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Da Vittorio De Sica a Meryl Streep, i partner mancati di Adriano

Collage Collaborazioni mancate con Celentano

Nel corso della sua lunghissima carriera Adriano Celentano ha avuto modo di lavorare con tantissime personalità del mondo dello spettacolo, compresi nomi come Federico Fellini, Mina, Pietro Germi, Giorgio Gaber, Alberto Lattuada, Anthony Quinn, Paolo Conte (si potrebbe andare avanti per ore), ma anche ovviamente tante occasioni di partnership mancate, alcune delle quali clamorose.
In questo post, cerchiamo di elencarle:

Renato Salvatori, Anthony Franciosa e Anthony Perkins in Italiani brava gente
Adriano avrebbe dovuto interpretare il ruolo di un soldato siciliano in ritirata dal fronte russo, durante la Seconda Guerra Mondiale, in Italiani brava gente di Giuseppe De Santis, da girare nell’inverno del 63 in Russia. Ad accompagnarlo un cast corale di ampio rilievo ed internazionale: Renato Salvatori (già apparso in due capolavori assoluti del cinema come I soliti ignoti di Monicelli e Rocco e i suoi fratelli di Visconti), Anthony Perkins (il Norman Bates di Psyco) e Anthony Franciosa. Ma Adriano decise all’ultimo momento di rinunciare a partire per la Russia (pagando una grossa penale).
Successivamente il film subì qualche ritardo ed uscì solo nel 1964 con il cast stravolto.

Monica Vitti in La ragazza con la pistola
Monica Vitti, nel film che la lanciò definitivamente come attrice comica dopo essere stata per anni la musa di Antonioni, avrebbe dovuto avere come partner Adriano Celentano: il regista Mario Monicelli, infatti, scelse proprio lui per interpretare il siciliano Vincenzo Macaluso, che rapisce e seduce una compaesana (la Vitti) per poi scappare il giorno seguente in Inghilterra, costringendo quindi la donna a recarsi nel Paese inglese, armata di pistola, per vendicare il suo onore.
All’ultimo momento Adriano abbandonò il progetto in favore del Serafino di Germi, cedendo il posto a Carlo Giuffè, ma l’accoppiata con la Vitti fu solo rimandata: nel 1977, infatti, i due lavorarono assieme in L’altra metà del cielo.

Stefania Sandrelli, Milva e Nanni Loy in Serafino
Dopo una serie estenuante di valutazioni, provini e considerazioni, che pare videro coinvolti oltre duecento attori professionisti, a fine Febbraio 1968 Pietro Germi scelse Adriano Celentano come protagonista di Serafino, coronando il suo antico pallino di distaccarsi dai musicarelli e fare l’attore impegnato.
Riguardo al resto del cast, il regista genovese voleva Stefania Sandrelli per il ruolo di Lidia, cugina e amante del pastore Serafino Fiorin (ed effettivamente il personaggio, poi affidato ad Ottavia Piccolo, sembra cucito per lei). Germi stravedeva per l’attrice toscana: la lanciò nel 1961 con Divorzio all’italiana e la consacrò tre anni più tardi con Sedotta e abbandonata, poi nel 67 la mise al fianco di Ugo Tognazzi ne L’immorale. Arrivati a Serafino, non ci pensò due volte a proporglielo, ma la Sandrelli rifiutò perchè non convinta da sceneggiatura e dialoghi (più avanti, gli propose anche il successivo Le castagne sono buone con Gianni Morandi, rifiutato per lo stesso motivo, e solo nel 1972, riuscì a riaverla, affiancata a Dustin Hoffman, in Alfredo Alfredo, che fu anche l’ultimo film del regista prima della morte).
Il ruolo della passeggiatrice Asmara, invece, Germi pensò a lungo di affidarlo a Milva: la pantera di Goro lo colpì particolarmente ai provini, ma fu infine scartata in favore di Francesca Romana Coluzzi, perchè ritenuta troppo magra.
Avrebbe dovuto affiancare Adriano anche Nanni Loy, in una parte non precisata, mentre una piccola particina, nelle intenzioni del regista, sarebbe dovuta spettare addirittura a Don Backy, che inizialmente accettò con entusiasmo, salvo poi rifiutare non appena saputo della scelta del Molleggiato come attore protagonista (erano proprio i mesi in cui scoppiò la famosa querelle tra i due).

