vostra parte: le pene non sono mai adeguate al dolore, all’umiliazione e alla sofferenza di una donna violata e offesa.
LA COLPA, lei sostiene, è delle “giovani” donne (e le vecchie?) che, “sculettando vestite sommariamente”, vi provocherebbero, giustificando la violenza.
Caro signor Fini, auspico che sia arrivato il momento di denunciare e far conoscere ogni sopraffazione e volgarità anche se subita dieci, venti, trenta anni fa o oggi da parte di voi uomini.
E da adesso in poi, per scaramanzia, toccatevi il vostro di sedere, non quello di una donna.
08/11/2017 – Il Fatto Quotidiano
Fabrizio