Sanremo: Celentano “piglia tutto”
Genova – Il Festival? Se lo piglia Celentano. La direzione artistica, nella figura imponente di Gianmarco Mazzi, ha messo le fondamenta per averlo all’Ariston. Ora la Rai tratta per tenercelo tutte le sere, da martedì 14 a sabato 18 febbraio. Clamoroso, ma sino a un certo punto. Il cantante è a una svolta. Ieri ha compiuto 74 anni e solo pochi giorni fa ha vinto la battaglia per salvare il muro dove Alda Merini scriveva i suoi appunti.
All’interno della casa della poetessa ai Navigli, rischiava di essere abbattuto. Segue una petizione su Internet e sul blog di Celentano mercoledì, anche a nome della moglie Claudia Mori, si materializza questo messaggio: “Ho parlato con il sindaco Pisapia e con Stefano Boeri che ci hanno assicurato di aver risolto il problema”.
Sarà un po’ più complesso per la Rai trovare l’accordo sulla trasferta sanremese, ma anche lì conteranno il rapporto d’amicizia con Mazzi e lo stesso Gianni Morandi, oltre a una sana voglia di riapparire in pubblico. L’età, del resto, finisce per ammorbidire certe cautele. Gino Paoli e Ornella Vanoni, per fare un esempio di splendidi settantenni, continuano a esibirsi. Lo stesso Celentano, che sarà il filo rosso del prossimo Festival, a fine novembre ha pubblicato l’album “Facciamo finta che sia vero”, il migliore degli ultimi vent’anni, ha aperto una pagina su Facebook, ha mandato in radio in singoli “Non ti accorgevi di me” e “Non so più cosa fare”, grande canzone politica a quattro voci con Jovanotti, Franco Battiato e Giuliano Sangiorgi.
Il 3 dicembre, poi, è stato al PalaCep di Prà per il concerto in favore delle vittime dell’alluvione genovese, insieme a Grillo, Paoli, Antonacci e don Gallo fra gli altri. Ed è stato in quell’occasione, durante il viaggio verso Genova, che Mazzi gli ha chiesto: «Perché non vieni al Festival?». Celentano chiede se sia molto lontano da Genova, dirà più tardi Mazzi. E suonerà strano visto che il cantante ha una casa a Bordighera, quindi sa perfettamente quanto ci vuole dalla campagna di Galbiate, Lecco, dove vive, sino in Riviera.
Comunque Celentano gli risponde: «Allora vengo». Mazzi fa passare mezz’ora e glielo richiede. E il cantante: «Se ti dico che vengo, vuol dire che vengo». Fine del discorso. Ma la trattativa va avanti. Morandi, a chi gli chiede se un’apparizione di Celentano non lo metterebbe in ombra, risponde un po’ piccato: «Se verrà, non potrò che essere più tranquillo. Può fare quello che vuole». Una parola. La Rai sa, per esperienza diretta e pluriennale, dal “Fantastico 8” ecologista e referendario, famoso lo slogan contro la caccia, ai programmi polemici degli ultimi anni, che con Celentano si sa come si parte e mai come e dove si può arrivare. Allo stesso tempo, anche solo ascoltando le tante canzoni impegnate di “Facciamo finta che sia vero” si capisce la sua nuova urgenza: comunicare ancora con il pubblico. E Sanremo sarebbe il posto e il momento ideale.
L’ultima volta è stata nel 2004, quando dimostra una grande sensibilità per l’amico Tony Renis in difficoltà come direttore artistico in una pessima edizione condotta da Simona Ventura. Il cantante intercetta il grido di dolore di Renis: «Il vero Celentano sarebbe venuto e avrebbe fatto un’improvvisata». E il 6 marzo si materializza all’Ariston dove non perde occasione per bacchettare i vertici di viale Mazzini, l’allora direttore generale Flavio Cattaneo e il direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce, per un’eccessiva commistione fra politica e musica, riferendosi a un collegamento con Nassiriya. Ma questa volta andrà diversamente. A Celentano carta bianca su ciò che vorrà dire e fare. Apparirà ogni sera, diventando un richiamo irresistibile non solo per la platea televisiva. D’altra parte lo showman vero è lui.
di Renato Tortarolo
07/01/2012 – Il Secolo XIX