Piérre Clementi, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia
Nei ruoli del Gatto e la Volpe, Franco e Ciccio nel 1969 avrebbero dovuto far parte del cast di un film mai realizzato con protagonista Adriano: Pinocchiaccio di Nelo Risi, la storia di un impiegato pubblicitario frustrato e vittima della vita moderna, a cui cerca di fuggire con la fantasia, intersecando le proprie avventure con quelle di Pinocchio. Anche l’attore francese Pièrre Clementi doveva prendervi parte, nel ruolo di Lucignolo.
Quando Luigi Comencini, nel 1972, realizzerà per la RAI il famosissimo sceneggiato televisivo, penserà proprio al duo comico siciliano per il Gatto e la Volpe.

Bud Spencer
Nel 1972 Adriano era sotto contratto con il produttore Carlo Ponti per la realizzazione di due film: Bianco, rosso e… di Alberto Lattuada e Il bestione di Sergio Corbucci, che avrebbe proposto una coppia protagonista decisamente insolita per il cinema italiano, formata da Adriano Celentano e… Bud Spencer! Ma all’improvviso Bud decise di tirarsi fuori (“magari perché non voleva misurarsi con un attore come Adriano”, ipotizzò il regista Sergio Corbucci), il progetto venne temporaneamente sospeso e nel frattempo il contratto di Adriano con Ponti scadde senza essere rinnovato. Il film uscirà dunque due anni più tardi, con Giancarlo Giannini nel ruolo che doveva essere di Adriano e con Michel Costantin nel ruolo che doveva essere di Bud Spencer.

Aldo Fabrizi e Mario Carotenuto in Rugantino
Quando nel 1973 Adriano, milanese d.o.c. e garanzia di successo al botteghino, venne scelto da Pasquale Festa Campanile, tra la perplessità generale, per interpretare la maschera romana per eccellenza Rugantino, si verificarono alcuni disagi all’interno della produzione del film: Aldo Fabrizi avrebbe dovuto riproporre il suo Mastro Titta (già interpretato dieci anni prima nella rappresentazione teatrale di Garinei e Giovannini, e successivamente anche nella riedizione del 1978), ma si tirò indietro (sostituito da Paolo Stoppa) perchè trovava inconcepibile affidare Rugantino ad un personaggio, a detta sua, “milanese quanto la nebbia sulla Madonna”. Per lo stesso motivo, anche Mario Carotenuto rifiutò un ruolo non precisato.
Per saperne di più sulla genesi e tutte le vicende che colpirono la pellicola vi rimandiamo a quest’altro nostro articolo.

