Se non fosse un giallo, potrebbe benissimo essere una farsa. A dare retta ai dati resi noti da Fimi (la federazione che riunisce le major discografiche) l’album più venduto del 2005 è Convivendo 2 di Biagio Antonacci (il singolo più venduto è invece I bambini fanno oh di Povia e il dvd è di Vasco). Una bella notizia. Che sarà festeggiata con le solite interviste di rito al vincitore. E magari con qualche frecciata a Michael Bublé (secondo classificato) e soprattutto a Eros Ramazzotti, arrivato terzo con il suo Calma apparente. Per la cronaca, Renato Zero è quarto con Il dono, Ligabue quinto con Nome e cognome. Robbie Williams è sesto con Intensive care, De André settimo con il cofanetto In direzione ostinata e contraria, Claudio Baglioni ottavo con la raccolta Tutti qui, Max Pezzali nono con Tutto Max e Madonna è decima con Confessions on a dance floor. Seguono il live di Vasco e gli album di Negramaro, Green Day, Pausini e Jovanotti. È andata invece malissimo all’album Iguana cafè di Pino Daniele, finito al settantesimo posto della classifica degli album più venduti, sotto i Gemelli Diversi e Paolo Meneguzzi.
È il giallo? Dov’è il giallo – o la farsa – in tutto questo? Che secondo un’altra classifica, quella appena pubblicata dal mensile di settore Musica e dischi e realizzata sulla base dei dati forniti dalle principali case distributrici, le cose non stanno così. La più evidente discordanza riguarda addirittura il primo posto. Che per i distributori non è di Antonacci (secondo con 500mila copie vendute) ma di Ramazzotti, il cui album Calma apparente (terzo per la classifica Fimi) avrebbe venduto 580 mila copie: ottantamila in più di Antonacci. Vasco Rossi e Ligabue, dati per anni come rivali, risultano terzi a pari merito, con 400mila copie vendute a testa rispettivamente di Buoni o cattivi Live Anthology< /B> e di Nome e cognome). Michael Bublé, celebrato dalla classifica Fimi come primo degli stranieri, sarebbe solo quinto con 370 mila copie. Mentre Baglioni si riscatta su De Andrè e Williams, vendendo 20 e 28 mila copie più dei “rivali”, cioè 310 mila, contro 290 e 282 mila.
In contrasto anche le performance di Mina: per la Fimi l’album Bula Bula è al ventiquattresimo posto, mentre L’allieva, uscito poche settimane fa, è 38°. Per le case distributrici invece i due titoli hanno venduto la stessa cifra: 130mila copie.
Ancor più curiose le cifre su Celentano: il suo lavoro C’è sempre un motivo, pubblicato a metà novembre 2004, per la Fimi nel 2005 – nonostante il traino del suo programma tv Rock Politik – è andato male (solo 24°), mentre per i distributori ha venduto in tutto 600 mila copie (più di Eros, risultato primo in una classifica e terzo nell’altra). Se non fosse l’ennesimo segnale del caos che regna nella discografia italiana, verrebbe persino da ridere.
Di Gigio Rancilio
13/01/2006 – Avvenire