Finalmente sappiamo chi ha inventato ufficialmente la trap.
Negli anni ho cercato risposta a tutte le mie domande esistenziali grazie all’ausilio di Yahoo Answers e, ogni volta che ho avuto un dubbio su quale direzione dare alla mia vita, Yahoo Answers mi ha indicato la via. Se un dubbio meritava di essere risolto, sicuramente quello era il posto in cui andava risolto.
A tal proposito, da circa 9 anni intere generazione si sono ritrovate a chiedersi chi possa essere il capostipite del rap italiano: c’è chi sostiene Jovanotti, chi Frankie Hi-Nrg e tutto quel filone delle posse, chi gli Articolo 31 e chi addirittura Antonello Fassari, per una lista di nomi che dimostra come (più o meno) il rap in Italia sia andato migliorando con il tempo. Nel 1972, però, veniva pubblicato un 45′ che conteneva da un lato “Disc Jockey” e dall’altro una canzone “cantata in una lingua nuova che nessuno capirà, ma avrà un solo significato: amore universale”. Il titolo di questo brano è “Prisencolinensinainciusol”, che rappresenta la ribellione alle convenzioni musicali, rendendo Adriano Celentano Young Thug prima di Young Thug e che ha portato generazioni a chiedersi se davvero Adriano Celentano avesse inventato il rap.
Da allora sono passati 44 anni e di merda sotto i ponti ne è passata tantissima, il rap ha saputo dare il peggio di sé, dimenticandosi delle sue origini, inventando e reinventando, come dimostrano i fatti delle ultime ore. Nel frattempo Molella ha messo le mani su “Prisencolinensinainciusol”, Celentano ha fatto un passo indietro rispetto alla bagarre sui natali del genere, pubblicando i suoi dischi, conducendo i suoi programmi senza più intervenire e il rap in Italia è diventato il genere numero uno in classifica, c’è chi sostiene anche grazie all’influenza, più o meno indiretta del Molleggiato.
Come in ogni genitore, però, quando il figlio diventa troppo grande e lo si vede tagliare definitivamente il cordone ombelicale che lo lega alle proprie origini, in Adriano Celentano ultimamente deve essere scattato qualcosa, che lo ha spinto a ristabilire le gerarchie in questo gioco, mettendo chiaro chi ha inventato cosa e, soprattutto, chi ha diritto a fare determinate cose e chi no.
Nell’ultimo disco di Celentano con Mina c’è un brano che si intitola “Se Mi Ami Davvero” in cui Il Molleggiato utilizza lo strumento del demonio: l’autotune. Panorama elogia il brano con un bel paragone (originale e mai sentito prima) con il Piccolo Principe – senza peraltro citare Pyrex – e che quindi non mi soffermo a recensire perché potete già leggere roba come “Per capire le cose più importanti occorre tornare bambini. Occorre tornare alla semplicità dello stupore”.
Celentano Ebbasta, nel ritornello, ci spiega lo stupore e si lancia in una vocalizzazione delle tre parole “solo un uomo”, che è un velato omaggio al secondo album di Mondo Marcio, il quale ha già collaborato con Mina nel suo penultimo album, in una triangolazione che ha dell’incredibile. Durante la sua strofa, priva purtroppo di autotune, Celentano riprende gli stilemi del rap con riferimenti più o meno espliciti al presente e al passato, dalla pietra scalciata degli Articolo 31 – forse un tentativo di rispolverare un dissing mai davvero dimenticato? – al suo stile di vita (“vado a naso”, hehe), recuperando i temi tipici della trap (“penso solo ai soldi e poi anche al lavoro”), per poi recuperare l’autotune sul finire del brano, nella parte più sentimentale, in una sorta di bridge.
La canzone è disponibile su Spotify e potete ascoltarla subito dopo il remix di Benny Benassi della già citata “Prisencolinensinainciusol” che, sempre secondo Panorama, ci permette di ascoltare “addirittura una parte rap di Mina”. Spero che dopo questo esercizio di stile tutto il mondo riconosca ad Adriano Celentano i propri meriti e che Tannen Records si sbrighi a
ristampare il 45 giri di “Prisencolinensinainciusol”. Grazie.
di Tommaso Naccari
11/11/2016 – VICE Italia (noisey.vice.com)