Tevere, sull’asfalto della ciclabile spunta la frase ispirata a Celentano
Poche parole: «E non lasciano l’erba». Bagarre politica, Meleo: «Opere non finite» Salvini: «una bruttura offensiva per la Capitale». Zingaretti: «Il Comune usi il catrame per coprire le buche».
di Flavia Fiorentino
Non si arrestano le polemiche sul manto di asfalto che ricopre l’argine del Tevere. Dopo la fiaba metropolitana narrata sui social da Carlo Calenda dove il «Pittore di Corte», attuale vicesindaco Pietro Calabrese e la «sua Regina» Virginia facevano di tutto per «punire i romani» deturpando la città, la Sovrintendenza lunedì scorso ha dato disposizione al Comune di dipingere di grigio chiaro la striscia di asfalto di 5 chilometri per uniformarne la colorazione con il contesto monumentale circostante. Ieri invece sul tratto incriminato è comparsa la scritta «e non lasciano l’erba» realizzata con della vernice ed ispirata alla canzone di Adriano Celentano, «Il ragazzo della via Gluck». Il reparto tutela fluviale della polizia locale sta ancora indagando per rintracciare i responsabili di quanto accaduto.
Critiche roventi, intanto, continuano ad arrivare dai diversi schieramenti politici. Anche Matteo Salvini si è recato sulla ciclabile per una serie di scatti tra l’asfalto nero e l’ex biondo Tevere definendo la coltre di bitume «una bruttura offensiva e indecorosa per la Capitale», mentre il presidente della Regione Zingaretti, a margine dell’inaugurazione di «Cento incroci» a Centocelle, ha usato l’arma dell’ironia per criticare l’operato del Comune: «Se l’asfalto si mettesse sulle strade per coprire le buche e non sulle rive del Tevere, sarebbe bello. Ma questa è un’altra delle bellezze di Roma: è una città piena di buche e noi mettiamo il bitume lungo il Tevere».
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05/05/2021 – Corriere della sera