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Anche all’Arena Adriano Celentano fa la telepredica

Grandi canzoni poi un sermone sul lavoro E con Fitoussi la «ricetta» contro la crisi

di Carlo Antini

«La crescita economica – ha detto Celentano all’Arena di Verona – è subordinata a una drastica inversione di marcia dell’uomo senza la quale sarà difficile venirne fuori». Dopo un’anteprima con mini-sermone affidato a una voce fuori campo che è tornata a ripudiare la guerra e l’abbandono della terra per il cemento, «Rock Economy» è partita con l’attore Valerio Amoruso e la giornalista del Tg5 Cristina Biachino che hanno letto brani degli economisti Jeremy Rifkin e Serge Latouche. Dopo il prologo economico a tinte forti (che ha toccato temi caldi come le diseguaglianze sociali e la rigidità delle politiche di bilancio che finisce per bloccare il mercato), «Rock Economy» ha poi preso decisamente la strada della musica. Una dopo l’altra tante canzoni che hanno fatto la fortuna del Molleggiato come «Svalutation», «Rip it up», «Si è spento il sole», «La cumbia di chi cambia» e «Io non so parlar d’amore». Poi Adriano Celentano ha cantato «Io sono un uomo libero» di Ivano Fossati, che era in platea insieme ad altri artisti come Eros Ramazzotti e Paolo Bonolis. «Un giorno – ha raccontato il cantante sul palco – Ivano Fossati mi ha chiesto posso fare un pezzo per te? Dico sì, e lui l’ha fatto. Ma questo brano è più difficile degli altri, infatti mi siedo qui a farlo», ha aggiunto interrotto dagli applausi del pubblico che gridava ripetutamente il suo nome. «Con un piede devo segnare il levare del tempo – ha spiegato sorridendo, quasi a scusarsi – con l’altro il battere e con il ginocchio devo ricordare le parole». Immancabile e toccante «Pregherò», versione italiana di «Stand by me», incisa nel ’62. Prima di intonarla ha detto: «C’è un ragazzo qui che si chiama Paolo Bonolis, se non canti questa canzone ti tiro dietro qualcosa…». Fino all’apparizione sul palco dell’economista Jean-Paul Fitoussi, Gian Antonio Stella (di cui Celentano non ricordava il nome di battesimo) e Sergio Rizzo. «La disuguaglianza è divenuta così grande – ha detto l’economista francese – che è incompatibile con la democrazia, in Europa non siamo più in un regime democratico». Un dibattito che dopo un po’ una parte del pubblico ha mostrato di non gradire rumoreggiando e chiedendo la musica. È stato il navigato Gianni Morandi a cogliere il clima, invitando con grande stile Adriano Celentano ad accorciare i tempi e a riprendere lo spettacolo. Meno male che c’era il «ragazzo» di Moghidoro ad alleggerire il peso e a riportare al centro le canzoni. In fondo, tutto quello che voleva sentire chi aveva pagato il biglietto.

09/10/2012 – Il Tempo

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