Adriano Celentano
VENEZIA IL MOLLEGGIATO SULLA PASSERELLA
STRAPARLA DI POLITICA, ECONOMIA E RELIGIONE
DRAMMA DELLE MORTI BIANCHE IN PRIMO PIANO CON LE OPERE DI CALOPRESTI, BALLA E REPETTO
Debora Danesi
VENEZIA Adriano Celentano infiamma la Mostra del Cinema di Venezia, dove è stata presentata ieri l’anteprima restaurata da Sky (in onda il 12 settembre) del film “Yuppi Du” del 1975. Un photocall brevissimo (solo una foto) e un red carpet familiare (con la moglie Claudia Mori e le figlie Rosita e Rosalinda) per il Molleggiato che ha puntato l’indice sul sistema economico e socio-politico italiano.
Mentre oggi “Yuppi Du” uscirà per la prima volta in dvd, Celentano consegnerà il Leone d’oro alla carriera a Ermanno Olmi. Occhiali scuri, immancabile camicia aperta sul petto, qualche pausa (soprattutto annunciata), Celentano ha parlato di cinema, morti bianche, Alitalia, Expò, Pincio, Venezia, intrallazzi tra politica ed economia, tra destra e sinistra. “Nel cinema ho sempre intenzione di fare qualcosa, penso ad un film sulla resurrezione di Gesù, ma è solo un’idea. O a un film come “Yuppi Du” che è un grido di gioia, di amore ma anche di dolore per l’irresponsabile mancanza di qualche datore di lavoro o negligenza di qualche operaio che non rispetta i sistemi di sicurezza” – ha sottolineato il Molleggiato dedicando il suo film a Graziano Alonso, morto proprio durante la lavorazione di “Yuppi Du” – La storia del barcaiolo Felice (Celentano) che vive con gli amici sottoproletari e un giorno, convinto di essere rimasto vedovo della moglie (Mori), si risposerà con un’altra (Charlotte Rampling), non invecchia mai. Olmi ed io non siamo una strana coppia, perché lui difende gli orti e io i navigli”.
Celentano ha detto poi di essere molto dispiaciuto che “l’Alitalia sia ridotta così, spero che risorga ma ho il sospetto che la nuova cordata non sia abbastanza pura. Me la prendo anche con la gente che non protesta, contro architetti e Comune che sono i veri mandanti di questi scempi, come il parcheggio sul Pincio, segno evidente dello scambio di favori tra imprenditori e politica. L’inventore di questa geniale mostruosità è Chicco Testa che dopo quest’idea è rimasto solo Chicco”.
Celentano ha infine definito il sindaco di Milano Moratti e il presidente della Regione Formigoni “figli di un vertice politico degenerato in cui a capo non c’é solo Berlusconi ma anche Veltroni che definì quella del Pincio l’operazione urbanistica più importante degli ultimi anni. E Alemanno, che all’epoca non era sindaco, si oppose con forza, ma oggi che è sindaco di Roma ha cambiato idea”.
Quello delle morti bianche e della sicurezza sul lavoro è stato il tema della giornata di ieri sul Lido. Il presidente della Repubblica Giorgio Napoletano ha scritto un messaggio al presidente della Biennale Paolo Baratta nel quale ha espresso “vivo apprezzamento per la sensibile scelta di dedicare, nell’ambito della 65esima Mostra del Cinema di Venezia, un momento di particolare attenzione al dramma delle morti sul lavoro”, con le proiezioni speciali dei film “La fabbrica dei tedeschi” di Mimmo Carlopresti e “Thyssenkrupp blues” di Pietro Balla e Monica Repetto, che faranno seguito alla presentazione della edizione restaurata di “Yuppi du” di Adriano Celentano”.
Sbarca alla Mostra del cinema di Venezia anche il viaggio di Mimmo Calopresti con “La fabbrica dei tedeschi” (Orizzonti), sulla tragedia alla Thyssen Krupp di Torino. Distribuito dall’Istituto Luce, il commovente film uscirà nelle sale dopo un’anteprima (il 12 settembre a Torino) alla presenza di operai e parenti dei 7 lavoratori arsi vivi nell’acciaieria in via di dismissione, la notte tra il 5 e 6 dicembre 2007. L’8 dicembre, ad un anno dalla tragedia, La7 costruirà sul tema una serata televisiva, con una puntata speciale su “L’Infedele” di Gad Lerner.
Da Pasquale Squitieri è arrivato ieri un attacco contro i “registi di sinistra” per il loro (mancato) impegno sul tema delle morti bianche: “I Tornatore, i Taviani, fanno i compagni, i comunisti e poi fanno i soldi con la pubblicità. Registi di destra siamo in due, io e Zeffirelli”.
05/09/2008 – Il Tempo