Vittorio De Sica
Ebbene sì, Adriano avrebbe potuto lavorare con l’immenso Vittorio De Sica! Era almeno questa l’intenzione iniziale di Ettore Scola, Age e Scarpelli quando, agli inizi degli anni 70, cominciarono a scrivere una versione primordiale di quello che poi diverrà uno dei massimi capolavori del cinema italiano: nientedimeno che C’eravamo tanto amati.
In origine il copione era incentrato totalmente sulla figura dell’intellettuale cinefilo Nicola Palumbo, appassionato di Neorelismo ed ammiratore incallito di Vittorio De Sica, ruolo che il trio di sceneggiatori scrisse pensando proprio a Celentano come interprete.
Raccontò Scola in un’intervista: “Con Age e Scarpelli si pensava alla storia di un professore di provincia che, dopo aver partecipato alla Resistenza, era stato folgorato dalla visione di “Ladri di biciclette”, durante una proiezione di cinè-club nella sua città. […] C’era, dunque, questo personaggio che si esaltava al punto da vedere nel Neorealismo un supporto di crescita sociale per l’Italia (di fatto, almeno in parte, è stato così), perciò abbandonava il suo lavoro, la sua famiglia, e veniva a Roma per cercare di incontrare De Sica. Il film doveva essere soltanto la storia di un lungo pedinamento che durava trent’anni: il personaggio seguiva De Sica e diventava per lui – naturalmente De Sica avrebbe dovuto interpretare se stesso nel film – una vera ossessione. De Sica se lo trovava sempre davanti e quest’ultimo lo metteva di fronte a problemi morali, a problemi di coscienza. De Sica, come si sa, ha realizzato alternativamente grandi opere e ha prodotto prestazione di attore assai mediocri. C’era, dunque, questo grillo parlante, questa coscienza che lo seguiva, lo rimproverava, lo perseguitava ed il film terminava con la stessa frase rimasta nella versione definitiva: «Noi pensiamo di cambiare il mondo, ma è il mondo che cambia noi»”.
Per De Sica si sarebbe trattato dell’ennesimo ruolo autoironico: se nei suoi film da interprete (anche da lui stesso diretti) aveva spesso e volentieri sbeffeggiato i suoi vizi per le donne e per il gioco, qui si sarebbe preso beffe della sua stessa carriera, ironizzando apertamente sulle tante commedie leggere e senza pretese a cui aveva preso parte tra gli anni Cinquanta e Sessanta, per pagarsi i debiti e finanziare i suoi progetti più importanti. Nel film Palumbo (ispirato ad un personaggio realmente esistito ed amico di Scola, il critico e giornalista Camillo Marino), fortemente deluso da questo “tradimento” al Neorealismo, arrivava addirittura a meditare di uccidere il regista di Sora (da qui il titolo del progetto: Voglio uccidere Vittorio De Sica). Alla fine, giunti a cavallo degli anni 70, il povero professore ritrova De Sica vestito da sceriffo sul set di un film mezzo pornografico, portandolo in uno stato di eterna disillusione. Erano d’altronde gli anni in cui la censura allentò pesantemente la propria mano, con il sesso che entrò prepotentemente nell’industria dello spettacolo e conseguente boom delle commedie sexy, dei film erotici e delle sale a luci rosse.
Si trattava, dunque, prevalentemente di una storia di cinema, ma anche di critica verso la società che cambia. L’idea, però, parve al trio di sceneggiatori un po’ limitata, e si impegnarono pertanto a sviluppare uno script più complesso ed elaborato: rimasero il personaggio di Palumbo, le sue caratteristiche, De Sica (la sua parte fu però ridotta ad un cameo) e la struttura trentennale delle vicende, ma vennero aggiunte le figure dell’avvocato arrivista che tradisce i propri ideali e dell’infermiere comunista, portati sullo schermo rispettivamente da Vittorio Gassman e Nino Manfredi, che trasformarono il film in una storia di sentimenti, d’amore e d’amicizia all’interno di trent’anni di storia italiana, attraverso cambiamenti e contraddizioni di società e costume.
Le modifiche alla sceneggiatura, intitolata Avventura italiana prima ancora del titolo definitivo C’eravamo tanto amati, portarono anche a nuove riflessioni nella scelta degli attori, e probabilmente Celentano non venne mai effettivamente contattato per il ruolo del professore (affidato poi a Stefano Satta Flores), pur essendo stato concepito per lui.
Uscito nelle sale alla fine del 1974, il film è dedicato a Vittorio De Sica, morto appena poche settimane prima quando la pellicola era in fase di missaggio.

