Un caro saluto da parte di ACfans.it. Chi scrive è Andrea, fondatore della community cui hai cordialmente concesso quest’intervista che ti rivolgo in rappresentanza di tutto il fanclub (le domande sono scaturite all’interno del forum). Come vedi ti do subito del tu, come mi è stato consigliato di fare (non sono abituato a realizzare interviste)… 🙂
Precisiamo subito che il nostro fanclub virtuale NON è ufficiale, e pertanto non riconosciuto dallo staff dell’artista (col quale non abbiamo alcun tipo di contatto). Sul nostro forum si discute del mito Celentano e – di conseguenza – ci capita anche di parlare di te, che sei uno storico collaboratore di Adriano; sappi che i fans di Celentano – giovani e meno giovani, italiani e non, come si evince dal nostro forum – ti stimano moltissimo!
Ma andiamo subito al dunque: l’intervista! 🙂
- Gianni, quando e come è nata la tua passione per la batteria? Ci racconti i tuoi esordi?
Sono nato con le bacchette in mano, abbiamo cominciato a camminare insieme.
- È nota la tua intesa con Adriano, intesa che pare quasi “innata”: potresti raccontarci qualche aneddoto in cui ciò è trasparito in maniera particolarmente evidente?
Con Adriano ho sempre avuto un filo diretto sintonizzato sul rock & roll e una spiritualità espressa nell’amore per Gesù.
- Menzioni Demetrio Stratos con sentita partecipazione in ogni tuo concerto: che ricordi serbi di lui come artista e come uomo? Rimaneste in buoni rapporti – o comunque in contatto – dopo che egli lasciò I Ribelli?
Demetrio è un artista immortale come le sue performance (nei Ribelli e oltre). Ci siamo voluti bene attraverso la musica ed è per questo che vive ancora nei miei pensieri.
- Generalmente, il “pubblico” è abituato a pensare che un professionista (quale tu sei) non si lasci sopraffare – in campo lavorativo – da indecisioni, tentennamenti e quant’altro: nella tua carriera di musicista ricordi invece qualche caso in cui ti sei trovato davvero in difficoltà?
Si, il lavoro di musicista – anche quando è ai massimi vertici – è sempre soggetto ad alti e bassi. Quando avevo 30 anni non avrei immaginato di suonare a 67!
- Rammenti spesso la tua partecipazione al mitico duetto Mina-Battisti del 23 aprile 1972 al Teatro 10 (ricordato e testimoniato in un libro di Enrico Casarini del 2009): ci sono altri momenti così emozionanti dal punto di vista artistico/professionale che vorresti raccontarci?
Per me ogni volta che salgo sul palcoscenico è un momento unico ed irripetibile. Con Mina e Lucio lo è stato anche per milioni di Italiani di varie generazioni.
- Con quale genere musicale ritieni di riuscire ad esprimerti con più naturalezza e a “tutto tondo”? Nello specifico, con quale brano?
Mi piace suonare passando direttamente dal cuore, lasciando riposare il cervello. Quando suono penso alla vita che scorre nella fantastica macchina della creatività e si trasforma in musica!
- Collegandoci alla domanda precedente: restringendo il campo al solo repertorio di Celentano, con quale suo brano riesci ad esprimerti al meglio – a livello di improvvisazione alla batteria?
Nei rock & roll.
- Durante Rock Economy, sia chi era all’Arena sia chi ha seguito la diretta televisiva hanno avvertito che qualche cosa non è andata per il verso giusto: in qualità di co-protagonista sul palco, come hai (o avete) vissuto quei momenti?
All’Arena non ci sono state situazioni particolari, se non qualche imprevisto a cui sono abituato, dopo tutti questi anni passati sul palco con lui. A Sanremo del 2012, invece, nel momento della protesta da parte di alcune persone del pubblico in sala, ho provato un attimo di smarrimento: la fine dell’incantesimo sembrava materializzarsi in quelle contestazioni. Ho sofferto con Adriano perché era la prima volta che lo vedevo fragile davanti al suo pubblico, ma poi l’incantesimo tornato la stessa sera ha polverizzato tutto il resto.
- Un pregio ed un difetto di Adriano?
Non saprei da che parte cominciare!
- Il passato e il presente de I Ribelli: ti andrebbe di parlare un po’ a riguardo?
I Ribelli sono stati il primo gruppo di session man nella storia della musica italiana, passando dal periodo pre-Shadows e Beatles fino al termine degli anni ’60 con Demetrio Stratos. Oggi siamo i mandatari di quell’enorme laboratorio musicale che è stato il Clan Celentano e le nostre esperienze. Attraverso me e nuovi musicisti componenti dei Ribelli, quel flusso energetico musicale rivive e fa rivivere la musica autentica definita anni ’60, ma che io chiamerei anni futuribili.
- L’amicizia fra te e Adriano è storica, ed il feeling a livello professionale idem, visto che lavori con lui praticamente da “sempre”: quando il mitico Clan si sciolse, tu fosti uno di quelli che rimase nella cerchia più stretta di amici e collaboratori di Adriano (anche se il tuo gruppo – I Ribelli – lasciò il Clan nel 1966). Ciò detto, fuori dagli impegni lavorativi (le rare apparizioni in TV ed i concerti) frequenti Adriano? O almeno, vi sentite e/o vedete con una certa continuità?
Fuori dal decennio ’59/’69 i nostri incontri sono stati periodicamente scanditi dagli eventi nell’ambito lavorativo. Ma per Adriano il lavoro è un eterno gioco da condividere insieme agli amici, quindi siamo continuamente in contatto anche se non ci sentiamo con assiduità; l’amicizia lega gli anni e li tramuta in giorni.
- Avete mai litigato seriamente, tu ed Adriano? Se si, e senza ovviamente entrare nei dettagli, ci diresti a grandi linee il motivo? E chi fece il primo passo per riallacciare i rapporti?
Non abbiamo mai litigato. Discusso, quasi sempre.
- Della tua partecipazione allo storico duetto Mina-Battisti abbiamo già fatto cenno; oltre ad essa, hai altri ricordi relativi al mitico Lucio che vuoi raccontare?
Su Lucio Battisti, pur avendo trascorso lunghi periodi insieme, non trovo aneddoti da ricordare: era un uomo riservato ed essenziale nei rapporti coi suoi collaboratori. La sua musica, però, ci parla continuamente di lui, ed ognuno ne vede un pezzo di vita in continuo mutamento, come le emozioni lasciate da Lucio a tutti noi.
- Don Backy vs. Celentano: una delle separazioni più clamorose nella storia musicale italiana. Molto probabilmente tu avesti la possibilità di osservare la situazione abbastanza “dall’interno”, e sicuramente conoscevi – oltre ad Adriano – anche l’autore de L’immensità: col senno di poi, pensi che si sarebbe potuto evitare di arrivare all’epilogo della rottura tra i due (favorendo una soluzione pacificatrice), oppure, conoscendoli caratterialmente, ritieni che fosse inevitabile che si arrivasse ai ferri corti?
È una storia consumata dagli anni quella di Don e Adriano; resta l’affetto per l’autore de L’immensità, che considero un piccolo capolavoro.
- Ci risulta tu diriga una scuola di musica a Mantova, confermi? Hai così modo di seguire da vicino giovani leve che si impegnano per realizzare un sogno… È più difficile emergere oggigiorno rispetto a quando toccò a te? Un giovane batterista, attualmente, come può diventare affermato come te?
Da vent’anni mi dedico alle nuove generazioni di batteristi. Questo rapporto è cambiato nel tempo: oggi studiano batteria tantissimi ragazzi e ragazze, ma paradossalmente sono meno motivati. Le immagini hanno vinto sulla fantasia e il modo di comunicare ha perso quelle sensazioni percettive di cui si nutre la musica autentica. Il momento non è dei più indicati per chi voglia fare il musicista di professione. Ma sperare non costa nulla!
- Nel 1958, quando Adriano si recò in Germania per cantare – apparentemente in sostituzione di Elvis Presley -, avesti modo di conoscere personalmente quest’ultimo?
No.
- Ti ricordi come Adriano affrontò la sua paura di volare in occasione del concerto a Mosca del 1987?
Dopo Mosca non ci sarà più un altro volo per Adriano e Claudia!
- Quando Stefano D’Orazio lasciò i Pooh, ti sarebbe piaciuto prenderne il posto? E fosti per caso contattato a riguardo? O magari, nel caso, avresti rifiutato?…
Non ho mai pensato a questa evenienza, ma stimo Red e compagni per la loro capacità di restare uniti rinnovandosi.
- Pensi che lavorare con Celentano ti abbia reso un musicista migliore? Se sì, cosa hai imparato da lui?
Ogni artista mi ha lasciato la propria impronta. Adriano ha segnato la strada principale sorprendendomi sempre.
- Hai all’attivo anche un disco da solista (Sera, mattina, uscito nel 1972): come nacque questo lavoro e che cosa rappresenta per te?
Sera, mattina è un mio desiderio realizzato, prodotto da Detto Mariano a cui sono tuttora grato per aver creduto in me. Sono orgoglioso di quel primo lavoro. Da allora ho scritto molte altre canzoni che delineano la mia creatività oltre l’utilizzo della batteria. Ho sempre pensato che gli orizzonti musicali non abbiano fine.
- Quali sono la tua canzone (di altri artisti), il tuo film ed il tuo libro preferiti?
Tutte le canzoni ispirate mi catturano, purtroppo sono rare. Fra gli artisti che amo al primo posto metto Marvin Gaye e Ray Charles. Per quanto riguarda i libri, quelli della Mazzantini e di De Mello (chiamati all’amore).
- Ci puoi tratteggiare il contesto ed il percorso che portarono alla creazione del brano Come Adriano, interpretato dal grandissimo Demetrio Stratos?
Non ho mai amato questa canzone che vide il debutto di Demetrio nei Ribelli.
- Per quel che avesti modo di constatare, com’erano i rapporti tra Adriano e Demetrio? E volendo fare un raffronto tra essi a livello artistico e caratteriale, in cosa si differenziavano questi due grandi artisti?
Fra Demetrio e Adriano non si possono fare confronti a livello artistico, così come non si può scegliere fra due capolavori. Nel Clan non si accorsero di Stratos perché andammo alla Ricordi pochi mesi dopo il suo arrivo.
- Se ti va, concludi pure con una tua considerazione finale.
Grazie per questa richiesta d’intervista, che ho accettato per l’amicizia con Silvio e con voi tutti.
Noi tutti ti ringraziamo infinitamente per una disponibilità del tutto inusuale nel mondo dello spettacolo. Questo denota una grande umanità nei confronti della quale non possiamo non esprimere profonda gratitudine.
Inoltre, ti estendiamo i ringraziamenti – oltre che per il tempo che ci hai concesso per l’intervista – anche per la squisita disponibilità con la quale ti sei concesso durante le foto scattate a Verona con molti di noi (compreso ovviamente il sottoscritto! 😀 ).
Tanti auguri per i tuoi futuri lavori, possibilmente con Adriano (ma non solo!). 🙂
a nome di tutta la community di ACfans.it
- Gianni Dall’Aglio per la grandissima disponibilità;
- Silvio (alias Silvio TS) per aver reso possibile l’intervista, grazie ai suoi contatti con l’artista;
- Lorenzo (alias YUPPI DU) per la preziosissima collaborazione;
- tutti gli altri amici della community di ACfans, che sul forum hanno contribuito con le loro proposte sui quesiti.
Lo staff di ACfans.it