Battisti e Celentano re dei falò
Non c’è niente di meglio del classico cerchio intorno al fuoco e di una chitarra per vivere appieno il gusto dell’estate. A dirlo sono i giovani, che non rinunciano alla tradizione del falò e che preferiscono inserire nel loro repertorio di cori i grandi successi dei big della musica italiana. In testa Battisti e Celentano, Vasco Rossi e Max Pezzali. Lo stabilisce uno studio di marketing promosso dall’azienda di car audio Alpine.
Durante i falò si balla, si gioca, si mangia si fa il bagno. Ma principalmente si cantano a squarciagola i grandi successi della musica italiana, più orecchiabili e comprensibili di quelli stranieri, senza doversi preoccupare di una secchiata d’acqua in arrivo da un momento all’altro dall’inquilino del piano di sopra. Se mai un gavettone. Ma cosa si canta? Il 73% degli intervistati preferisce i mostri sacri della canzone, il 61% abbozza qualche strofa dei big stranieri, mentre il 47% si lascia contagiare dai tormentoni pubblicitari, tipo Ciuri Ciuri, rilanciata da una marca di aranciata.
Le canzoni regine sono sempre loro: La canzone del Sole, Un’avventura e Dieci Ragazze di re Battisti, preferite dal 78% degli intervistati. Segue Azzurro di Celentano (71%). Non se la cava male neanche Vasco Rossi (67%) intonato più con Albachiara e Liberi Liberi che per i suoi recenti successi.
Immediatamente dopo le prime tre troviamo classici dell’ultimo decennio, come Hanno ucciso l’uomo ragno di Max Pezzali (58%), il tormentone estivo I bambini fanno oh di Povia (51%). Sesto posto per uno dei pochi stranieri che si salvano (47%), i Coldplay, con Speed of sound. Al settimo posto troviamo i Negramaro con Estate (45%), seguiti da Simone Cristicchi (43%) con Vorrei cantare come Biagio. Immancabile Gigi D’Alessio (41%) con Quanti amori e Eros Ramazzotti (38%) con Più bella cosa. Ma resiste anche Pupo con le evergreen Gelato al cioccolato e Su di Noi (32%).
Quasi scomparsi invece i tormentoni dell’estate scorsa, come Calma e Sangue freddo di Luca Diriso, intonata solo dal 21% dei rgazzi. Se la passa male anche Zucchero con il 17%. Tra i primi venti, comunqe, ci sono anche Claudio Baglioni con la più che adatta alla situazione Questo piccolo grande amore (26%) e Gianni Morandi con C’era un ragazzo (15%). Boccadirosa di Fabrizio De Andrè incassa il 13%, nonostante il testo non sia fra i più semplici da memorizzare.
I falò, quindi, meglio delle discoteche super affollate. Una tradizione che resiste di generazione in generazione, le cui modalità sembrano essersi fermate nel tempo. Protagonista indiscussa è ancora la chitarra, preferita ai lettori mp3 o agli stereo dal 61% dei giovani. Prende piede anche la moda del ballo in spiaggia, preferita dal 32% dei 200 giovani intervistati in diverse località turistiche, ma le preferenze sono troppo esigue e non intaccano il primato del falò.
Ma qual’è il segreto di tanta longevità? Il cerchio intorno al fuoco, accompagnato da una spiaggia libera e a disposizione, diventa lo strumento di divertimento privilegiato se si vuole stare insieme proprio in tanti. Anche il più grossolano, organizzato all’ultimo minuto, infatti, non coinvolge meno di 15-20 persone, fino ad arrivare a un massimo di 89-90.
Ottima ragione, indubbiamente, quella di una spiaggia tutta per sè e per i propri amici dove poter scorazzare liberamente. Ma non è l’unica e neppure la più importante. L’attrattiva principale (38% delle preferenze) sta nel fatto che è un modo di divertirsi molto eclettico: nello spazio della stessa serata si può fare davvero di tutto, dal bagno a una cantata, da un’abbuffata a un ballo scatenato.
Subito dopo troviamo una ragione più che valida. Per il 21% dei ragazzi, infatti, il falò è ancora l’occasione migliore per fare conquiste e magari chiudere l’estate in bellezza prima del rientro in città. Per il 14% invece la bellezza del falò sta nel fatto che è un divertimento che si può vivere solo d’estate, mentre l’11% si sente davvero libero di fare ciò che vuole al riparo dall’occhio indiscreto di mamma e papà.
19/08/2005 – TgCom