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Adriano Celentano: “Pessima situazione? Colpa degli architetti”

INTERVISTA

“Nuovo disco con provocazioni ecologiste Raiuno? Se tutto fila liscio è un miracolo”

MARINELLA VENEGONI
INVIATA A MILANO
Per raccontare un po’ del suo nuovo album, Adriano Celentano strappa tempo prezioso ai preparativi di La situazione di mia sorella non è buona; lo special di lunedì prossimo già destinato a illuminare gli ascolti di Raiuno gli dà parecchio da lavorare, come ci confida al telefono dalla sua casa di Galbiate, sullo sfondo la bella voce dell’immancabile moglie Claudia. Sembra anche un filo preoccupato, mentre ce ne racconta la formula: «E’ un progetto anomalo. Se viene come l’ho scritto, dovrebbe essere un’altra tacca innovativa nel modo di far televisione. Credo sia il programma più difficile mai fatto in tv, in pratica girerò un film in diretta: quindi non solo debbono aver memoria salda i protagonisti, a partire da me che mi dimentico le cose, ma anche i cameramen tutti. C’è un tale concatenamento, che penso che se tutto filerà liscio sarà un miracolo».

Caro Adriano, alcuni ospiti del suo cosiddetto film tv, che girerà tutto intorno alla musica, sono autori o esecutori nel disco «Dormi amore la situazione non è buona» in uscita oggi: Mogol, Carmen Consoli, Stefano Di Battista, il giovane Tricarico, Neffa lo chic, Jovanotti autore di un testo ecologista. Come sceglie gli autori? Ascolta tutto quel che le arriva?
«Evidentemente quando sto per incidere un disco gira la voce, e tutti gli autori cominciano a telefonare e parlano con Claudia. Tante volte è proprio Claudia a chiedere, com’è successo per Carmen Consoli: Cerami aveva scritto un testo per me e parlando con Claudia, aveva detto “mi piacerebbe fare un album con Adriano”; Claudia ha letto quel testo e per la musica ha pensato a Carmen, che lo ha musicato subito: Anna Magnani è un pezzo particolare..».

Cosa farebbe senza Claudia? E’ il suo terzo braccio..
«E’ vero, io poi ne approfitto un po’, la carico sempre più di responsabilità».

E’ sorprendentemente attuale il vecchio inedito di Modugno, «Ragazzo del Sud»: «Per le strade di Torino/Polizia e malviventi/Sono tutti di una razza/Sono figli degli stenti…».
«Ha sorpreso anche me. Lo ha dato a Claudia la famiglia di Modugno, che se lo era tenuto finora in casa: “Se lo fa Adriano…” hanno detto. Mi ha colpito l’attualità di questo pezzo immaginato da Modugno trent’anni fa: direi che la storia non solo non è andata avanti, ma è anzi tornata indietro…».

Torna l’ecologista che è in lei. In «Aria…non sei più tu», il testo di Jovanotti è un peana al Celentano anticipatore che combatteva gli alberi di trenta piani: stigmatizza «le leggi delle giunte comunali/con dentro i porci che decretan la tua morte…»; e poi nella canzone di Tricarico «La situazione non è buona», aggiunge di suo al testo «Ma la più grande sciagura sono gli architetti»: non erano i geometri, una volta?
«No, guardi che la catena di montaggio della distruzione dell’umanità parte dai comuni che sono i mandanti: poi ci sono gli architetti, e certo i comuni hanno i loro geometri. I comuni, più che far qualcosa, lasciano fare, danno vita a queste brutture, non si oppongono: non ha importanza se il destino di chi ti cammina accanto sta crollando, è questa la disgrazia. Sono cose che si dicono da tempo e non cambiano; son rassegnato a un futuro sempre più brutto, ma cerco di avere la coscienza a posto, parlandone».

Che ne dice delle intercettazioni secondo cui Rai e Mediaset si mettevano d’accordo sulla programmazione, durante il governo Berlusconi?
«E’ una mentalità che fa parte di quel modo di fare di nucleo familiare. Insomma non mi son meravigliato».cui parlavamo prima: ognuno cerca di spianare la strada per se stesso, senza badare a chi gli è vicino. Tutti parlano di giochi di squadra, ma c’è solo individualismo fra i politici e fra la gente: la tv ci sta abituando a pensare ognuno per sé, a partire dal

Lei si sente più grillesco o più vicino alle istituzioni?
«A dir la verità è una domanda che mi faccio da anni. Claudia dice che sono anarchico. Credo di inseguire un pensiero fondamentale: le persone, i bambini, i vecchi, hanno ognuno una propria bellezza, ma credo che la mancanza del bello intorno a noi provochi l’imbruttimento generale. Inseguo questi temi che per me sono diventati un’unica canzone che continuo a riproporre».

E la sorella del titolo?
«E’ la Terra. Come la Sorella Luna di S. Francesco, la sorella che immagino io è il nostro pianeta che si sta consumando. Perché la situazione non è buona mica solo in Italia, ma in tutto il mondo».

23/11/2007 – La Stampa

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