Dean Martin in Bluff – Storia di truffe e di imbroglioni
Nell’Agosto del 1975 la Cineriz annunciò per la prima volta il film Bluff (allora intitolato I grandi giocatori), con protagonisti Adriano Celentano ed il celebre attore italo-americano Dean Martin. Adriano aveva una grande ammirazione per lui, ancora prima di iniziare la carriera faceva con l’amico Tony Renis l’imitazione della coppia Martin e Lewis (Adriano nei panni di Jerry Lewis, Renis di Dean Martin), ma successivamente Dean si sfilò dal progetto e la produzione contattò allora un altro grande divo del cinema americano: Anthony Quinn, che con Adriano strinse un ottimo rapporto di stima reciproca.

Gérard Depardieu
Nel corso della prima puntata di Rockpolitik, Adriano svelò che, ipoteticamente negli anni 70/80, ci fu una trattativa per un film da protagonista assieme a Gérard Depardieu, ospite della serata. Non se ne fece nulla.

Carlo Verdone in Asso
In una conversazione con Antonello Panero per il libro TuttoVerdone, Carlo Verdone racconta che dopo essere esploso nel 1978 grazie alla trasmissione televisiva Non Stop, ricevette molte proposte cinematografiche da parte di produttori e registi. Tra queste, anche quella di Adriano Celentano: “Celentano mi chiedeva di fare il protagonista di questo film che avrebbe fatto girare a Castellano e Pipolo, di cui sarebbe stato produttore e al quale lui avrebbe partecipato in una piccola parte, nel ruolo di Dio”.
Si trattava di Asso, che a quanto pare inizialmente Adriano voleva solo produrre, riservandosi una particina e affidando il ruolo di protagonista a qualcun altro. Verdone rifiutò in attesa di una chiamata ancora più importante che gli permettesse di intraprendere binari a lui più congeniali, ed ebbe ragione: di lì a poco lo chiamò Sergio Leone, con cui iniziò a lavorare alla sua opera prima Un sacco bello. Sfumata l’ipotesi di Asso, il progetto rimase nel cassetto fino al 1981 quando, dopo il grandissimo successo de Il bisbetico domato, Castellano, Pipolo e Adriano lo rispolverarono con lo stesso Celentano sia nel ruolo di protagonista che, nel finale, del Padreterno (la particina che avrebbe dovuto interpretare in origine). La produzione invece passò a Mario Cecchi Gori.
Carlo e Adriano ebbero comunque modo di lavorare assieme nel 1982 in Grand Hotel Excelsior.

Heather Parisi in Qua la mano
Per la parte di Rossana, giovane ragazza che in coppia a Don Fulgenzio (Celentano) partecipa e vince un concorso di ballo nell’episodio del prete ballerino in Qua la mano, la scelta principale fu la ballerina e soubrette Heather Parisi. Effettivamente, chi meglio di lei poteva interpretarla? Heather era allora in grande ascesa: venne lanciata nel 1979 nella trasmissione televisiva Luna Park, poi consacrata dalla prima edizione di Fantastico e dalla canzone Disco Bambina, con la quale scalò le classifiche italiane. Il ruolo le fu proposto alla fine del 1979 ma a malincuore, vista la sua grande ammirazione per Adriano, fu costretta a rifiutare perchè ancora impegnata con Fantastico. La produzione ripiegò pertanto su Lilli Carati, ma la Parisi ebbe poi modo di rifarsi nel 1984 ballando con Adriano (sulle note di Susanna) a Fantastico 5, e soprattutto come compagna di viaggio nel suo rivoluzionario Fantastico 8 (esperienza che lei, più e più volte nel corso degli anni, ebbe modo di definire come la migliore della sua carriera).

Laura Antonelli in Il bisbetico domato
Per il ruolo di Lisa Silvestri ne Il bisbetico domato, erano in lizza due attrici: Ornella Muti, caldeggiata dai registi Castellano e Pipolo, e Laura Antonelli, sostenuta invece dal resto della produzione, Adriano compreso. Il duo raccontò che Celentano organizzava dei referendum alle sue tavolate ai quali un po’ tutti pendevano dalla parte della Antonelli, ma la coppia di registi insistette per Ornella e fece valere la propria posizione (mentre l’attrice di Pola finì per interpretare Mi faccio la barca accanto a Johnny Dorelli). Adriano stesso, poi, riconobbe che la scelta della Muti fu azzeccata.
Il film fu campione d’incassi della stagione 1980/1981 con quasi venti miliardi d’incasso, una cifra da capogiro per l’epoca.

