L’Enpa segnala i rischi per gli animali celati in siti web apparentemente innocui. Internet offre infatti agli appassionati un’ampia scelta di spazi dedicati agli animali; ma ogni giorno appare nella Rete un nuovo sito che propone offerte all’apparenza solo insolite, in realtà troppo spesso lesive per gli animali, usati come merce da ricevere a casa impacchettata a dovere. Qualche volta si tratta semplicemente di scherzi di pessimo gusto, come l’opera del burlone che per festeggiare il primo di aprile ha pensato di proporre animali clonati – vasta scelta, dal gatto al dodo – con “durata limitata a tre anniâ€?, data oltre la quale la merce sarebbe restituibile per essere riciclata in un’azienda manifatturiera.
Ma altri siti, più subdoli, si ammantano di un velo di simpatia per gli animali e descrivono la propria attività come fosse assolutamente ecocompatibile e rispettosa del benessere animale, come ha fatto di recente un’associazione animalista e propone poi un affare per autofinanziarsi: offre farfalle da liberare il giorno del matrimonio. Idea simpatica, che fa pensare a un ritorno alla natura, se non ci si sofferma a pensare che si tratta di esseri viventi spediti in pacchi postali, e utilizzati come fossero coriandoli.
Un’altra questione relativa agli animali sul web riguarda le catene che girano da anni, inviate per posta elettronica e quasi impossibili a interrompersi: dall’inverosimile storia dei gatti imbottigliati di Bonsaikitten, ideata da uno studente di Boston, a reali richieste di aiuto o affidamento che però, una volta partite, non si fermano più, com’è il caso di una cucciolata di golden retriever, le cui foto continuano periodicamente a riproporsi nella posta elettronica affiancate da una richiesta di adozione “altrimenti verranno soppressi”. Ma quei cuccioli sono stati affidati immediatamente (essendo di razza pura, gratis e bellissimi) e hanno ormai cinque anni.
Qualcuno potrebbe chiedersi che danno possano fare degli scherzi, se pure di gusto discutibile. La conseguenza più immediata è l’abitudine, da parte del pubblico di Internet, ovvero l’innalzamento della soglia di sopportazione di una cosa che dovrebbe risultare emotivamente fastidiosa; ma continuando a vedere gatti in bottiglia, maialini clonati, pecore fosforescenti, farfalle in scatola, l’utente medio tende a diminuire la sua attenzione, per un naturale istinto di sopravvivenza. È molto importante invece, che il pubblico continui a essere coinvolto dalle vicende che riguardano gli animali, specialmente perché di veri orrori perpetuati a danni dei nostri amici ce ne sono fin troppi, senza aggiungere quelli fasulli.
A questo effetto, già deleterio, si aggiunge la sfiducia. Se l’annuncio sui golden è ormai una bufala, la prossima volta che si riceve una mail contenente una richiesta di aiuto, potrebbe finire direttamente nel cestino, quando invece si tratta di una reale emergenza.
Poco o niente si può fare per limitare i siti stranieri, se non rivolgersi alle associazioni di tutela animale locali e agire per vie diplomatiche, ma per i goliardi nostrani o per gli insensibili venditori che trattano gli animali in vendita come pacchi postali, si può fare molto. Inviare un congruo numero di lettere di protesta al gestore del sito, ad esempio, può essere un primo passo; denunciare alle Forze dell’Ordine i siti che contengono evidenze di reato; in tutti i casi evitare di far girare i link con la conseguenza di regalare accessi, accrescendo la soddisfazione degli autori della burla di turno; evitare di inoltrare appelli non verificati. Basta poco, ma anche questi accorgimenti possono servire a tutelare gli animali.
06/04/2006 – ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali)