Referendum, Celentano attacca Brugnaro, Cacciari, Costa e Orsoni: «I quattro dell’Orsa peggiore»
Il cantante dal palco di «Adrian» se la prende col voto «malato» di domenica
di Sara D’Ascenzo
VENEZIA Il referendum di separazione fallito? Colpa di «Brugnaro, Cacciari e dei suoi due successori – Paolo Costa e Giorgio Orsoni, evocati senza nominarli, ndr – chiamati “i quattro dell’Orsa peggiore”». Adriano Celentano torna a parlare di Venezia dopo il voto di domenica e ci va giù pesante come nel suo stile. In un monologo sul voto referendario definito «malato» dal cantante e conduttore televisivo, trasmesso giovedì sera da Canale 5 durante la V puntata della trasmissione «Adrian», l’ex (ex!?, ndr) molleggiato ha attaccato il sindaco Luigi Brugnaro, Massimo Cacciari e anche i veneziani, colpevoli di non essere andati a votare.
L’attacco a Brugnaro e Cacciari
«Il sindaco di Venezia Brugnaro – ha attaccato Celentano – in compagnia di Cacciari e di entrambi i suoi successori sono stati i veri promotori della svendita di Venezia, loro quattro, chiamati “i quattro dell’orsa peggiore”, hanno incitato i cittadini di Venezia ad astenersi dal voto e il quorum così si è ammalato. Ma la colpa maggiore non è tanto di Cacciari, Brugnaro e gli altri, secondo me è dei veneziani. Veneziani come fate a non accorgervi della trappola in cui state cadendo? Eppure Cacciari è stato chiaro quando pubblicò il famoso manifesto dal titolo “Privatizzare Venezia”. Infatti Venezia oggi è in vendita: i palazzi, i monumenti, le isole e tra un po’ venderanno anche voi cari veneziani se non tenete gli occhi aperti».
«Venezia sede di un’agenzia internazionale per l’ambiente»
Poi ha proseguito su quale dovrebbe essere il destino della città: «Venezia è una delle sette meraviglie del mondo, esposta come nessun’altra alle sfide del cambiamento climatico, potrebbe essere sede ideale di un’agenzia internazionale per l’ambiente. E invece per colpa di quel voto mancato di voi veneziani Venezia rischia di sprofondare sotto i piedi di 32 milioni di turisti ogni anno. Insomma quello che vogliono i pochi veneziani rimasti a Venezia è di avere il loro comune senza doverlo dividere con altri sei paesi, perché chi comanda a Venezia è chiaro non sono certo i veneziani, ma gli altri paesi limitrofi: Marghera, Campalto, Mestre».
«Un altro referendum»
Celentano ha poi concluso il monologo dicendosi convinto che ci sarà un altro referendum. «È il quinto referendum che i veneziani perdono perché non vanno a votare – ha detto – perché si fanno convincere. Credo che ci sarà un’altra votazione: perché i veneziani sono simpatici, mi ricordo che andavo sempre a fare le vacanze a Venezia quando ero piccolo in una pensione con due vecchietti simpatici. La prossima volta Venezia avrà un comune suo indipendente e non suddiviso in sei paesi».
06/12/2019 – Corriere della Sera