Margaux Hemingway in Innamorato pazzo
Anche per il successivo Innamorato pazzo, la coppia Celentano-Muti sembrava destinata a non apparire sul grande schermo. Inizialmente per la parte della principessa Cristina venne annunciata la bellissima Margaux Hemingway, supermodella e attrice statunitense nonchè nipote del celebre scrittore Ernest Hemingway, Premio Nobel per la letteratura nel 1954.
Non è dato sapere per quale motivo non prese parte al film, ma è possibile ipotizzare che il produttore Cecchi Gori, ottenuta la disponibilità della Muti, non ci pensò su due volte a riproporre la coppia che l’anno precedente aveva sbancato ogni record al botteghino.
Il risultato furono altri venti miliardi portati a casa.

Sophie Marceau in Segni particolari: bellissimo
Per il ruolo di Michela in Segni particolari: bellissimo (che originariamente doveva essere girato in Veneto e non in Lombardia), venne inizialmente annunciata Sophie Marceau, allora sedicenne e già conosciutissima grazie allo straordinario successo de Il tempo delle mele (e successivo sequel). Nei primi mesi del 1983, Adriano e l’attrice francese si incontrarono ed ebbero entrambi parole al miele nei confronti dell’altro: lui la definì “la Bardot degli anni 80”, lei dichiarò d’essere felice di lavorare con lui, in quanto sua ammiratrice fin da bambina. Tuttavia, la Marceau accettò poi di prendere parte al cast del kolossal francese Fort Saganne (con Gérard Depardieu, Catherine Denueve e Philippe Noiret), i cui tempi di lavorazione avrebbero precluso al film di Adriano la prevista uscita natalizia, e si decise pertanto di sostituirla (anche se la motivazione ufficiale data dai registi Castellano e Pipolo, non proprio credibilissima a dir la verità, fu che Sophie era ormai troppo donna per la parte).
Vennero pertanto indette delle selezioni per ragazze di età compresa tra i 16 e 20 anni, e alla fine venne scelta l’esordiente, appena diciottenne, Federica Moro, Miss Italia 1982.
Nel 2001, Adriano ebbe nuovi contatti con Sophie Marceau con l’intenzione di fargli fare una breve apparizione a 125 milioni di caz..te, nel ruolo della ragazza con la valigia (avrebbe dovuto attraversare l’intero studio televisivo con una valigia in mano), ma non si riuscì a giungere ad un accordo sulle date.

Kelly LeBrock in Lui è peggio di me
Il ruolo di Giovanna in Lui è peggio di me doveva essere di Kelly LeBrock, che aveva acquisito nel 1984 una notevole notorietà internazionale grazie al suo esordio in La donna in rosso. Sfumata l’ipotesi, si ripiegò sull’esordiente Kelly Van Der Velden, guarda caso avente più di una somiglianza con l’attrice britannica.

