Risposta massicca all’iniziativa dei giuristi in difesa della libertà di stampa
Dopo Fo, Camilleri, Bertolucci e tanti altri, anche il cantante e Claudia Mori
Aderiscono don Ciotti e Sandra Bonsanti, presidente di Libertà e Giustizia
ROMA – In poche ore trentamila firme. Che in meno di 24 ore sono diventate 55mila e continuano ad aumentare. Una risposta massiccia quella ottenuta dall’appello di Repubblica in difesa della libertà di stampa, l’iniziativa lanciata dai giuristi Franco Cordero, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky dopo la decisione del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di denunciare Repubblica per le dieci domande che il quotidiano da mesi gli pone ma alle quali lui non ha ancora dato alcuna risposta.
La risposta è stata immediata. A mobilitarsi subito è stato il mondo della cultura e dello spettacolo. Ma non solo. Fra le adesioni, anche quella di Sandra Bonsanti, presidente di Libertà e Giustizia, e di don Luigi Ciotti, presidente di Libera. Libertà e Giustizia, si legge in una nota, “testimonia la sua solidarietà in particolare ai giornalisti di Repubblica e dell’Avvenire, direttamente minacciati e spiati con metodi piduisti, ma in generale a tutti i giornalisti italiani che con questa denuncia di Silvio Berlusconi hanno ricevuto una sorta di avvertimento: è vietato fare domande; è vietato criticare”. Bonsanti, inoltre, rinnova al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano l’appello che gli ha rivolto l’8 agosto: “Quando il Parlamento è stato esautorato e reso muto, quando la stampa e l’informazione sono quotidianamente vilipese e intimidite, quando il basilare diritto ad opporsi e a lavorare per un Paese diverso è soffocato dai diktat di un potere ormai senza alcun controllo, cosa resta della nostra Democrazia?
Dal mondo della cultura e dello spettacolo sono arrivate le firme, fra le altre, di Dario Fo, Andrea Camilleri, Gabriele Salvatores, Bernardo Bertolucci. Ed altre se ne aggiungono. Come quelle degli editori Alessandro e Giuseppe Laterza, dell’attrice Lella Costa, delle scrittrici Sandra Petrignani e Clara Sereni, del regista Silvio Soldini, del giornalista Rai Andrea Vianello.
C’è anche l’adesione di Adriano Celentano e di sua moglie Claudia Mori. Un tema, quello della libertà di stampa, rispetto al quale il cantante ha già dimostrato la propria sensibilità: nell’ottobre del 2005, nel corso di una delle puntate del suo show Rockpolitik in onda su RaiUno, Celentano mostrò la classifica – redatta dall’istituto di ricerca americano Freedom House – del livello di “Freedom of the Press”, la libertà di stampa presente nei paesi del mondo (l’Italia compariva allora al 77esimo posto).
Tra gli altri firmatari – oltre ai già citati Fo, Camilleri, Bertolucci, Salvatores – anche Franca Rame, Carlo Verdone, Victoria Cabello, Fabrizio Gifuni, Francesca Comencini, Giulio Scarpati, Pierfrancesco Favino, Ascanio Celestini, Angelo Barbagallo (produttori cinematografico), Marco Risi, Davide Ferrario, Sandro Veronesi, Carlo Lucarelli, Antonio Scurati, Erri De Luca, Giuseppe Montesano, Domenico Procacci (produttore cinematografico), Enrico Deaglio, Francesco Rosi, Carla Fracci e Beppe Menegatti, Ornella Vanoni, Angela Finocchiaro, Michele Placido e Renato De Maria.
E ancora, Carlo Ginzburg, Rosario Villari, Tullio Gregory, Corrado Stajano, Giovanni De Luna, Miguel Gotor, Sandro Petraglia, Stefano Rulli, Ottavia Piccolo, Licia Maglietta, Carlo Freccero, Enrico Bertolino, Dori Ghezzi, Monica Guerritore, Ferzan Ozpetek, Milva, Marco Bellocchio, Teresa De Sio, Maurizio Nichetti, David Riondino, Franco Battiato, Saverio Costanzo, Carlo Degli Esposti, Massimo Ghini, Ettore Scola, Furio Colombo, Giacomo Marramao, Stefania Sandrelli, Giovanni Soldati, Valerio Mastandrea, Alessandro Gassman, Paolo Sorrentino. Maurizio Crozza aderisce e osserva: “La mia solidarietà va a Silvio Berlusconi. Dove s’è mai visto un giornalista che pone domandi irriverenti al capo del governo? Un bravo giornalista non assume iniziative, un bravo giornalista scrive sotto dettatura”.
29/08/2009 – La Repubblica