Addio a Roberto Gavioli, fece grande il ‘Carosello’ dei cartoon
Il suo nome, Roberto Gavioli, sarà ricordato non da molti, ma l’ottantunenne cartoonist appena scomparso ha messo al mondo delle creature che nessuno potrà mai dimenticare. Ricordiamo tutti Capitan Trinchetto, Caio Gregorio er guardiano der Pretorio, il vigile Concilia, il frate Cimabue (nella foto a lato), Pallina, Vitaccia Cavallina, Tacabanda con al seguito le scarpe a molla o la televisione tascabile.
Erano star tracciate a matita che furono le regine di Carosello. Gringo, minimale, veniva da foto ritagliate e poi sapientemente zoomate. Nel suo essere stringato non s’accontentava solo dell’aspetto all’accetta ma per contraltare sfoggiava una parlantina tutta in versi, parafrasando frasi di celebri film per reclamizzare il suo prodotto: «Sarà mezzogiorno, mezzogiorno di cuoco», oppure «Mi pingo, mi pungo, mannaggia alla rima con Gringo».
Con il fratello Gino, negli anni ’50-’60, i Gavioli con la loro Gamma film erano uno degli studi d’animazione più importanti d’Europa, spot e televisione da lì cominciarono a custodire un futuro miliardario ancora agli albori. Eppure già si capiva che il parco a disposizione era immenso e già grandi artisti cominciarono ad avvicinarsi al genere. Fu merito dei Gavioli se Adriano Celentano si risolse a farsi interprete della canzone «Ringo», su parole di Castellano-Pipolo, Alighiero Noschese, doppiatore e imitatore di Alberto Sordi in Vitaccia Cavallina.
Era il cartoon d’autore, seguito tempo dopo da Pagot e da Bruno Bozzetto. Furono corteggiati i Gavioli, dalla potentissima Disney ma loro preferirono continuare a lavorare in Italia perché, come ebbe modo di dire Sergio Zavoli: «Roberto Gavioli è uno di quegli italiani che, parendomi tutt’uno con il loro Paese, non posso immaginarli con una storia diversa da quella della loro terra».
11/08/2007 – La Stampa