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«Sì, il verde pubblico di Galbiate lo dobbiamo al nostro Celentano»

La provocazione nel libro del «Molleggiato» su ambiente e speculatori fa discutere Riva (ex sindaco): «Interventi importanti» – Panzeri: «La speculazione non c’entra»

GALBIATE Tutto sommato, l’ex ragazzo della via Gluck esce promosso dall’esame di educazione ambientale al quale lo stesso Adriano Celentano si è sottoposto, dedicando un capitoletto del suo libro «Rockpolitik» a come salvò «Galbiate dagli speculatori». Dichiarazioni forti, nello stile del cantante divenuto opinionista. La sua provocazione avrebbe potuto far saltare la mosca al naso: al contrario, i sindaci dei tempi in cui l’artista mise piede per le prime volte in paese e intraprese la sua crociata confermano. «È vero: Celentano ha dimostrato un’apprezzabile coscienza ambientale», lo sostiene senza riserve Giuseppe Riva, primo cittadino di Galbiate dal 1980 al 1985. «Non solo l’artista ha fatto quello che racconta nei limiti della sua proprietà – rivela l’ex sindaco Riva -, ma è a lui che dobbiamo il verde pubblico di cui i concittadini tuttora godono in due punti strategici del territorio». Ben pochi lo sanno, ma passano quasi tutti i giorni per i «boschetti Celentano»: uno si trova in via Primo maggio, l’altro a Sala al Barro. «I miei contatti col cantante – dice Riva – sono stati limitati, ma quei pochi fruttuosi: è stato Celentano a mettere a dimora le piante che vediamo tuttora circondare il centro medico comunale, in centro a Galbiate. Sempre lui ha fatto piantare gli alberi presso le scuole di Sala al Barro». Ricorda così l’episodio l’allora sindaco: «Parlai con Celentano di questi due progetti e si rese subito disponibile. Mandò il suo giardiniere a occuparsi di tutto, ma nel rispetto degli accordi presi col Comune. Il risultato si commenta da solo: a distanza di anni, è ancora sotto gli occhi di tutti». C’è chi Celentano lo ha conosciuto ancora meglio: Giuseppe Panzeri, attuale presidente del Parco Monte Barro, fu sindaco dal 1970 al 1980 e dal 1985 al 1988, cioè proprio nel periodo in cui la coppia più bella del mondo decise di stabilirsi a Galbiate. «È certamente vero che Adriano ha caratterizzato la sua proprietà con una vasta piantagione, come la ricchezza della biodiversità che l’area ospita – sostiene Panzeri -. Mi pare, invece, azzardato sostenere che la zona fosse candidata alla speculazione. Anzitutto, è una località periferica: per le urbanizzazioni si sarebbe speso troppo. Il pericolo reale non c’è mai stato. Celentano è stato illuminato nelle scelte all’interno della sua proprietà e in alcuni contributi dati alla collettività, che evidenziano un concreto impegno per l’ambiente. Tutto il resto è un’opinione sua». Panzeri puntualizza: «Galbiate non è mai stato terreno fertile per iniziative speculative. Tutto quello che si può vedere è sviluppo edilizio pienamente giustificato, in risposta a fondate domande della popolazione. Non è certamente Galbiate la patria degli ecomostri».

Patrizia Zucchi

13/11/2006 – La Provincia di Lecco (www.laprovinciadilecco.it)

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