Biagi non solo conferma di essere stato invitato da Celentano, ma dice che a Rockpolitik andrebbe di corsa. Beppe Grillo spera di poter partecipare una volta superati i problemi legali con la Rai. Pure Luttazzi non mancherebbe all’appuntamento. La lista degli «epurati» della Rai (cui si aggiungono Michele Santoro e Paolo Rossi) che il Molleggiato vuole portare in trasmissione per parlare della libertà di espressione sta mettendo a soqquadro viale Mazzini. Ieri sulla questione si sono accapigliati tutti i vertici della Rai e la settimana prossima se ne discuterà in consiglio di amministrazione.
Ad accendere la miccia è stato il direttore di Raiuno Del Noce che lunedì si è addentrato nella nebbia di Brugherio, hinterland milanese, per andare a curiosare nel mega studio che Celentano ha costruito per la sua trasmissione che debutterà giovedì 20 sul primo canale. Il direttore, nonostante un pomeriggio e una lunga cena con il Molleggiato, non è riuscito a cavare un ragno dal buco. «È stato un dialogo surreale – ha detto – in cui Celentano ha opposto i suoi famosi silenzi. Direi che una sfinge tradisce più emozione di lui».
In sostanza: Del Noce adesso ha chiaro cosa sarà la parte rock dello show, ma di quella politik non ha capito nulla. «Per cui – ha spiegato ieri con durezza – mi autosospenderò dai miei poteri e doveri editoriali per quello che riguarda questa trasmissione». Già nelle scorse settimane Del Noce aveva espresso perplessità sulla libertà totale lasciata al Molleggiato per il suo programma. Ma ieri ha voluto proprio lavarsene le mani: «Non è possibile che uno show vada in onda senza alcun controllo.
La libertà editoriale concessa a Celentano rappresenta un’anomalia assoluta, mai vista in tutte le reti Rai se non nel suo caso. Per quanto mi riguarda, si potrebbe anche eliminare in quelle ore il marchio di Raiuno all’angolo dello schermo». Quello che vuole evitare il responsabile del primo canale Rai è trovarsi a fare da capro espiatorio dell’intera vicenda, di rispondere di eventuali bufere politiche: «Vorrei sapere chi vigilerà sullo show». E quindi preventivamente fa sapere di non essere mai stato d’accordo sulla libertà lasciata al cantante quando era direttore generale Flavio Cattaneo.
Anche se lui stesso dichiarò nel dicembre 2004: «Abbiamo offerto a Celentano la assoluta autonomia editoriale autoesentandoci anche da un eventuale controllo dei testi… mettendo l’artista di fronte al rispetto delle leggi in vigore». Un’autonomia comunque ribadita due settimane fa al Prix Italia dall’attuale direttore Alfredo Meocci.
Dunque, le preoccupazioni del direttore sembrano aumentate dopo aver appreso della lista di invitati (rivelata giovedì scorso dal Giornale e a cui si aggiungeva anche il subcomandante Marcos):
«Adriano dice che del riequilibrio in trasmissione si occuperà lui in persona, ma questo non è assolutamente accettabile. Il tema della libertà di espressione si può affrontare in tanti modi ma è chiaro che, invitando solo certi personaggi, la trasmissione prenderà una piega precisa e di parte». Lo stesso Biagi ne è consapevole: «Celentano mi ha chiamato qualche giorno fa – racconta -. Poi però non l’ho più sentito. Ho pensato che forse avrà problemi con la Rai. Se mi invita per parlare della libertà di stampa, è un argomento che mi sta a cuore».
Immediate le reazioni dei consiglieri di amministrazione dell’azienda di Stato, divisi sulla questione. Sandro Curzi risponde per le rime a Del Noce: «Il direttore sapeva sin dal dicembre 2004 che a Celentano era stata data carta bianca, come sempre la Rai ha fatto con lui. Una decisione che io ritengo molto motivata, che si può ovviamente discutere ma che è perfettamente legittima. Del Noce avrebbe potuto ritenerla talmente inaccettabile dal suo punto di vista da rassegnare immediatamente le dimissioni, ma è inaccettabile e grave che parli vagamente di possibile autosospensione e innesti polemiche dirompenti solo ora, dopo un anno, a pochi giorni dall’esordio di una delle trasmissioni più importanti dell’anno per l’azienda». Altri consiglieri come Carlo Rognoni e Giovanna Bianchi Clerici condividono invece le preoccupazioni del direttore che «ha il legittimo desiderio di sapere cosa viene trasmesso sulla sua rete», aggiungendo però che «non è il caso di essere troppo nervosi». Nino Rizzo Nervo si allinea a Curzi: «E comunque – dice – gli equilibri del Paese non verranno certo stravolti da un ospite di Rockpolitik». Per il verde Pecoraro Scanio l’autosospensione è «surreale». Chiosa Pippo Baudo: «Ma in fondo non si sta riscrivendo la Costituzione, si sta solo facendo un varietà».
Che ne dice Celentano, barricato dentro lo studio di Brugherio? Silenzio…
di Laura Rio
12/10/2005 – Il Giorno