Meryl Streep, Dyan Cannon, Jacqueline Bisset, Peter Fonda e Dario Argento in Joan Lui
Per il ruolo della manager Judy Johnson in Joan Lui, Adriano volle pensare in grande cercando una grande attrice internazionale: in un’intervista del Dicembre 1984 fece esplicitamente i nomi di Dyan Cannon e Jacqueline Bisset, poì pensò ancora più in grande e contattò nientemeno che Meryl Streep (allora già vincitrice di due premi Oscar per le sue interpretazioni in Kramer contro Kramer e La scelta di Sophie), ma l’attrice statunitense fu costretta a rifiutare perchè impegnata con le riprese di Plenty. Fu proprio lei, però, a proporre l’amica Marthe Keller: Adriano, colpito dalle sue prove ne Il maratoneta di John Schlesinger e in Fedora di Billy Wilder, arrivò quindi a sceglierla.
A riprese appena cominciate, in un’intervista con la stampa a Cinecittà, Adriano invece diede per sicuro Peter Fonda nel ruolo di Jarak. Non è chiaro per quale motivo l’attore di Easy Rider si sfilò dal progetto all’ultimissimo momento, fatto sta che la parte andò a Haruhiko Yamanouchi, che si era presentato per fare la comparsa e si ritrovò ad interpretare uno dei ruoli principali.
Anche Dario Argento venne corteggiato per la parte del Diavolo, senza successo. Invece nel 1984, ai tempi dell’annuncio della realizzazione del film, circolò il nome mai confermato di Stefania Sandrelli.

Lino Banfi in Fantastico 8
Quando nel 1987 la Rai affidò ad Adriano Celentano la nuova edizione di Fantastico, contattò Lino Banfi con l’idea di affiancarlo al Molleggiato come ospite fisso della trasmissione. L’attore pugliese rifiutò però la proposta sostenendo, in accordo con Adriano, che messi assieme sarebbero risultati sprecati per la stessa trasmissione. Soltanto successivamente vennero scelti Massimo Boldi e Maurizio Micheli.
Circolò a lungo anche il nome di Milly Carlucci, oltre all’ipotesi di una conduzione in tandem con la moglie Claudia Mori.

Angie Everhart in Jackpot
La supermodella statunitense Angie Everhart si fece notare dal pubblico italiano nel 1991 grazie alle sue apparizioni nella trasmissione Notte Rock, che poi arrivò anche a condurre alla fine dell’anno. Fan della trasmissione, stregò pure Adriano, che gli chiese di partecipare al suo special televisivo per la promozione de Il re degli ignoranti (è la donna che balla con lui durante La terza guerra mondiale) e soprattutto l’avrebbe voluta al suo fianco nel suo nuovo film Jackpot. Lei era affascinata dalla proposta (sarebbe stato il suo esordio cinematografico), ma alla fine la parte andò alla più esperta Kate Vernon.

Mara Venier e Ambra Angiolini in Il Conduttore
Con una trattativa fulminea, il 6 Novembre 1996 Celentano e la Rai giunsero ad un accordo per un nuovo programma televisivo intitolato Il conduttore, da mandare in onda in due cicli televisivi nel 1997, con 10 puntate a partire dal 5 Aprile e altre 13 in autunno.
Adriano scelse come compagni di viaggio Mara Venier e Ambra Angiolini, oltre al fidato Bruno Gambarotta che già lo aveva affiancato a Fantastico 8 e a Svalutation, ma successivamente il progetto si arenò a causa della Rai: prima i rinvii, poi la goccia che fece traboccare il vaso, quando la TV di Stato chiese ad Adriano di visionare una puntata pilota per controllarne i contenuti.
Proprio nello stesso periodo, Ambra fu anche in procinto di duettare con Adriano sulle note di Voglio prendere il sole, ma anche in quel caso non se ne fece nulla, e lei stessa ne rivelò il motivo: “Passai una decina di giorni a casa Celentano. Dovevo incidere un duetto con Adriano. La canzone si intitolava Voglio prendere il sole. Mi piaceva tanto, ma, alla fine, non se n’è fatto nulla. Diceva che ero troppo stonata. All’ennesimo tentativo, me la sono presa e ho detto: “Ma se non va mai bene, allora basta”.

Sabrina Ferilli, Claudia Koll e Stefania Rocca in Francamente me ne infischio
Per accompagnare Adriano durante le quattro puntate di Francamente me ne infischio vennero sondati ben 4 nomi: Claudia Koll, Sabrina Ferilli, Francesca Neri e Stefania Rocca. La Rai e Adriano intrapresero contatti con la Ferilli, costretta a rinunciare poichè non in grado di conciliare gli impegni lavorativi con le esigenze della trasmissione (in onda ad Ottobre 1999), seguì la Koll, anche lei impegnata fino a Dicembre per le registrazioni della fiction di Canale 5 Valeria medico legale. Infine, tra Stefania Rocca e Francesca Neri venne scelta la seconda.

