Quando un ambulante serio si muove, e non solo nel suo piccolo guscio, fa molte conoscenze, anche importanti. Al Conte Marta è capitato di conoscere Celentano, ancora agli albori della sua carriera.
«Io l’ho conosciuto in via Zurretti, una parallela di via Gluck. Quando avevo una tinca o una carpa, andavo dalla sua mamma Assunta a portarle la “trota”. Dicevo sempre che mi mandava Adriano. Quando mi vedeva mi chiedeva: “Quanto è, Martino?” Niente, niente».
«Ho di lui un grande ricordo: usciva di casa alle nove e mezzo – un quarto alle dieci del mattino; aveva un cappello da mandriano e un loden; toglieva dalla tasca pacchi di soldi tenuti insieme con le mollette. Allora gli si facevano attorno tanti amici, povera gente con un sacco di problemi… Quanti ne distribuiva, da quando usciva fino alle undici. Un uomo di grande cuore».
«Ho venduto moltissimi suoi dischi e poi… i pantaloni bicolori a zampa d’elefante. […]
19/03/2007 – BresciaOggi