Se n’è andato ieri in una casa di riposo, la Golden Age, era malato da parecchio, aveva 81 anni e gli ultimi, dopo un ictus, li aveva passati in una clinica romana. Una fine triste per Ezio Radaelli, la cui principale attività era portare allegria, divertimento, musica e buonumore nelle mille manifestazioni che aveva organizzato in Italia e nel mondo. Negli ultimi tempi (sono le spietate regole del cosiddetto rutilante mondo dello show business) la moglie Gabriella racconta che «era rimasto solo e dimenticato da tutti» e che gli unici ad essergli stati vicini erano Teddy Reno e Rita Pavone, che lo scorso Natale avevano organizzato uno show nella casa di riposo della quale era ospite. I funerali si terranno domani alle 10 nella chiesa della Golden Age.
Se nel nostro mondo dello spettacolo c’è qualcuno per il quale il titolo di patron sembra costruito su misura, beh, quello è, o meglio era, proprio Radaelli. Quando viaggiava con la sua invenzione più clamorosa sembrava Cesare con le sue legioni, Colombo al timone delle caravelle, Rommel che guidava le truppe in Africa. Radaelli alla testa del Cantagiro, la straordinaria manifestazione che in tempi di televisione in bianco e nero, dal 1962 al 1972, ha portato in giro per l’Italia centinaia di cantanti e gruppi in gara fra loro, era un vero spettacolo nello spettacolo: faceva il comandante e il manager, sì, ma anche tutto il resto, perché sceglieva le canzoni, si occupava dei minimi dettagli, insultava i giurati quando imbrogliavano, litigava a sangue con i discografici, risolveva i problemi con ogni mezzo, dalle parole dolci alle incazzature più feroci, e fu proprio lui a ideare il voto popolare con le schedine, nella fattispecie quelle dell’Enalotto.
Cominciò come organizzatore dei primi concorsi di Miss Italia, poi vennero le canzoni e varie edizioni del festival di Sanremo: dal 1958 al 1961 e dal 1967 al 1971, poi ancora, in coppia con Gianni Ravera, nel 1970 e 1971 (quell’anno vinsero Nada e Nicola di Bari con Il cuore è uni zingaro , e Lucio Dalla, arrivato terzo, diventò famoso grazie a 4 marzo 1943 ). Ma la sua grande idea fu il Cantagiro, che portò in mezzo al pubblico vero, alla gente delle città piccole e grandi e dei paesini più sperduti, in piazze stipate di persone e su strade affollate come se fosse il Giro d’Italia, tutta la musica, i personaggi e le band di allora, che viaggiavano su una carovana di automobili scoperte: il primo Cantagiro lo vinse Adriano Celentano con Stai lontana da me , e via via hanno partecipato tutti, da Lucio Battisti (cantò Acqua azzurra acqua chiara ) ai Giganti, Tony Dallara, Pooh, Bobby Solo, Nomadi, Equipe 84, Edoardo Vianello e The Flippers, Camaleonti, Peppino di Capri, Wess e Dori Ghezzi, Mal, e via di questo passo. Negli ultimi anni il Cantagiro viaggiò anche su treni speciali diventando il Cantaeuropa, e più di recente, fra il ’90 e il ’93, se ne tentò il recupero con il Nuovo Cantagiro, ma con poco successo.
Era questo il mondo di Ezio Radaelli, e va detto a suo merito che era un mondo vero, dove chi cantava e suonava lo faceva per davvero, dove era il pubblico a decidere il trionfo o la caduta e dove le star dovevano tuffarsi in mezzo alla gente, volenti o nolenti, per salvarsi la faccia. Al Cantagiro la notte si andava a mangiare la pizza con Battisti e lui raccontava barzellette in romanesco. Dove la ritrovi più un’avventura del genere?
16/10/05 – Il Messaggero