Celentano ancora sulla via Gluck esce il nuovo cd, e torna su RaiUno
Esce “Dormi amore”, anticipato dal singolo “Hai bucato la mia vita” già ai primi posti delle classifiche
Lunedì 26 il Molleggiato di nuovo in tv con una serata-evento a due anni da “Rockpolitik”
“Scendere in piazza come Grillo? Ahimé ormai è troppo tardi, ci ha pensato prima lui”
“Il mondo vive un momento di indifferenza, tutti pensano: inutile agitarsi, non cambierà nulla”
di GIUSEPPE VIDETTI
CINQUANT’ANNI fa, di questi giorni, stava preparando il primo disco. Aveva 19 anni, era ebbro di rock’n’roll, rivoluzione per i ragazzi di allora. Cercava canzoni, ma a uno sconosciuto – molleggiato sì, ma anche picchiatello – non arrivava certo la prima scelta. “Preferivano Tony Dallara”, ricorda Adriano Celentano, che oggi pubblica in cd e in vinile il nuovo Dormi amore, la situazione non è buona. “Per questo cantai solo brani americani, come Rip it up e Jailhouse rock“. Adesso i migliori autori sono al suo servizio: Mogol e Gianni Bella per Hai bucato la mia vita, un tormentone che strappa il cuore, Jovanotti per Aria… non sei più tu, continuazione ideale della saga della Via Gluck. Poi Tricarico, Neffa, Carmen Consoli su testo di Vincenzo Cerami. Persino un Modugno del ’72, Ragazzo del sud, che Mimmo cantò una sola volta a Voi ed io, in radio, ma che non ha mai inciso. E tra i musicisti Celso Valli, Ludovico Einaudi, Vinnie Colaiuta e il quartetto di Stefano Di Battista. Lunedì 26 canterà i nuovi brani su RaiUno in un unico show intitolato La situazione di mia sorella non è buona.
Il messaggio arriva forte e chiaro: la situazione non è buona.
“Il mondo vive un momento d’indifferenza. Lavoratori, pensionati, giovani disoccupati, tutti oggi si nutrono di rassegnazione. Il pensiero dominante, stimolato dalla litigiosità della classe politica, è: inutile agitarsi, tanto non cambierà nulla”.
Di chi è la colpa?
“Di chi sta al potere. Della televisione, che ne è lo specchio. Della famiglia, sempre più disgregata. Ci sono ragazzine di 12 anni che escono la notte e vanno nei locali notturni a ballare la love dance”.
La lap dance, vuol dire…
“Sì, a fare le cubiste insomma. Sarà che io ho sempre in mente l’amore… quello che quando lo deciderà ci salverà. Il punto è: quei genitori lì andrebbero arrestati”.
Ha ragione Jovanotti, l’aria è sempre più irrespirabile, stuprata dalla civiltà: “Lo Celentan sempre lo disse/odia chi distrugge le città/Canta da quella notte di Via Gluck/il pianto dell’umanità”.
“Gli ho chiesto una canzone ecologica, e lui ha avuto questa intuizione. Ma poi gli ho detto: calca di più sulla politica delle giunte comunali (“Con dentro i porci che decretan la tua morte” nella canzone, ndr). Il disastro parte da lì”.
Modugno scrisse e lei canta: “Per le strade di Torino, polizia e malviventi sono tutti di una razza, sono figli degli stenti. Meridione disperato, sole e mare e poesia, o banditi per le strade o arruolati in polizia”.
“E trentacinque anni dopo è ancora così. Vuol dire che non è successo niente, vuol dire che non siamo andati avanti. Di nuovo c’è che si siamo abituati alla violenza. Trenta morti a Bagdad non fanno più notizia”.
Non ha mai avuto la tentazione di diventare un Grillo parlante, di scendere in piazza?
“No. E adesso, ahimè, è troppo tardi, l’ha già fatto lui…”.
Però il maestro della suspense televisiva resta sempre lei. Chissà che combinerà lunedì.
“Beh, visti i temi del disco, gli argomenti non mancano. La mia formula è sempre la stessa: spiazzare i telespettatori”.
Se l’immaginava questo inciucio tra Rai e Mediaset?
“Perché lei no?”.
La si vede poco in questa tv di presenzialisti. Le è mai venuto in mente di diventare invisibile come Mina?
“No, sono un iperattivo, anche se non mi si vede in giro. Taccio quando sono a corto d’idee, me ne sto a casa ad aggiustare i rubinetti. È codardia?”
No, onestà professionale.
“Ecco sì, questo mi piace. L’onestà professionale”.
23/11/2007 – La Repubblica