Patti Smith
In occasione dell’album Per sempre, nel 2002 Celentano avrebbe dovuto duettare in inglese con Patti Smith, sulle note della canzone Per Vivere, ma un lutto familiare che colpì la cantante statunitense fece sfumare il progetto. Il brano entrò lo stesso nella tracklist del disco (in italiano e cantato solo da Adriano), mentre Patti Smith accettò, tre anni più tardi, di partecipare come ospite alla terza puntata di Rockpolitik.

Manu Chao
Quando nel 1998 Manu Chao raggiunse il successo in tutta Europa (e non solo) con il suo primo album da solista Clandestino, Adriano Celentano lo invitò a Francamente me ne infischio e gli propose di collaborare: da qui nacque il brano La manifestazione (musica di Manu Chao, testo di Celentano), che avrebbe dovuto vedere i due artisti duettare assieme. Il duetto venne più volte annunciato nel corso degli anni (sarebbe dovuto uscire come singolo, col ricavato a favore di Emergency e con tanto di videoclip ambientato in un campo nomadi dell’hinterland milanese), ma per i numerosi impegni del cantante francese non ebbe mai luogo. Il brano venne quindi inciso da Adriano solo nel 2011 col titolo di Non so più cosa fare e la partecipazione di Franco Battiato, Jovanotti e Giuliano Sangiorgi (ma già nel 2005 si ebbe modo di ascoltarne un pezzetto durante la sigla di Rockpolitik).

Paolo Nutini
Nel Febbraio del 2014 Adriano chiamò il cantante scozzese Paolo Nutini per congratularsi della sua esibizione come ospite al Festival di Sanremo. I due arrivarono a parlare di un possibile duetto da registrare in estate quando Nutini sarebbe tornato in Italia con il suo tour, come confermato da lui stesso stesso in un paio di occasioni, ma l’idea non ebbe poi seguito.

Paolo Bonolis, Lillo & Greg, Michelle Hunziker e Teo Teocoli in Adrian
Acquistato da Mediaset nel 2015, come ben sappiamo, il cartoon Adrian è stato annunciato e rinviato innumerevoli volte, prima d’essere mandato in onda in due cicli nel 2019.
Nel 2017, con messa in onda prevista per inverno/primavera 2018, uscirono diverse indiscrezioni su una serie di interventi di Adriano in coppia con Paolo Bonolis a corredo del cartone animato: i due si erano già precedentemente parlati per interagire assieme al programma Music (ipotesi che non si verificò), poi il cartoon venne nuovamente rinviato ed i progetti cambiarono (Bonolis, poi, si ritrovò comunque ad essere ospite di Adriano alla prima puntata del secondo ciclo di Adrian).
Si arrivò dunque a Gennaio 2019 quando, per il mini-show Aspettando Adrian, vennero invece annunciate le presenze nel cast fisso di Lillo & Greg, Michelle Hunziker e Teo Teocoli. I primi accettarono con entusiasmo, ma successivamente furono costretti a sfilarsi dal progetto per via di impegni teatrali (e vennero quindi sostituiti da Nino Frassica e Francesco Scali), mentre Michelle Hunziker e Teocoli abbandonarono lo show a pochi giorni dall’esordio per il forte clima di incertezza che aleggiava: poche prove, nessuna scaletta, Adriano che non si faceva vedere. Nel corso delle puntate, quindi, Ilenia Pastorelli prese il posto della conduttrice svizzera mentre al posto di Teocoli venne chiamato Giovanni Storti.
Alcune indiscrezioni non confermate parlarono anche della partecipazione di Pif.

Lorenzo

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