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Celentano canta nella notte della festa

A San Siro il centenario dell’Inter

MILANO
La parata dei campioni che hanno fatto la storia della Beneamata ma soprattutto le note di Adriano Celentano, cuore nerazzurro, con il suo “Ragazzo della via Gluck” a infiammare la serata del “Meazza”. L’Inter che domani compie 100 anni – e in attesa del Liverpool in Champions League supera la Reggina 2-0 – non si è fatta mancare niente nella giornata di celebrazioni per il suo secolo di vita.

Festeggiamenti iniziati nel pomeriggio – davanti ad una marea nerazzurra giunta da tutta Italia – con l’ingresso del terreno di gioco di 825 bimbi (come il numero degli atleti che hanno vestito la maglia interista) – a comporre sull’erba la scritta “Inter 100” tra l’entusiasmo di San Siro. Un catino ribollente di passione e calore, capace di imponenti coreografie. All’ingresso in campo di Inter e Reggina, la curva nord – cuore del tifo interista – srotola una enorme maglia nerazzurra con il numero 100 sulle spalle, contornata da un gigantesco tricolore e da una croce rossa su sfondo bianco, simbolo di Milano. A sormontare il tutto i marchi storici dell’Inter e dell’Ambrosiana Inter. Dirimpetto, nella curva Sud una grande croce rossa su sfondo bianco con scritto FC Inter e, lungo tutta la tribuna arancio, l’immenso striscione “1908-2008 da 100 anni in serie A”.

Uno spettacolo di tifo e colore proseguito anche a gara finita. Prima con l’omaggio ai campioni del passato – quelli che hanno saputo marchiare a fuoco il libro dei ricordi interista – e poi con la musica di Adriano Celentano, in mezzo al prato del “Meazza”: un ritorno dal vivo, 14 anni dopo, per un’occasione speciale, cantando uno dei suoi cavalli di battaglia, con appendice ambientalista e fustigatrice. Una «dimostrazione di affetto», ha tenuto a ringraziarlo l’Inter, un vero e proprio regalo. E dopo il singolare duetto Celentano-Massimo Moratti sulle note di “Sei rimasta sola” («cantare con Adriano e come giocare con Pelè: fantastico» ha detto il presidente), tra i boati e la ola del pubblico il buio è sceso su San Siro, illuminato solo dai flash delle macchine fotografiche e dal gioco di fasci di luci azzurre.

In questa atmosfera suggestiva sono sfilate sul prato 35 bandiere di diversi Paesi, una per ogni nazionalità di provenienza dei giocatori scesi in campo con i colori interisti. In una sarabanda di immagini, i sessantamila di San Siro hanno applaudito due giovani in arrivo da Pechino per sposarsi proprio in occasione del centenario nerazzurro, e sono stati destinatari di ’cartolinè video spedite da diversi protagonisti del calcio mondiale a partire da Joseph Blatter e Michel Platini, fischiatissimi, per proseguire con Giovanni Trapattoni, Roberto Baggio, Youri Djorkaeff, accolti invece da un boato, per finire con Diego Armando Maradona, subissato di fischi. A chiudere i festeggiamenti di San Siro, la lunga sfilata dei campioni interisti del passato e del presente, chiamati in campo in rigoroso ordine alfabetico, partendo dai protagonisti della grande Inter di Herrera come Suarez, Burgnich e Sarti.

Sul terreno di gioco – tutti con al collo la sciarpa nerazzurra – si sono avvicendati i giocatori del passato Bruno Bolchi e Sergio Brighenti, i tricolori con Giovanni Trapattoni, Andy Brehme e Lothar Matthaus, oltre a Giuseppe Bergomi e Riccardo Ferri, l’indimenticato Roberto Baggio, i vincitori dello scudetto con Eugenio Bersellini, Domenico Caso, Ivano Bordon e Nazareno Canuti, oltre a stranieri sempre nel cuore dei tifosi come Ivan Zamorano, Jurgen Klinsmann e Djorkaeff. A chiudere la lunga lista di campioni, Walter Zenga, un altro dei grandi di questi cento anni di storia.

08/03/2008 – La Stampa

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